Castegnato (Castignàt in dialetto bresciano[4][5]) è un comune italiano di 8 315 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia.
Castegnato comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Gianluca Cominassi (centro-sinistra) dal 30-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°33′47″N 10°06′54″E |
Altitudine | 143 m s.l.m. |
Superficie | 9,21 km² |
Abitanti | 8 315[1] (30-6-2022) |
Densità | 902,82 ab./km² |
Comuni confinanti | Gussago, Ospitaletto, Paderno Franciacorta, Passirano, Rodengo-Saiano, Roncadelle, Travagliato |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25045 |
Prefisso | 030 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017040 |
Cod. catastale | C055 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 410 GG[3] |
Nome abitanti | castegnatesi |
Patrono | san Vitale |
Giorno festivo | seconda domenica di maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Castegnato si trova nella parte meridionale della Franciacorta in un contesto sostanzialmente pianeggiante. Dista otto chilometri dal capoluogo di provincia. Si estende su una superficie di 9,17 km² e si trova a un'altezza di 143 m s.l.m. circa.
Dal punto di vista idrografico, il territorio comunale viene attraversato ad est dal torrente Gandovere e ad ovest dal canale della Seriola Nuova di Chiari che per un certo tratto del suo percorso funge da linea di confine con il comune di Rodengo Saiano. Sul suo territorio sono presenti due rilievi collinari, Il Colle Lazzaretto, 145 m s.l.m., dove in via Molino è presente una salita con pendenza max. del 3%, e il Colle Sella, sul confine fra Ospitaletto e Castegnato. È alto 158 m s.l.m. e su esso è presente un parco naturale di 4 ettari, Bosco Sella, ormai in disuso.
L’origine del toponimo è incerta: secondo alcuni studiosi potrebbe derivare dal latino castanetum con significato di "bosco di castagni"; secondo altri potrebbe derivare dal gentilizio latino Castinus donde sarebbe poi derivato Castinea e infine Castegnato.
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È probabile che il paese abbia fatto parte del Territorium Civitatis e perciò dipendente spiritualmente dalla Plebs urbana che si estendeva per un raggio di circa 10 km intorno alla città. Castegnato, in epoca romana, era attraversato da un'importante strada romana consolare che metteva in comunicazione Brescia (lat. Brixia) con la Val Camonica (lat. Vallis Camunnorum) costeggiando il Lago d'Iseo (lat. Sebinus lacus: da cui il nome della strada) e terminando a Rognum (Rogno).
Nel periodo medievale Castegnato fu dotata di castello. Si narra[chi riporta il fatto?], infatti, che in contrada Torre ne esistesse uno, sia pur modesto, dal quale si ergeva una poderosa torre. È ignoto ancora a chi appartenesse, forse fu fatto costruire dal feudatario Beniamino da Manerba. Il territorio appartenne almeno in parte al monastero di Santa Giulia, mentre la parte più a nord-est fece parte dei beni del monastero di Rodengo.
Sotto Venezia dal 1426, Castegnato fece parte della quadra di Gussago e del quartiere di Rovato. Il console, affiancato da tre sindaci, convocava annualmente in un cortile i rappresentanti delle famiglie; in queste riunioni venivano anche scelti tre galeotti (marinai addetti alle "galere" veneziane), quattro guastatori e dodici fanti che erano messi a disposizione del governo centrale. Nel 1610 Castegnato contava 600 abitanti e il comune faceva fronte agli impegni economici con le imposte dei suoi tre mulini.
Le prime scuole sorsero intorno al 1650 e in seguito fu aperto un collegio femminile presso il convento. Sotto la dominazione napoleonica Castegnato era considerato frazione di Ospitaletto. Quest'unione ebbe termine nel 1816 allorché il governo austriaco instaurò una nuova organizzazione comunale.
Quest'ultima dominazione terminò all'alba del 14 giugno 1859 quando gli eserciti di Vittorio Emanuele II e di Napoleone III entrarono in paese. Toccò al sig. Lorenzo Panzerini l'onore di offrire il proprio palazzo al quartier generale del monarca sardo. Ne rimangono tangibili tracce nell'attuale dimora dei signori De Leone, in Località Case.
Lo stemma del comune è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 3 aprile 1933.[6][7]
«D'azzurro, al ramo di castagno con riccio aperto e fogliato in più ramoscelli.» |
(D.C.G. del 3 aprile 1933) |
È un'arma parlante ed è documentata almeno dal 1783, quando nel frontespizio del registro d'estimo del borgo compare un ramoscello di castagno come simbolo della Comunità di Castegnato.[6]
Il gonfalone è un drappo di bianco.
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È una grande tenuta agricola con nucleo centrale costituito da una villa settecentesca e dalle abitazioni seicentesche. Si trova al confine tra Castegnato e Ospitaletto.
