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Castel Mella (in bresciano Castelmèla) è un comune italiano di 10 999 abitanti della provincia di Brescia, nell'hinterland meridionale della città.

Castel Mella
comune
Castel Mella – Veduta
Castel Mella – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoGiorgio Guarneri (Lega) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate45°30′N 10°09′E
Altitudine106 m s.l.m.
Superficie7,53 km²
Abitanti10 999[1] (31-5-2022)
Densità1 460,69 ab./km²
FrazioniColorne, Onzato
Comuni confinantiAzzano Mella, Brescia, Capriano del Colle, Flero, Roncadelle, Torbole Casaglia
Altre informazioni
Cod. postale25030
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017042
Cod. catastaleC208
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 410 GG[3]
Nome abitanticastelmellesi
Patronosan Siro Vescovo
Giorno festivo9 dicembre
Cartografia
Castel Mella
Castel Mella – Mappa
Castel Mella – Mappa
Posizione del comune di Castel Mella nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Fontanile della campagna castelmellese
Fontanile della campagna castelmellese

Castel Mella, dal punto di vista fisico, è delimitato: a nord est, dal fiume Mella; a sud est, dalla roggia Garzetta e dalla strada provinciale IX di Quinzano d'Oglio; a ovest, da due rogge, la Mandolossa e il Trolio; a nord, dalla strada statale 235 di Orzinuovi.

Castel Mella, dal punto di vista amministrativo, confina: a nord est, col Comune di Brescia; a sud est, col Comune di Flero e il Comune di Capriano del Colle; a sud ovest, col Comune di Azzano Mella; a ovest, col Comune di Torbole Casaglia; a nord, col Comune di Roncadelle.


Idrografia


Il territorio si estende a cavallo tra l'alta e la bassa pianura padana,[4] nella zona di affioramento dei fontanili[5], che danno origine a tre rogge: la Bellina Piccola e la Bellina Grande le quali, in contrada dei livelli di sotto, si uniscono per formare un'unica Roggia Bellina, che va a sfociare nel Mella; e il Fontanone, che sfocia nella Mandolossa. Nei tempi andati, le acque risorgive dei fontanili servivano per irrigare i campi, d’estate, per allagare le caratteristiche "marcite", d'inverno, e infine per fornire energia motrice tutto l’anno a due mulini: il Molino di Onzato e il Molino di Castelnuovo.

Il territorio castelmellese è bagnato anche da rogge che nascono altrove: il Trolio, la Mandolossa, la Sorbanella, la Garzetta. Infine, c’è il Vaso Pasini, fatto scavare nel 1929 dal podestà dell'epoca, per irrigare i campi situati a ridosso della sponda destra della Mella.[6]


Origini del nome


Il toponimo Castel Mella significa "borgo sulle rive della Mella" e va separato in "Castello" (dal latino castellum diminutivo di castrum, "borgo fortificato") e Mella (nome di origine ligure-celtica, indicante un "torrente disordinato e rabbioso"[7]

Nel corso dei secoli, il "borgo sulle rive della Mella" è stato denominato in vari modi: Castellum Novum (secolo XII), Castrum Novum de ultra Mellam (secolo XIII), Castelnovo Bressano (secolo XVI), Castel Novo e Castelnuovo (secolo XIX), Castel Mella (con regio decreto 1795/1864 di Vittorio Emanuele II).[8][9].


Storia



Le origini


Castel Mella (al contrario della frazione di Onzato, che è di origine celtica e romana), è stato fondato dai longobardi nel secolo VI. Qui, è stata scoperta una tomba longobarda con corredo funebre (una spada)[10] ed è stata innalzata una cappella intitolata a san Siro, primo vescovo e patrono di Pavia, capitale del loro regno.[11]

Ara funeraria di Sintrofo e Arrenia Agatemeride, rinvenuta presso il santuario della Madonnina del boschetto.[12]
Ara funeraria di Sintrofo e Arrenia Agatemeride, rinvenuta presso il santuario della Madonnina del boschetto.[12]

Alto Medioevo


Nel secolo X, il borgo rurale di Castel Mella si trasformò in castello civico mediante un efficace sistema difensivo, per resistere alle feroci scorrerie degli Ungari (che avevano fama di mangiare, ancora palpitante, il cuore dei nemici uccisi). Fu scavato un grande fossato, riempito d'acqua risorgiva e affiancato da un terrapieno, su cui correva la strada pubblica; fu edificata una cinta muraria con i torrioni di avvistamento; fu approntato un ponte levatoio, per mettere in comunicazione il borgo fortificato con la Contrada dei Livelli e la Contrada del Castello (i resti di tale ponte erano visibili ancora nell'ultimo dopoguerra). In quest'area fortificata di circa quattro piò bresciani, vivevano un centinaio di famiglie di contadini, artigiani e bottegai, che si addensavano nelle casupole strette attorno alla loro chiesuola.[13]


Basso Medioevo


Dopo l'anno Mille, una ventata di rinnovamento ha investito il borgo e la popolazione è uscita dalla cinta murata per colonizzare il territorio circostante, bonificando terreni incolti, costruendo cascinali, aprendo botteghe artigianali e innalzando una nuova cappella, per contenere l'accresciuta popolazione.

Nel 1353, per decreto del vescovo di Brescia Bernardo Tricardo, nacque la parrocchia di san Siro, accorpando i benefici di tre cappelle: di San Siro de Castronovo ultra Mellam, dei Santi Pietro e Paolo de Onsado ultra Mellam, di Santa Maria de Onsado ultra Mellam, così da formare una prebenda sufficiente per mantenere in loco un prete stabile.[14]

In questo periodo, Castrum Novum ultra Mellam si organizzò in Comune Rurale, un'istituzione tipica dell'Italia centro-settentrionale. Nella Terra Bresciana, nacque nei secoli XI/XII e fiorì fino alla fine del secolo XVIII.[15] Era amministrato da un Console (coadiuvato da un Campàro, un Massàro e un Cancelliere) e da una Vicinìa, l'assemblea dei capifamiglia originari (ne erano esclusi i nobiles et cives e i forestieri), che dettava le norme comunitarie.[16]

Durante la dominazione dei Visconti di Milano su Brescia (1337-1426), il Comune de Castronovo ultra Mellam era tra i più floridi della Quadra di Capriano con Mairano.[17].


Dominazione Veneta


Nella prima metà del secolo XIV, i Visconti di Milano dovettero cedere alla superiorità delle armi venete, che sancirono il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia su Brescia.

