Cascina Biscia (Cassina Bissa in dialetto locale), nota semplicemente anche solo come Biscia, è una località del comune di Cesate, nella Città Metropolitana di Milano, in Lombardia. Collegata direttamente con la Strada statale 233 Varesina.
Cascina Biscia frazione | |
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Cascina Biscia | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() ![]() |
Territorio | |
Coordinate | |
Altitudine | 190 m s.l.m. |
Superficie | 1 km² |
Abitanti | 1 200 |
Densità | 1 200 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 20031 / 20024 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | biscesi o anche bisciaioli |
Patrono | ufficialmente nessuno |
Giorno festivo | ultima domenica di maggio |
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Cascina Biscia (Cassina della Bicia) | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Lombardia |
Località | Cesate |
Indirizzo | via Biscia |
Coordinate | 45°35′13.7″N 9°04′04.28″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVI secolo |
Uso | Privato |
Piani | 2 |
Realizzazione | |
Committente | famiglia Di Colza, famiglia Caravaggio |
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Una parte della località è amministrata dal comune di Garbagnate, da cui dista circa 1 chilometro in linea d'aria, mentre una piccola parte ad ovest, principalmente agricola, è amministrata dal comune di Caronno Pertusella.
Il territorio della località è quasi completamente pianeggiante, tipico dell'alta pianura lombarda, e si trova all'estremo lembo orientale della regione grografica dell'Alto Milanese, integrato nel bacino idrico del fiume Olona, nella porzione di pianura tra i torrenti Lura e Guisa.
Il territorio attorno al centro urbano della località è caratterizzato da più o meno ampi terreni agricoli con piccoli e sporadici boschetti.
Il sottosuolo biscese era un tempo ricco di materie prime utili per il settore dell'edilizia, infatti nella prima metà del XVIII secolo il marchese di Cesate e Cassina Pertusella Francesco Gozzi da Casalmaggiore decise di aprire una cava di materiali, che continuò a fornire materiali all'edilizia locale fino al 1915.
Il clima è anch'esso tipico della pianura lombarda, caratterizzato da estati calde e afose e da inverni freddi con poche nevicate e con il frequente fenomeno della brina.
In origine la Cascina era chiamata "Cassina della Bicia", come testimoniano i documenti di fine 1800. Iniziò ad essere chiamata "Cascina Biscia" solo agli inizi del 1900.
Le origini di questo nome sono incerte e vanno indietro nei secoli, forse deriva dalla strada che metteva in comunicazione la Cascina al paese che seguiva un corso tortuoso, come la biscia quando si muove.
Prima della costruzione della cascina, il territorio tra Cesate e Garbanate era completamente coperto da fitti boschi che soffocavano i pochi terreni coltivabili.
Quando questo territorio (con i paesi circostanti) venne acquistato dalla famiglia nobile dei Caravaggio, iniziò una serie di bonifiche agricole nei boschi attorno alle curtis di Cesate, Pertusella e Garbagnate e venne commissionata dalla famiglia la costruzione di cinque cascine dove sistemare i nuovi contadini (le cascine Selva, Palazzetta, Fornacia, Bariola e Bicia).
Nonostante non si conosca l'esatto anno di fondazione della cascina, è documentato che essa risulti abitata già fin dal 1574, quando vi dimoravano 15 persone (appartenenti alle famiglie Caronno e De Golpi) che coltivavano i terreni sotto il massaro Carlo di Conza.[1]
Dalla seconda metà del 1800 la cava della Biscia e i campi attorno alla cascina iniziarono a venire trascurati dai coltivatori a causa dei carichi di diversa natura che il padrone faceva coltivare.
Nel 1920, Cesate e le terre circostanti, di proprietà di un orfanotrofio milanese, vennero cedute ai contadini, fino ad allora affittuari. I neo-proprietari vollero restaurare gli immobili ed anche alla Biscia si decisero, tra le altre modifiche ed innovazioni, l’allargamento e la sistemazione della vecchia strada che unisce al paese, stendendo un notevole strato di ghiaia.
Durante la guerra civile italiana, gli abitanti della località costruirono diverse gallerie sotterranee per proteggersi dai bombardamenti, gallerie che crollarono dopo la guerra, assieme alla cava che venne coperta alla fine degli anni '40.[2]
Nel 1960 venne costruito, accanto alla Linea ferroviaria Milano-Saronno (che attraversa la località), il Villaggio Alfa-Romeo, complesso residenziale per i dipendenti dello Stabilimento Alfa-Romeo di Arese e per le loro famiglie.[1]
A partire dagli anni '80 la località fu oggetto di una forte espansione urbana, che portò il centro abitato a raddoppiare la propria area e ad unirsi quasi completamente con il centro abitato di Cesate.
Il crocefisso è opera del maestro Jago Vioni, che lo ha realizzato con lo stesso materiale del monumento all'AVIS della sezione di Cesate, ovvero cemento. L'opera è sita in via Manzoni (ang.via Petrarca), accanto al parco giochi comunale.[3]