Il nome è derivato da quello dei Baitelli, una ricca famiglia bergamasca di commercianti di stoffe, che nel Trecento si trasferirono in Franciacorta, acquisendo delle terre facendo costruire il primo nucleo edilizio del complesso. Nel 1670 la proprietà passò alla famiglia Martinengo, che diede inizio alla costruzione della villa. Dal 1838, estintosi l'ultimo dei discendenti, la tenuta passo varie volte di mano, iniziando una fase di decadenza, che, alla fine della Seconda guerra mondiale, durante la quale la struttura fu occupata, si trasformò in abbandono.
Oggi la Baitella è stata completamente ristrutturata su progetto dell'architetto Gianfranco Cominelli. Il restauro ha portato la villa ma anche gli edifici circostanti alla riconduzione del loro aspetto originario. Nella villa padronale sono stati ricavati degli alloggi esclusivi, dove sono stati conservati e restaurati gli elementi caratterizzanti dell'edificio. Nella cascina sono stati invece ricavati degli alloggi rustici. Il complesso è circondato da un parco di 30.000 m2.
I lavori di restauro della villa padronale, facciate, sale interne, elementi in pietra, dipinti murali e quanto di competenza sono stati condotti dal restauratore Stefano Tucci.
È la chiesa parrocchiale del paese. Sorse nel Quattrocento su una cappella precedente, i cui resti sono incorporati nella casa canonica e nel campanile. Nella seconda metà del XVII secolo si impose la necessità della costruzione di una nuova chiesa a causa dell'aumento demografico. La costruzione iniziò nel 1682 sotto la direzione, e forse anche su progetto, di Bartolomeo Spazio. Dopo due anni fu sospesa e si riprese poi definitivamente la costruzione nel 1685. Fu consacrata il 17 settembre 1693.
All'esterno il portale è composto da una statua di San Giovanni Battista, sorretta da cherubini e da due colonne a tutto tondo in marmo di Botticino. La navata risulta del XVII secolo, mentre transetto, cupola e presbiterio sono ben più recenti a causa degli ampliamenti degli anni '40 e '80 del 1900. La pala (olio su tela) dell'altare maggiore, opera di Sante Cattaneo, raffigura la Sacra Famiglia con San Vitale, San Giovannino e Sant'Antonio da Padova in una fastosa cornice barocca. Lungo tutta la navata sono presenti i ritratti dei Dodici Apostoli del 1714, dipinti da Antonio Paglia.
A destra, nel primo altare detto "di Sant'Anna", vi è una tela raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Angelo Custode, Anna e Gioacchino mentre nella nicchia del secondo altare a destra vi è una statua della Beata Vergine affiancata dai misteri dal Rosario e dalle statue di San Giovanni evangelista e San Marco; sotto alla statua della Madonna è presente la teca contenente i resti mortali del Patrono, San Vitale. Sul lato sinistro il primo altare detto "dei Santi Filippo Neri e Francesco di Sales" ospita un dipinto di Sante Cattaneo; nel secondo altare è presente un dipinto della Santa Croce affiancato dalle statue di San Luca e San Matteo. Nella controfacciata vi è una grande tela (450 x 280 cm) raffigurante la decollazione di San Giovanni Battista. Maestosa è anche la tela (390 x 340 cm) raffigurante l'Imposizione del nome del Battista collocata nel transetto destro.
Nella frazione denominata "Pianera", a sud dell'abitato di Castegnato sul confine con il comune di Travagliato, sorge l'antico Oratorio di Santa Maria in Silva. La frazione prende la denominazione da una nobile famiglia bresciana originaria di Quinzano d'Oglio: I Pianeri.[8] Il Monsignor Paolo Guerrini riporta uno scritto di Giuseppe Nember nel quale così parla dei Pianeri: «I Planeri ebbero case e fondi anche nel territorio fra Travagliato e Castegnato, e la grande fattoria Pianera ebbe da loro il nome perché era di loro proprietà... il 13 gennaio 1452 il Comune di Brescia concedeva la cittadinanza bresciana ai due fratelli Andreolo e Bartolomeo qm. Pietro Bono de Planeris. I Planeri erano emigrati in città di Quinzano loro patria natia[9]».
Certamente la famiglia aveva la residenza sui possedimenti in Pianera poiché nell'estimo delle contrade Borbone e Pianera del 1641 così si può leggere: «Pianeri Francesco quondam Andrea - un casamento da padrone e massaro a mezzodì della terra con sette corpi di stanze, quattro terranee e tre superiori, con aia, brolo, orto e colombaia, corcondata da muro...».[8]
Francesco Pianeri, unitamente al fratello Andrea, nel Seicento fece costruire un oratorio privato dedicato a Santa Maria in Silva, che serviva per le celebrazioni liturgiche alle quali partecipavano, oltre ai loro famigliari, i contadini della frazione e dei cascinali limitrofi.