Nel corso della sua plurisecolare dominazione (dal 1426 al 1797), Venezia — ha scritto uno storico bresciano — «dimostrò di rispettare le secolari usanze locali, le guarentigie statutarie, gli ordinamenti repubblicani di origine comunale, tollerando una libertà della quale i precedenti governi signorili, autoritari ed accentratori, soprattutto quello visconteo, avevano destato il rimpianto.»[18] Di conseguenza, il Comune Rurale di Castelnuovo Mella mantenne intatta la propria autonomia amministrativa.[19]

La vicinanza di Castelnuovo Mella a Brescia faceva sì che ogni volta che la città era cinta da assedio, il territorio suburbano ne pagasse le conseguenze in saccheggi, violenze, carestie, epidemie. Alcuni episodi furono particolarmente gravi. Il memorabile assedio del 1438, durante la campagna militare condotta da Milano per riprendersi Brescia, che si era consegnata a Venezia. In soccorso dei Bresciani, che resistevano eroicamente, la leggenda narra che intervennero i santi protettori Faustino e Giovita. Il famoso "sacco di Brescia" del 1512 ad opera di Gastone de Foix, luogotenente di Luigi XII re di Francia e duca di Milano. Dal giovedì grasso all’inizio della quaresima, fu un Carnevale di sangue e di terrore, durante il quale echeggiò un grido agghiacciante: “Sacco, sacco. Carne, carne. Ammazza, ammazza.[20]

Parrocchiale dei santi Siro e Lucia
Parrocchiale dei santi Siro e Lucia

Età Moderna


Nel biennio 1609-1610, mentre era Podestà di Brescia Giovanni da Lezze, risulta che le ville picciole di Castel Novo, Onsado e Colorne facevano parte della Quadra di Mairano. La prima aveva 63 fuoghi (famiglie) e 500 anime; la seconda, 23 fuoghi e 119 anime; la terza, 10 fuoghi e 50 anime.[21]

Durante la guerra per la successione spagnola, negli anni 1701-1706, il territorio di Castel Novo e Onzato di Mella è stato devastato dalle soldatesche imperiali e francesi. Alla fine, forse per farsi perdonare la "neutralità disarmata", il Governo Veneto invitò i cittadini a chiedere il risarcimento degli ingenti danni subiti.[22]

L’anno 1797 è stato un anno cruciale per Brescia: è terminato il dominio della Repubblica di Venezia; è vissuta lo spazio di pochi mesi la Repubblica Bresciana; è iniziata la dominazione francese, che durerà fino al 1814. "La Comune di Castel Novo con Colorne e Onzato" (si diceva proprio così, al femminile, con evidente francesismo; e gli abitanti erano chiamati "comunisti") fece parte prima della Municipalità di Azzano e poi della Municipalità di Flero, all'interno del Dipartimento del Mella.[23]


Età Contemporanea


Stemma comunale del 1860[24]
Stemma comunale del 1860[24]

Dal 1815 al 1859 Brescia appartenne al Regno Lombardo-Veneto, sotto il dominio degli austro-ungarici. Il Comune (ritornato di genere maschile, secondo una consuetudine secolare!) di Castelnuovo apparteneva al Distretto di Bagnolo. Il territorio con le sue contrade è descritto in modo dettagliato in un documento conservato presso l’Archivio Comunale[25]

Grazie al Risorgimento Nazionale, Castelnuovo si trova a far parte prima del Regno di Sardegna (1859) e poi del Regno d'Italia (1861). Dal 1864, per decreto regio di Vittorio Emanuele II, Castelnuovo si chiama Castel Mella.

Nel 1865, la ponticella di legno sul Mella lasciò il posto al ponte in muratura coi rivestimenti in pietra di Botticino. Per l'occasione, si eseguirono imponenti lavori per rettificare l’alveo del fiume, raddrizzare la strada comunale diretta alla “strada regia” per Brescia e rafforzare gli argini. Alle ingenti spese parteciparono — oltre a Castel Mella — i Comuni del “Consorzio della Sponda Sinistra della Mella, dalla confluenza della Sorbana sino al confine con Capriano del Colle” e del “Consorzio della Sponda Destra della Mella, dalla montata di Roncadelle sino al Fienile Cattaneo”.[26]


La belle époque


Durante le "belle époque", sindaco il cav. Daniele Pasini, le contrade del paese furono fornite di "pompe pubbliche" di acqua potabile; vennero illuminate da "lampade pubbliche"; l'istruzione popolare (a carico del Comune) fu riordinata con l’istituzione di un triennio di "classi miste"; fu aperto il "Lazzaretto" sulla strada per Torbole, per la quarantena di chi era colpito da epidemie (allora, frequenti); nacque la Società Operaia Cattolica "San Giuseppe", una società di mutuo soccorso; la popolazione aumentò da 1 159 (1901) a 1 375 abitanti (1911).[27]


Novecento, il secolo breve


Nel 1917, nei giorni 11/12/13/14/15 del mese di novembre, durante la Grande Guerra, di passaggio per Brescia diretto al fronte, si accampò a Castel Mella il 63º battaglione degli Alpini Francesi. Il paese contava allora 1 359 abitanti, con l'arrivo dei francesi, la popolazione raddoppiò.[28]

Alluvione del 1966, via Guglielmo Marconi (già Contrada dei Livelli di sopra)
Alluvione del 1966, via Guglielmo Marconi (già Contrada dei Livelli di sopra)

Nel 1937, i ragazzi passarono un mese — dal 12 luglio al 12 agosto — nella colonia elio-fluviale sulle rive della Mella.[29]

Nel 1938, la scuola elementare completò il ciclo quinquennale con l’istituzione della classe quinta mista.

Nel 1960, il paese balzò agli onori della cronaca a seguito dell'inchiesta riguardante lo scandalo dei balletti verdi.

Nel 1964, venne istituita la scuola media statale "Giacomo Leopardi".

Nel 1966, 4 novembre, la Mella ruppe gli argini e sommerse il paese sotto due metri di acqua e fango.[30]

Nel 1974, in autunno, in piazza San Siro, aprì i battenti la biblioteca comunale.

Nel 1999, in via Giuseppe Di Vittorio, si inaugurò il Centro di Formazione Professionale, a cura dell'Associazione Industriale di Brescia.


Simboli


Lo stemma e il gonfalone di Castel Mella sono stati concessi dalla Presidenza del Consiglio, Ufficio Onorificenze e Araldica, con decreto del 25 novembre 1958.

Stemma
Stemma del Comune di Castel Mella
Stemma del Comune di Castel Mella

«D'argento, al fortilizio al naturale, posto di tre quarti, con l'angolo destro diruto. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma di Castel Mella raffigura una torre medievale, comunemente identificata col torrione della cinta fortificata dell'antico "castello civico", di fondazione longobarda, ora sede della associazione degli artiglieri. Lo scudo è ornato da due rami di quercia e di alloro, uniti da un nastro. Ed è sormontato da una corona turrita, formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero (ex regio decreto 652/1943).

Gonfalone

Il gonfalone di Castel Mella è un drappo di colore bianco, ornato da ricami d’argento. Al centro, lo scudo con torre medievale, è ornato da due rami di quercia e di alloro, uniti da un nastro, ed è sormontato da una corona turrita. In alto, campeggia la scritta argentata “COMUNE DI CASTEL MELLA”.


Gonfaloni delle contrade

Dall'anno 1996, data di nascita del palio, Castel Mella è suddivisa in quattro Contrade, ognuna delle quali è dotata di gonfalone.


Monumenti e luoghi d'interesse



La chiesa dei Santi Siro e Lucia


La chiesa parrocchiale dei Santi Siro e Lucia, si trova in piazza san Siro. È stata innalzata, rimaneggiando una precedente chiesa di fondazione longobarda, negli anni 1708-1747, dall’architetto bergamasco Bernardo Fedrighini da Predore[31], su incarico dell’arciprete Marc’Antonio Bedussi, nativo di Castelnuovo. Di stile barocchetto lombardo, è adorna di pregevoli opere d’arte. Nell’abside, c'è una pala del pittore Paolo da Caylina il Giovane (ante 1485-post 1554) racchiusa in una ricca soasa di Francesco Pialorsi, della famiglia di intagliatori noti come Boscaì, e ci sono le statue policrome dei santi Siro e Lucia dello scultore Beniamino Simoni (1712-1787). Le tre cupole e le pareti sono ricoperte da un ciclo di affreschi sulla vita di Gesù, sui patroni Siro e Lucia, sugli evangelisti, sui profeti dell’antico testamento e sui dottori della chiesa latina, del pittore Giovanni Antonio Cappello (1669-1741). Il portone di bronzo dello scultore Maffeo Ferrari da Brescia, inaugurato nell’Anno Santo 2000 è chiamato "la porta del terzo millennio". Oltre all'altar maggiore, vi sono quattro altari. L’altare del SS.mo Sacramento è abbellito dalla pala del pittore Angelo Paglia (1681-1763). L'altare dei Santi custodisce un prezioso reliquiario settecentesco d’argento. L'altare della Madonna del Rosario è ornato da una pala settecentesca con la Sacra conversazione dei santi Carlo Borromeo, Veronica Giuliani, Domenico Guzmàn e Pietro Apostolo con la Vergine e il Bambino (di autore ignoto). L'altare della Madonna col Bambino, infine, ospita una statua policroma dell'intagliatore Andrea Comploj, copia della Madonna dei Chierici, della cattedrale di Volterra, opera dello scultore Francesco di Valdambrino (1363-1435). Nella chiesa sono ospitate altre opere pregevoli: la pala della Natività del pittore Giacomo Bergomi (1923-2003) e la pala del pittore Camillo Rama (1586-1627), proveniente dall'oratorio di san Giovanni Battista nella frazione di Colorne.[32]


L'oratorio di San Giovanni Battista


Nella frazione di Colorne, in una grande cascina, sorge un'elegante cappella gentilizia, il cui anno di costruzione è inciso sul portale d'ingresso, 1599[33] È dedicata a san Giovanni Battista. Ha un unico altare, ornato da una pregevole pala del pittore bresciano Camillo Rama (1586-1627). L'oratorio è chiuso al culto e la pala seicentesca è temporaneamente trasferita nella chiesa parrocchiale di Castel Mella.[34]


La santella di Colorne


Riproduzione dello stemma di Giovanni Battista Pedoro 1599[35]
Riproduzione dello stemma di Giovanni Battista Pedoro 1599[35]

È una santella molto antica, già segnalata nella visita pastorale alla parrocchia di San Siro del 15 settembre 1703, dove mons. Marco Dolfin, vescovo di Brescia, documenta che «esiste una santella sulla Via Regia, verso Ponte Gattello, che suscita la pietà e la devozione dei fedeli». Attualmente, la santella si trova, inglobata in una rotonda, lungo la strada provinciale IX di Quinzano d'Oglio.[36]


Il santuario della Madonnina del boschetto


Nella frazione di Onzato, c’è il santuario della Madonnina del Boschetto che sorge in un luogo considerato sacro prima dai Celti (dal IV secolo a.C.), poi dai Romani (dal I secolo a.C.) e infine dai Cristiani (dal IV secolo).

L'attuale chiesa, di stile barocchetto lombardo, è stata costruita negli anni 1730-1737 dall'architetto comasco Antonio Corbellini di Pellio Superiore, in Val d'Intelvi, lo stesso della chiesa parrocchiale dei Santi Siro e Lucia di Castel Mella. Custodisce un incantevole affresco cinquecentesco con la Natività di Gesù, di un maestro della Scuola Bresciana del Cinquecento (sono stati fatti i nomi del Romanino, 1484-1566 o del Moretto, 1498-1554). È adorno di pregevoli opere d’arte, come la pala settecentesca del pittore Antonio Moretti, i quadri settecenteschi sulla Passione di Gesù, gli affreschi novecenteschi del pittore Giuseppe Riva da Bergamo, il tabernacolo dell’altar maggiore rivestito da un bronzo dorato dello scultore Federico Severino da Brescia. Degno di nota è l’altare degli Apostoli Pietro e Paolo, perché conserva una pala cinquecentesca con una Sacra conversazione degli apostoli Pietro e Paolo con Maria col Bambino proveniente dalla pieve paleocristiana dei Santi Pietro e Paolo, sorta nei primi secoli dell'era volgare nel borgo di Onzato, e chiusa al culto nell'anno 1929.[37]


Villa Fenaroli


All'incrocio tra via Onzato e via Madonnina del boschetto, all'interno di una corte rustica, si erge la bella Villa Fenaroli, un'elegante dimora signorile di campagna, con porticato e brolo recintato, costruita nel Seicento. Ne è proprietaria da quattro secoli la nobile famiglia Fenaroli, del ramo Corneto di Franciacorta. Villa Fenaroli con annessi rustici e brolo è tutelata dalla legge 1089/1939, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.[38]

Ufficio Vecchio, ex Scuola della Dottrina Cristiana, 1563
Ufficio Vecchio, ex Scuola della Dottrina Cristiana, 1563

L'Ufficio Vecchio


All'inizio di via Roma (già via Municipio), sorge un'antica costruzione di mattoni, solida e slanciata, l'"Ufficio Vecchio", così chiamato perché è stata sede del Municipio, dal 1860 al 1895. Era nato nel 1563 come "Scuola della Dottrina Cristiana". L'aveva edificato don Andrea Bertolotto, descritto nella visita pastorale del 1565 come curatus parochialis ecclesie, vir probus et populo gratus ("il curato della chiesa parrocchiale è un uomo dabbene e ben voluto dalla gente"). Il quale, dato che il parroco, il medico cremonese Francesco Maifredi, non risiedeva in loco, doveva farsi carico, lui solo, del governo della parrocchia di San Siro. L'anno di edificazione, 1563, è inciso su una lapide murata sul retro).[39]


La Macina


Stemma del notaio Faustino Salvi 1762[40]
Stemma del notaio Faustino Salvi 1762[40]

In aperta campagna, c’è "La Macina" (La Màsnö, nella parlata locale), un tempo il "Molino di Onzato". Dagli estimi veneti settecenteschi, risulta che il notaio Faustino Salvi del fu Giovanni Battista era proprietario del mulino a due ruote e della macina d'olio. Dunque, il toponimo La Macina significa che qui si "macinava": presso il mulino, le biade grosse (miglio, meliga, lupini, etc.) e le biade minute (frumento, orzo, mais, etc.) e presso la macina d'olio, i semi di lino, i vinaccioli, le noci.