Chiamata così perché Camillo Benso, conte di Cavour pernottò qui per una notte. La via si chiama proprio via Cavour in Località Case, che confina con il comune di Rodengo-Saiano e bagnata dalla Seriola Nuova. La località conta circa 180 abitanti ed è formata da 12-13 abitazioni. Dietro le abitazioni più a sud della località è presente un campo da calcio dove giocano le giovanili del Brescia Calcio e del Castegnato.
Nel centro storico, sulla strada che dalla Parrocchiale porta all'oratorio e al cimitero, si affaccia Villa Calini. Costruita nel XVIII secolo, fu la residenza di campagna dei conti Calini, ora è adibita ad abitazione privata.
Abitanti censiti[10]
Il paese è suddiviso in quattro contrade: la Piazzetta, il Molino, la Torre e le Porte.
La Piazzetta rimane a nord del paese, in Località Case. È di colore rosso e non confina con il Molino.
Il Molino è la contrada più estesa del paese. In passato era la meno abitata, ma la nuova urbanizzazione ha incrementato la popolazione della contrada. Rimane a sud del paese e i colori sono il bianco con tinte d'azzurro.
La Torre è la contrada meno estesa del paese, ma è una delle più abitate. È di colore blu, comprende buona parte del centro storico e confina con tutte le altre contrade.
Le Porte sono di colore verde e giallo (o oro) e richiamano i grandi portoni caratteristici della contrada. Si sviluppa sulla parte ad est del paese e, come la Torre, confina con tutte le altre contrade.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1860 | 1863 | Lorenzo Panzerini | Sindaco | ||
1863 | 1863 | Gaetano Gottardi | Sindaco f.f. | ||
1863 | 1864 | Angelo Mainetti | Sindaco f.f. | ||
1864 | 1864 | Giovanni Battista Bonomini | Sindaco f.f. | ||
1864 | 1866 | Angelo Mainetti | Sindaco f.f. | ||
1866 | 1867 | Nazzaro Panzerini | Sindaco | ||
1867 | 1889 | Pietro Trebeschi | Sindaco | ||
1892 | 1899 | Antonio Mainetti | Sindaco | ||
1899 | 1902 | Federico Rota | Sindaco | ||
1903 | 1903 | Ippolito Conte Calini | Sindaco | ||
1903 | 1908 | Giulio Chilovi | Sindaco | ||
1908 | 1916 | Ladislao De Leone | Sindaco | ||
1916 | 1920 | Angelo Lumini | Sindaco f.f. | ||
1920 | 1924 | Francesco Mainetti | Sindaco | ||
1924 | 1924 | Giacomo Provezza | Commissario Prefettizio | ||
1924 | 1926 | Francesco Panzerini | Sindaco | ||
1926 | 1928 | Isacco Baffelli | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1928 | 1928 | Franco Guarnieri | Commissario Prefettizio | ||
1929 | 1931 | Guglielmo Pedroni | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1931 | 1931 | Giuseppe Ontaci | Commissario Prefettizio | ||
1931 | 1934 | Francesco Panzerini | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1934 | 1934 | Giuseppe Giarruso | Commissario Prefettizio | ||
1934 | 1935 | Lorenzo De Leone | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1935 | 1942 | Federico Serlini | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1942 | 1943 | Antonio Rodengo | Commissario Prefettizio | ||
1943 | 1945 | Luigi Vecchi | Commissario Prefettizio | ||
1945 | 1945 | Beniamino Chilovi | Commissario Prefettizio | ||
1945 | 1945 | Guido Mangano | Comitato Liberazione Nazionale | Sindaco | |
1945 | 1945 | Francesco Savio | Comitato Liberazione Nazionale | Sindaco | |
1945 | 1946 | Gervasio Mainetti | Comitato Liberazione Nazionale | Sindaco | |
1946 | 1956 | Giuseppe Mainetti | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1956 | 1960 | Francesco Vecchi | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1960 | 1964 | Luigi Presti | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1964 | 1968 | dott. Arturo Crema |
Democrazia Cristiana |
Sindaco | |
1968 | 1968 | Ottorino Piovanelli | Democrazia Cristiana | Sindaco f.f. | |
1968 | 1980 | Agostino Rodengo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1980 | 1990 | Carlo Ciapetti | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1990 | 2004 | dott. Lorenzo Vimercati | Democrazia Cristiana, poi Unione di Centro | Sindaco | |
2004 | 2014 | Giuseppe Orizio | Partito Democratico | Sindaco | |
2014 | 2019 | Gianluca Cominassi | Partito Democratico | Sindaco | |
2019 | in carica | Gianluca Cominassi | Civica Castegnato | Sindaco | |
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