Oggi, c’è l’osteria “La Masna”, nota in provincia per i piatti della tradizione contadina. Sulla facciata, una lapide, fatta murare nell’anno 1902, ricorda le scampagnate di una brigata di amici.[41]


La torre della Terra di Onzato


In via Madonnina del Boschetto, all’interno della cascina Taglietti, si erge la medievale "Torre della Terra di Onzato", da cui le sentinelle sorvegliavano il territorio e quando avvistavano l’arrivo degli invasori, davano l’allarme alla gente nei campi affinché si mettesse al sicuro nei cascinali fortificati. Nella cascina rurale sono visibili i segni delle trasformazioni subite nel corso dei secoli. È nata come "villa rustica romana" (nel I secolo a. C.), è diventata "curticella longobarda" (nell'Alto Medioevo), si è trasformata in "cascina fortificata" (nel Basso Medioevo), e infine ha preso l'aspetto attuale di "cascina lombarda" (nel Novecento).[42]

Castello civico di Castel Mella nell'alto medioevo

(ricostruzione storica a cura di Giovanni Guzzoni)
Castello civico di Castel Mella nell'alto medioevo (ricostruzione storica a cura di Giovanni Guzzoni)

La torre degli artiglieri


In via Vittorio Emanuele II, sorge la "torre degli artiglieri", chiamata così dalla gente perché se è ancora in piedi, lo si deve agli artiglieri, che l'hanno presa in consegna cadente e restaurata a regola d'arte, ponendovi poi la sede della loro associazione. Questa torre è l'unica reliquia superstite dell'antica cinta fortificata che proteggeva il "castello civico", innalzato nell'Alto Medioevo, per difendersi dalle feroci scorrerie degli Ungari (899-955), che avevano fama di mangiare, ancora palpitante, il cuore dei nemici vinti. Per questo motivo, è stata assunta a stemma moderno del Comune di Castel Mella.[13]


I fontanili


I fontanili hanno origine dalle acque della falda freatica che affiorano in superficie in corrispondenza del passaggio dai suoli grossolani e permeabili dell'alta pianura a quelli compatti e impermeabili della bassa pianura. Il territorio di Castel Mella, trovandosi proprio a cavallo tra l'alta e la bassa pianura padana, pullula di risorgive e di fontanili. Le cui acque un tempo irrigavano i campi, d'estate, allagavano le marcite, d'inverno, e fornivano la forza motrice al Mulino di Onzato e al Mulino di Castelnuovo.

Al giorno d'oggi, il turista amante della natura può fare una scampagnata al Parco del Fontanone, a sud del paese, dove l'acqua dei fontanili — che sgorga a temperatura costante sui 10°/13° in tutte le stagioni dell'anno — rinfresca l'afa estiva e mitiga i rigori invernali.[6]


Il camposanto


Durante il medioevo e l’età moderna, i morti sono stati sepolti sul sagrato: davanti alla chiesa dei santi Siro e Lucia, quelli di Castelnuovo e davanti alla chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo, quelli di Onzato, fino a quando Napoleone non impose l’obbligo di spostare i cimiteri fuori dai centri abitati. Nell’anno 1813, perciò, venne inaugurato il nuovo camposanto, nella campagna di Onzato. Da allora, tutti i morti della comunità riposano qui, nell'unico cimitero del paese. La parte più antica (a sinistra dell'entrata principale) viene chiamata il "camposanto degli innocenti", perché è riservata ai bambini morti in tenera età, e perciò innocenti. Al centro del cimitero, c’è la cappella dei sacerdoti defunti, con le epigrafi dei parroci un tempo sepolti sotto il pavimento della chiesa parrocchiale.[43]


Tre viaggiatori a Castel Mella


Castel Mella è uno dei cento borghi della provincia bresciana trascurati dai grandi flussi turistici. Tuttavia, tre viaggiatori ci sono passati e ne hanno parlato con cognizione di causa: Carlo Cocchetti (Rovato, 1817 – Brescia, 1888), medico, insegnante e storico; Gustavo Strafforello (Porto Maurizio, Imperia 1818 – 1903), letterato e patriota del Risorgimento Italiano; Maria Grazia Sandri (Darfo, 1944), architetto e pubblicista.


1858, C. Cocchetti

«Castelnovo, in bella pianura alla destra del Mella, dista circa un miglio dalla strada maestra che da Brescia mette a Quinzano e a Cremona. Ha con sé le contrade Colorne e Onzato, ov’era una lapida a Giove. Castelnovo, con 849 abitanti, si trova nel Distretto di Bagnolo.[44]»

Torrione medievale della cinta fortificata del castello civico, 1994
Torrione medievale della cinta fortificata del castello civico, 1994

1898, G. Strafforello

«Castel Mella (1008 abitanti). Il territorio di questo Comune si stende sulla destra del fiume Mella, al nord-ovest di Bagnolo. Castel Mella (106 metri sul mare), capoluogo del Comune, è un villaggio di circa 500 abitanti, in posizione amena, non lungi dalla sponda del fiume e, sebbene abbia carattere affatto rurale, è di aspetto piacevole, con edifizi moderni e rimodernati. La circostante campagna è popolata di fattorie e cascinali. Che, isolati od in piccoli gruppi, formano le frazioni complementari del Comune. Prodotti del suolo, bene irrigato, lavorato con grande cura e fertilissimo, sono: cereali d’ogni specie, gelsi e foraggi. L’allevamento del bestiame da stalla e da cortile e la produzione di bozzoli sono le industrie di maggiore sussidio all’agricoltura. In Castel Mella trovansi anche tre fornaci per la cottura dei laterizi, alla lavorazione dei quali attendono giornalmente circa 160 operai.[45]»


1985, M. G. Sandri

«Onzato di Castel Mella: Villa Fenaroli. Onzato è una frazione rurale del Comune di Castel Mella. Nella via omonima, al numero civico 2, all’interno di una corte rustica, sorge questa casa elegante, dalla fronte asimmetrica, ora adibita in parte a deposito di prodotti agricoli. Il portico a quattro archi su colonne ha volte a crociera e le porte d’accesso alle sale del piano terreno, con volta, presentano una terminazione a timpano triangolare. Attraverso il portale bugnato di fondo, si sale alla scala d’angolo. Un cancello retto da pilastri di marmo, immette nel brolo recintato. La costruzione della villa risale al secolo XVII.[46]»


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[47]


Istituzioni, enti e associazioni


Castel Mella è ricco di associazioni e circoli che animano la vita comunitaria. Il loro elenco, completo e dettagliato, è consultabile sul sito ufficiale del Comune (www.comune.castelmella.bs.it). Meritano di essere segnalati:


Cultura



Biblioteche


La biblioteca comunale, fondata nel 1974, si trova vicino al Polo Scolastico e all’Auditorium "Giorgio Gaber". È associata al "Sistema Bibliotecario Sud Ovest Bresciano" e alla Rete Bibliotecaria Bresciana. Dal 2008, organizza il Gruppo di Lettura e la "Bancarella del libro".


Scuole


A Castel Mella, sono presenti: due asili nido, due scuole dell’infanzia, una scuola primaria e una scuola secondaria di 1º grado. C'è poi un Centro di Formazione Professionale, che fa capo all'Associazione degli Industriali Bresciani.


Musei



Museo del falegname

È intitolato al Cav. Pietro Ferrari[48], falegname provetto e appassionato collezionista di tutto ciò che concerne la lavorazione del legno. Il museo, nato nel 2000, espone in modo ordinato e con didascalie appropriate un migliaio circa di antichi strumenti e macchinari di falegnameria. Si trova in via G. Di Vittorio, nella zona artigianale di Castel Mella, a ridosso della strada statale 235 di Orzinuovi.


Stampa


A Castel Mella, si stampano due periodici di informazione: Qui, Castel Mella, a cura dell’Amministrazione Comunale e L'Onda del Mella, a cura della parrocchia di San Siro.


Musica


A Castel Mella sono attivi: la banda musicale "Giuseppe Verdi", fondata nel 1975, con annessa scuola di musica "Don Vittorio Bergomi", che suona nelle principali manifestazioni civili e religiose della comunità, e il Gruppo Polifonico "Giovanni Paolo II", presso l'oratorio "Paolo VI", che canta nelle funzioni solenni nella parrocchiale dei Santi Siro e Lucia.


Associazioni



Tracce

È un'associazione culturale con sede in Colorne, che organizza serate a sfondo filosofico, storico, etnografico. Ultimamente, ha avviato il progetto "Gente di terra e di fiume" per valorizzare la storia locale del Novecento. Raccoglie le testimonianze dei Castelmellesi più anziani (interviste e foto), per arricchire il proprio e l’archivio storico-etnografico del Comune. Organizza, insieme al Comune, delle rappresentazioni teatrali sulla vita novecentesca del paese (Lo sguardo di Piero, La vita la t’enségna öna infinità dè ròbe, Adesso ti racconto quanto ho lavorato).


Mondo Bambino

È una o.n.l.u.s. con sede in Onzato, che si propone di collaborare con le istituzioni scolastiche, le associazioni e l’Ospedale dei Bambini per sostenere i bambini e i ragazzi in difficoltà con progetti specifici ("Ospedale dei bambini", "Coro Mondo Bambino", CD Risonanze, "Rogo della Vecchia", etc.). Ogni anno, all’inizio dell'estate, presso il Parco "Giovanni Paolo II" di Castel Mella, organizza la festa "Mondo Bambino".


Compagnia Teatrale Dialettale

Ha debuttato nel 1989 per merito di Vittorio Bergamini, che ha riunito intorno a sé una compagnia di attori dilettanti, con lo scopo di “recuperare, per quanto possibile, la lingua dei nostri progenitori” mediante un repertorio di commedie, atti unici e farse. La sua intitolazione - “Spètö chè rïe”: “Aspetta che arrivo”! - ha lo stesso valore dell’adagio “Festìna lente” ("Affrettati lentamente") o del proverbio Chi va piano va sano e va lontano. Le spassose rappresentazioni dialettali – oltre che nel teatro dell’oratorio – sono portate in giro per mezza provincia, nelle case di riposo, negli oratori e nei circoli ricreativi.


CreArt

È una scuola per imparare le tecniche del disegno, della pittura (acquerello, acrilico, olio, pittura su ceramica), della decorazione. E per approfondire lo studio della storia dell’arte, con visite guidate ai siti artistici, anche locali. È tenuta da Cristina Treccani ed ha sede in piazza san Siro. Al termine di ciascun anno scolastico, si tiene una mostra collettiva dei lavori svolti dagli allievi.


Eventi



Sagra del loërtìs

Si svolge in primavera e dura una settimana, durante la quale gli stand gastronomici in Piazza Unità d’Italia e i ristoratori di Castel Mella offrono menu con specialità a base di loërtìs. Così sono detti nel dialetto bresciano i teneri e gustosi germogli di luppolo (Humulus lupus), che fioriscono lunghe le ripe delle rogge e dei fossi della campagna castelmellese.[49] In contemporanea, si tengono mostre d’artigianato, esposizioni di pittori, concerti di musica e bancarelle di libri.


Sagra della Madonnina del boschetto

È la manifestazione più importante di Onzato, frazione di Castel Mella. Si svolge in occasione dell'8 settembre, festa della Natività di Maria. Dura un'intera settimana ed è ricca di iniziative religiose, artigianali, musicali e gastronomiche. Suggestiva, la processione aux flambeaux, che si snoda attraverso il borgo antico di Onzato.


Palio delle contrade

Si svolge in autunno e dura una settimana, durante la quale si possono gustare i piatti della tradizione contadina e si svolgono varie iniziative sportive, musicali e culturali. Il momento culminante della sagra è la serata conclusiva, di sabato, con la corsa a staffetta, in cui gli atleti delle Contrade del Castello, dei Fontanili, delle Fornaci e della Madonnina del boschetto si contendono il palio, sfidandosi attraverso le vie del paese.


Santa Lucia

Nelle Terre Bresciane, come negli ex domini della Serenissima Repubblica di Venezia, Lucia di Siracusa è la santa che porta doni ai bambini buoni, mentre ai cattivi riserva cenere e carbone. Il 12 dicembre, la vigilia, nel piazzale dell’Oratorio "Paolo VI" si raduna una folla di bambini, che attende impaziente l'arrivo della santa, di vaporosi veli vestita, col baroccio e l'asinello. All’arrivo, i bambini le consegnano le loro letterine con la richiesta dei doni sognati. Santa Lucia ricambia con dolcetti, li saluta e poi riparte per il lungo viaggio notturno. Il mattino del 13 dicembre, festa di Santa Lucia, i bambini scopriranno se i loro desideri sono stati esauditi.[50]


Carnevale

Si festeggia nei tre giorni antecedenti il Mercoledì delle Ceneri, che dà inizio alla Quaresima. Centro organizzatore è l'Oratorio "Paolo VI". Da qui, la domenica, si muove la sfilata dei carri allegorici che si snoda attraverso le vie del paese. Qui, viene impiantato un luna park coi divertimenti per bambini e ragazzi. Qui, sono aperte le bancarelle coi dolci della tradizione: frittelle, frittellone e lattughe. Qui, il lunedì, nel teatro, si rappresenta la commedia dialettale della Compagnia Spèto che rìe. E qui, il martedì grasso, si chiude il Carnevale col concorso a premi delle mascherine più belle, che si esibiscono davanti alle famiglie e al paese.


Rogo della Vecchia

Il giovedì di Mezzaquaresima, detto giovedì grasso, a Castel Mella, sa brùső la èciő, cioè "si brucia la vecchia". È un rito antichissimo che un tempo segnava il passaggio da un anno all’altro, adesso segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. In aperta campagna, si mette insieme una catasta di ramaglie e di fascine, su cui si pianta un pupazzo con le sembianze d'una vecchia coi capelli di stoppa. Rappresenta Madre Natura che, giunta al termine del ciclo annuale, ha il volto della vecchierella che se ne va insieme agli ultimi rigori invernali. Il "Rogo della Vecchia" è organizzato da Mondo Bambino, onlus che collabora con le istituzioni scolastiche e l'Ospedale dei Bambini, per aiutare i ragazzi con problemi di disagio.[51]


Geografia antropica



Contrade


Argine del Fiume Mella in località Onzato di Castel Mella
Argine del Fiume Mella in località Onzato di Castel Mella

Nell’Ottocento, come risulta dalla mappa napoleonica del 1810, la popolazione di Castel Novo era dislocata in tredici "Contrade"[52]:

Nell’autunno del 1996, quando è nato il Palio delle Contrade, quelle antiche sono state ridotte a quattro[53]:


Parchi comunali


I parchi comunali sono ventuno[54]. Ne ricordiamo i più significativi.

L’area complessiva dei parchi comunali permette a ciascun abitante di Castel Mella di usufruire di circa 13 m² di verde pro capite.


Infrastrutture e trasporti



Strade


Sono due le strade di scorrimento che servono il territorio di Castel Mella, ma esse aggirano l'abitato principale delineando i confini con i territori amministrativi limitrofi: l'ex strada statale 235 di Orzinuovi, dal 2001 SP BS 235, divide Castel Mella da Roncadelle, e la provinciale IX Brescia-Quinzano che funge da confine con Flero.

Nella parte meridionale del territorio comunale passa il raccordo autostradale Ospitaletto-Montichiari: il casello autostradale più vicino è quello di Azzano Mella.


Mobilità interurbana


Il comune è servito da due linee appartenenti alla rete di trasporto urbano di Brescia: la 16, diretta a Sanpolino, a servizio dell'abitato di Onzato, e la 17, diretta all'Ospedale, che serve l'abitato principale e la località Fornaci[57].


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
12 luglio 1988 7 giugno 1993 Gianfranco Cacciamali PCI/PDS Sindaco [58]
7 giugno 1993 28 aprile 1997 Luigi Buratti Lega Nord Sindaco [59]
28 aprile 1997 30 maggio 2006 Guido Bonomelli Lega Nord Sindaco [60][61]
30 maggio 2006 16 maggio 2011 Ettore Aliprandi Casa delle Libertà Sindaco [62]
16 maggio 2011 6 giugno 2016 Marco Franzini lista civica di centrosinistra[63] Sindaco
6 giugno 2016 in carica Giorgio Guarneri Lega Nord[64] Sindaco [65]

Sport


A Castel Mella, sono attivi circoli e società che praticano lo sport sia a livello dilettantesco che professionistico. Il loro elenco completo è reperibile sul sito del Comune (www.comune.castelmella.bs.it). Qui, si segnalano:


Curiosità



Antichi abitatori di “Castronovo de ultra Mellam”


Castel Mella è stato fondato dai Longobardi, nell’alto medioevo. Tuttavia, i nomi dei primi abitatori, nero su bianco, sono documentati nel basso medioevo e si trovano in un rogito notarile del 25 gennaio 1230, dove la badessa del monastero benedettino dei Santi Cosma e Damiano (Brescia) si accorda col prevosto di San Luca delle Chiusure per una permuta di terreni, sparsi nel contado, tra cui Castronovo de ultra Mellam… Si chiamano: Martinus Ferarius, Iohannes, Abramus. Cioè: "Martino Fabbro ferraio" (artigiano che lavora il ferro), "Giovanni", "Abramo"; i primi due erano nomi molto diffusi; il terzo, invece, era un nome raro, di chiara origine ebraica (un indizio di presenza ebraica in Castronovo de ultra Mellam).[66]


Il segretario comunale più longevo


Ambrogio Seriati è stato segretario comunale per trentadue anni, dal 1º luglio 1882 al 1º luglio 1914. Quando si dimise dall’incarico, a 70 anni, il Consiglio Comunale gli concesse “un sussidio annuo di Lire 1.000,00 vita natural durante”, con questa motivazione: “Il signor Seriati fu sempre puntuale al suo servizio, disimpegnando con zelo e amore al disbrigo delle sue mansioni, con soddisfazione dell’Amministrazione Comunale e della popolazione, zelante sempre per l’interesse del Comune”.[67]


Beghe da strapaese


Tra Castel Mella e Roncadelle non è mai corso buon sangue. La storia dice che Roncadelle, come Comune, è nato soltanto all’inizio dell'Ottocento, in ritardo di molti secoli rispetto alla maggioranza dei Comuni Bresciani e al Comune Rurale di Castel Mella, già fiorente nel Medioevo. Da qui, forse, il desiderio di rivalsa dei Roncadellesi, e la loro voglia di espandersi al di là dei propri confini storici, ai danni del Comune e della Parrocchia Castelmellesi. Una subdola “campagna espansionistica”, che va avanti da mezzo secolo, e la cui eco si fa sentire, rumorosa e petulante, sui quotidiani bresciani.[68]


La Mella è femminile


Nella lingua italiana, i fiumi sono perlopiù di genere maschile. La Mella, no, insieme a la Brenta, la Dora Riparia, la Secchia, ecc. Per i Castelmellesi, e i Bresciani, il fiume di casa si chiama “la Mèlö”, dunque è di genere femminile, forse perché l’acqua del fiume è fonte di vita e simbolo di fecondità. Recita un antico proverbio: Dà de ‘nténder che la Mèlö la va ‘n soe, l’è come dà de ‘nténder che i àzegn i vùla ("Dar da intendere che la Mella va in su è come dar da intendere che gli asini volano").[69]


Un autunno funestato da tre inondazioni


Nel corso dei secoli, le acque torrentizie della Mella sono spesso straripate allagando la campagna e il borgo di Castel Mella. In una "Memoria a' posteri", l’arciprete Giuseppe Lonati ha annotato: “Nell’anno 1804, li 28 ottobre, è venuto il fiume Mella così gonfio che ha atterrato un argine sul Tener della Commune di Onzato e ha per alcuni giorni innondata tutta questa parrocchia verso il tramonto, avendo per due altre volte dopo replicata l’innondazione. Finalmente, dopo replicate istanze al Magistrato sopra l’acque, li 15 febbraio 1805, si è dato principio a far l’argine, a spese de’ danneggiati”.[70]


Via Breda, un cimelio storico


Col termine bràida / bréda, i longobardi indicavano un podere, un campo, un prato. All’inizio dell’Ottocento, il paesaggio agrario di Castelnovo era tutto punteggiato di brede (con le varianti bredazòla, bredazìna, etc.). Troviamo: “breda dell’olmo”, “breda del roccolo”, “breda dell’osteria”, “breda di sopra”, “breda di mezzo”, “breda di sotto”, “breda della ràsega”, “breda del raseghètto”, “breda di Onzato”… Nel Duemila, il ricordo delle “brede” sopravvive in Via Breda: un toponimo da conservare come un cimelio storico.[71]


L’eroismo delle donne castelmellesi


Durante la Grande Guerra (1915-18), con gli uomini al fronte, il peso della famiglia ricadeva interamente sulle spalle delle donne. Oltre ai lavori domestici, badavano ai lavori della stalla e dei campi (in loro aiuto, il Comune aveva istituito “una sala di custodia per i figli fino agli otto anni, giacché i più grandicelli possono benissimo seguire le mamme ed aiutare a fare qualcosa”). E le sere d’inverno, nelle stalle, al lume della lampada ad olio, agucchiavano per fare “sciarpe, guanti, ginocchiere, ventriere, manichini, calze”, per gli uomini al fronte. A pagare la giusta “mercede”, ci pensava la “commissione comunale per gli indumenti militari”. Insomma, l’umile eroismo delle donne non era inferiore a quello degli uomini che combattevano al fronte.[72]


Stradario


Osservando lo stradario di Castel Mella, si nota che la parte del leone dei toponimi la fa l’insieme degli scrittori (da D. Alighieri a G. Deledda), degli scienziati (da G. Marconi a C. Golgi) e dei musicisti (da G. Verdi a L. Boccherini). A seguire, i toponimi legati al genius loci (da Breda a Cortivazzo). Viene poi la storia nazionale, coi Padri della Patria (da Cavour a Garibaldi), la Grande Guerra (da Ragazzi del ’99 a Piave), la Repubblica (da A. De Gasperi a P. Nenni). Un posto è riservato anche alle persone legate al paese (da G. Manziana a S. Reccagni). La storia locale, invece, fa la parte di Cenerentola. Comune e Parrocchia, le massime istituzioni civiche, sono ricordate con due sole strade, intitolate al sindaco A. Lorini e al parroco V. Bergomi. In effetti, ridurre la plurisecolare storia del paese (con una lunga serie di sindaci e parroci) a due soli nomi, rende lacunoso lo stradario.[73]


Note


  1. Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2022 (dato provvisorio).
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Castel Mella ha un’altitudine compresa tra 118 e 98 metri sul livello del mare, come attesta la Carta d'Italia alla scala 1:25000 dell'Istituto Geografico Militare Italiano, Serie M 891, Foglio Bagnolo Mella 47 III NE e Foglio Travagliato 47 IV SE, edizione 1975.
  5. Le sorgenti e i fontanili in Riserve naturali della Lombardia, a cura della Regione Lombardia, Milano, 1987, volume secondo, pp. 573-633.
  6. Guzzoni 1991, pp. 202-207.
  7. Guzzoni 1991, pp. 15-17.
  8. È d'obbligo sottolineare gli errori in cui sono incorsi gli storici che si sono occupati di Castel Mella, perché hanno confuso Castelnuovo (Bresciano) con gli omonimi Castelnuovo (Mantovano) e Castelnuovo (Veronese): da C. Cocchetti (Brescia e la sua Provincia, 1858) a P. Guerrini (Nel nome di Castelmella la sua piccola storia, Giornale di Brescia, 6 dicembre 1956), da A. Fappani (Enciclopedia bresciana, Edizioni de "La Voce del Popolo", s.d.) a A. Mazza (Il Bresciano: la pianura, 1986). Cfr. Guzzoni 1991, passim.
  9. Caterina Antonioni, LombardiaBeniculturali - Comune di Castel Mella (1859 - [1971]), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  10. Rizzini P., Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1913,Tipografia Apollonio, Brescia, 1914, p. 346. Cfr. anche Guzzoni 1991, pp. 39-40.
  11. Guzzoni 2011, pp. 17-18.
  12. Ad Onzato, presso la Madonnina del Boschetto, è stata rinvenuta una grande ara funeraria, oggi al Museo di Santa Giulia in Brescia, con l’iscrizione latina mutila: SYNTROPHUS / IIIIII VIR AUGUSTALIS / SIBI ET / ARRENIAE / AGATHEMERIDI / UXORI CARISSIMAE: SINTROFO / SEVIRO AUGUSTALE / PER SE’ E / PER ARRENIA / AGATEMERIDE / MOGLIE CARISSIMA. Ad Onzato, nei primi secoli dell’era volgare, c’era un villaggio romano, come dimostrato dai numerosi reperti ivi ritrovati: due are votive, un'ara funeraria, un cippo miliare, chiavi, stadere, monili, lucerne fittili, contorniati, monete, tantissime monete. Oltre a Sìntrofo, ad Onzato, è documentato Valeriano, un altro seviro augustale, e Publio Papirio Eutropo, cittadino romano (cfr. Guzzoni 1991, pp. 20-36).
  13. Guzzoni 1991, pp. 196-197.
  14. Guzzoni 1991, p. 20.
  15. G. Rosa, Statistica storica della provincia di Brescia, Tipografia Apollonio, Brescia, 1884, pp. 20-21.
  16. Guzzoni 1991, pp. 65-67.
  17. Il territorio bresciano era suddiviso in circoscrizioni amministrative, chiamate quadre, ciascuna con un capo-quadra (Cfr. A. Valentini, Gli Statuti di Brescia dei secoli XII al XV illustrati, Fratelli Visentini, Venezia, 1898, pp. 112-120).
  18. C. Pasero, Autonomia locale e decentramento amministrativo. I Rettori Veneti ed il presidio militare, in Treccani degli Alfieri (a cura di), Storia di Brescia, Editrice Morcelliana, Brescia, 1963, vol. II, pp. 109-112, passim.
  19. Guzzoni 1991, pp. 71-120.
  20. Guzzoni 1991, pp. 61-63, 77-79.
  21. Intorno alle nostre tre ville picciole ("piccoli borghi"), ci sono altre notizie interessanti. La maggior parte dei terreni coltivabili è di proprietà dei cittadini mentre ai contadini rimangono solo le briciole. A Colorne, sono in attività sei fornaci di laterizi. Tra le spese sostenute dai Comuni vi è la tassa per i "cappelletti", uomini d’arme a cavallo, incaricati di reprimere la delinquenza, assicurare la sicurezza sulle strade e dare la caccia ai contrabbandieri. (cfr. C. Pasero (a cura di), Il Catastico Bresciano di Giovanni da Lezze (1609-1610), Apollonio Editore, Brescia, 1973, volume II, pp. 253-272).
  22. Biblioteca Queriniana, Archivio Storico-Civico, Documenti de’ danni recati dalle armate del principe Eugenio di Savoia e dalle francesi: Castel Novo (cartella 1192), Onzato di Mella (cartella 1201). Cfr. anche Guzzoni 1991, pp.100-104.
  23. Durante la dominazione francese, "le Comuni" (sic) erano raggruppate in "Municipalità" (senza perdere la propria autonomia amministrativa, come ha scritto erroneamente qualcuno). «Castel Novo era sotto la Municipalità di Azzano, composta da tre Municipalisti: Giovanni Venturini di Castel Novo, Valentino Bartolotti di Azzano e un certo Bernardi di Mairano; ad essi, si aggiungeva un Giudice di pace che giudicava nel civile e nel penale per le piccole cose, ch’era Giovanni Battista Castelli, parroco di Azzano»: così ha scritto don Giuseppe Lonati in una Memoria a’ posteri nel Libro del giuspatronato parrocchiale di Castel Mella, conservato presso l’archivio parrocchiale (cfr. Guzzoni 1991, pp. 123-141).
  24. Stemma del Comune di Castel Nuovo del 1860. È stato ricavato dalle carte dell'archivio comunale di Castel Mella da parte di Giovanni Guzzoni.
  25. «Questo Comune di Castelnuovo Mella è composto da una sola Parrocchia, avente le sottoscritte Contrade, cioè: nell’interno del paese, presso la Chiesa Parrocchiale, vi è l’Ufficio della Deputazione Comunale; e vi è un Molino a due ruote. Vi è una Contrada lontano un miglio, chiamata Onzato Mella; lontano mezzo miglio di quella, vi è un Molino a due ruote, ed una macina di torchio d’oglio, venale; vi è pure una Contrada appartenente a questo Comune, sullo stradone di Roncadelle percorrente agli Orzi Nuovi; vi è pure un'altra Contrada, a mattino della Mella, chiamata Colorne; ed un'altra sullo stradone di Quinzano, chiamata Fornaci. Vi sono poi delle masserie isolate: Macina, Fenile Ferraroli, Fenile Spagnoli, Fenile Madonna del boschetto, Feniletto, Fenile Cattaneo, Fenile della Mella» (Cfr. Archivio Comunale di Castel Mella, Cartelle classificate sotto gli anni 1815-1859; Guzzoni 1991, p. 141).
  26. Guzzoni 1991, pp. 161-164.
  27. Guzzoni 1991, pp. 164-169.
  28. I militari francesi — 36 ufficiali, 1 436 soldati, senza contare 54 cavalli e 71 muli, ai quali bisognava fornire acqua e fieno — furono alloggiati nelle case e nelle stalle private. (Cfr. Guzzoni 1991, pp. 169-172).
  29. Guzzoni 1991, pp. 175-181.
  30. Guzzoni 2004, pp. 43-50.
  31. Lions Club Brescia, 1981, Sandro Guerrini, Chiese bresciane dei secoli XVII e XVIII, da p. 49 a p. 88.
  32. Guzzoni 2011, pp. 77-138.
  33. Sull'architrave della porta, in pietra di Botticino, è incisa un’iscrizione latina: ORATORIUM DIVO IO. BAPTISTAE DICATUM / AERE AC SUPER SOLO PROPRIO / D. IO. BAPTISTAE DE PEDORIBUS CONSTRUCTUM / ANNO DOMINI M.D.L.XXXX.VIIII. Significa: "Chiesa dedicata a san Giovanni Battista / costruita col denaro e sul terreno di proprietà / del Signor Giovanni Battista Pedoro / nell’anno del Signore 1599". Da notare che la data incisa è l’anno 1199 (e non 1599) ma si tratta di un chiaro errore dello scalpellino.
  34. Guzzoni 1994, p. 82.
  35. Questo stemma è inciso sull'architrave della porta della chiesetta campestre di Colorne.
  36. Guzzoni 2004, p. 82.
  37. Guzzoni 2014, pp. 57-101.
  38. Guzzoni 2004, p. 123.
  39. Guzzoni 1991, pp. 193-196.
  40. Questo è lo stemma di Faustinus Salvi, quondam Johannis Baptistae, Publica Veneta Auctoritate Notarius Onsati Mellae, ricavato dai documenti dell'archivio storico della parrocchia di Castel Mella. Dall'Archivio Notarile presso l'Archivio di Stato di Brescia, risulta che Salvi Faustino qm. Gio. Batta, nodaro in Onsato di Mella, ha rogato dal 1751 al 1807 (cfr. Guzzoni 1994, pp. 211-212)
  41. Guzzoni 1991, pp. 199-202.
  42. Guzzoni 1991, pp. 187-189.
  43. Guzzoni 1994, pp. 59-60.
  44. C. Cocchetti, Brescia e la sua Provincia, in Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, Editori Corona e Caimi, Milano, 1858, p. 352.
  45. G. Strafforello, Provincie di Bergamo e Brescia e Valli del Versante Lombardo appartenenti all'Impero Austro-Ungarico, nella collana La Patria: geografia d’Italia, Fausto Sardini Editore, Bornato in Franciacorta, edizione anastatica del 1981.
  46. Autori Vari, Ville della Provincia di Brescia, Rusconi Editore, Milano, 1985.
  47. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  48. Luisa Olivetti, Museo del Falegname - Castelmella - Home, su museodelfalegname.it. URL consultato il 3 gennaio 2017.
  49. Melchiori 1817, tomo I, p. 337.
  50. L'Onda del Mella, periodico bimestrale della parrocchia di san Siro in Castel Mella, anno XXXIX, n. 1, 2017, p. 16.
  51. Alfredo Cattabiani, Lunario. Dodici mesi di miti, feste, leggende e tradizioni popolari d'Italia, Arnoldo Mondadori, Milano, 1994, pp. 79-82.
  52. Guzzoni 1991, pp. 137-138, 234.
  53. Guzzoni Giovanni, Il palio delle contrade di Castel Mella, in Qui Castel Mella, periodico dell'Amministrazione Comunale di Castel Mella, anno V, n. 3, dicembre 1990, p. 6.
  54. Delibera del Consiglio Comunale n. 2 dell’8 gennaio 2010, relativa al Piano di Governo del Territorio: elenco dei parchi comunali di Castel Mella.
  55. {{|Melchiori 1817|tomo II, p. 73}}.
  56. Polizza d’estimo di Gio.Batta Guzzoni, abitante in Contrada dei Livelli di sotto, Territorio di Castel Novo, 28 maggio 1721, Archivio di Stato di Brescia, Estimo civico, Quadra di Mairano.
  57. Brescia Mobilità - Linee, percorsi e orari autobus 2013, su bresciamobilita.it. URL consultato il 7 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2013).
  58. Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 22 dicembre 2013.
  59. Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 22 dicembre 2013.
  60. Dal 2001 al 2006 in coalizione nella Casa delle Libertà. Cfr. Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 22 dicembre 2013.
  61. Ministero dell'Interno, Elezioni amministrative 13 maggio 2001 - Comune di Castel Mella, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 22 dicembre 2013.
  62. Ministero dell'Interno, Elezioni amministrative 28 maggio 2006 - Comune di Castel Mella, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 22 dicembre 2013.
  63. Castel Mella cambia colore. Il centrosinistra vince per 95 voti Il Giorno.
  64. In coalizione con Forza Italia-Fratelli d'Italia-lista civica "Movimento per Castel Mella".
  65. Castel Mella ritorna al centrodestra vince per 1279 voti, su elezioni.giornaledibrescia.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  66. Merati Patrizia (a cura di), Le carte del monastero dei santi Cosma e Damiano (Brescia) 1127-1275, Codice Diplomatico Bresciano, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia, 2005, pp. 117-127, 133-136.
  67. Guzzoni 1991, p. 164.
  68. Guzzoni 2014, pp. 123-135.
  69. Melchiori 1817, tomo II, p. 32.
  70. Archivio Parrocchiale di Castel Mella, Libro del giuspatronato parrocchiale di Castelnuovo, pagina non numerata; cfr. anche Guzzoni 1991, pp. 98-99.
  71. Archivio di Stato di Brescia, Estimi e Catasti, Mappa napoleonica del 1810, nr. 112: “Castelnovo con Colorne e Onzato: territorio”; cfr. anche Guzzoni 1991, pp. 133-141.
  72. Guzzoni 1991, pp. 169-172.
  73. Guzzoni 1991, pp. 209-219.

Bibliografia



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[de] Castel Mella

Castel Mella ist eine norditalienische Gemeinde (comune) mit 11.012 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Brescia in der Lombardei. Die Gemeinde liegt etwa 8 Kilometer südwestlich von Brescia am Mella.

[en] Castel Mella

Castel Mella (Castelnuovo until 1864; locally Castèl Mèlö) is a comune in the province of Brescia, in Lombardy.

[es] Castel Mella

Castel Mella es una localidad y comune italiana de la provincia de Brescia, región de Lombardía, con 10.429 habitantes.

[fr] Castel Mella

Castel Mella est une commune italienne de la province de Brescia dans la région Lombardie en Italie.
- [it] Castel Mella

[ru] Кастель-Мелла

Кастель-Мелла (итал. Castel Mella, ломб. Castelmèla) — коммуна в Италии, в провинции Брешиа области Ломбардия.



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