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Canicattì (Caniattì in siciliano) è un comune italiano di 35 204 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Canicattì
comune
Canicattì – Veduta
Canicattì – Veduta
Il centro storico
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoVincenzo Corbo (lista civica) dal 26-10-2021
Territorio
Coordinate37°21′36″N 13°51′04″E
Altitudine465 m s.l.m.
Superficie91,86 km²
Abitanti34 204[1] (31-8-2022)
Densità372,35 ab./km²
Comuni confinantiSerradifalco (CL), Montedoro (CL), Caltanissetta (CL), Delia (CL), Castrofilippo, Racalmuto, Naro
Altre informazioni
Cod. postale92024
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084011
Cod. catastaleB602
TargaAG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Nome abitanticanicattinesi
Patronosan Pancrazio
Giorno festivo3 aprile
Cartografia
Canicattì
Canicattì – Mappa
Canicattì – Mappa
Posizione del comune di Canicattì nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Geografia fisica


Il territorio di Canicattì si trova al confine fra le province di Agrigento e quella di Caltanissetta, in una conca naturale (l'alta valle del fiume Naro) circondata da basse colline, assai fertile e tradizionalmente vocata alle colture frutticole (un tempo il mandorlo, oggi l'Uva Italia, l'uva da mosto, la pesca e l'albicocca). L'area si differenzia notevolmente dal territorio circostante; tale differenza ha favorito sia il paesaggio agricolo che il centro urbano. Più verde e florido il primo, maggiormente ricco di attività commerciali, anche all'avanguardia, e di animazione cittadina il secondo, rispetto ai centri vicini di entrambe le province.


Territorio


Con Regio Decreto firmato da re Vittorio Emanuele III dal 19 febbraio 1934 si fregia del titolo di città.

Teatro Sociale di E. Basile
Teatro Sociale di E. Basile
Villa Firriato di E. Basile
Villa Firriato di E. Basile

Storia


I resti archeologici ritrovati nella città e nelle zone adiacenti testimoniano l'estistenza di un abitato già in epoca pre-romana. Il nome di Canicattì è probabilmente di origine araba: deriverebbe dalla forma latina Candicattinum, adattamento dall'arabo خندق الطين Khandaq al-ṭīn[senza fonte], ossia "fossato di fango" o "fossato di argilla"; tale toponimo è stato ritrovato in una carta geografica della Sicilia del periodo di dominazione Saracena.[3]

Dopo la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, il signore del luogo, probabilmente l'Emiro Melciabile Mulè, fu assediato e sconfitto dal barone Salvatore Palmeri (1087), che era al seguito del conte Ruggero e questi per ricompensa gli offrì la spada e il dominio del feudo. Sotto la signoria dei Palmeri, la fortezza araba venne ampliata e prese l'aspetto di un vero e proprio castello con una torre.

Ai normanni successero i Francesi, cacciati poi dagli Aragonesi. Nel 1448 il feudo di Canicattì venne ceduto da Antonio Palmeri, che non aveva figli, al nipote Andrea De Crescenzio. Questi ottenne dal re Giovanni d'Aragona la Licentia populandi, cioè la facoltà di ampliare i confini del feudo, di incrementare gli abitanti e di amministrare la giustizia. Sotto il De Crescenzio, Canicattì era una comunità rurale che contava da mille a millecinquecento abitanti, insediati nella parte alta della città. Ad Andrea succedette il figlio Giovanni, che non avendo figli maschi, lasciò la baronia al genero Francesco Calogero Bonanno, nel 1507.

Con il casato Bonanno la città conobbe un considerevole incremento demografico; i feudatari, prima baroni, poi duchi e infine principi della Cattolica, fecero costruire splendidi edifici e fontane. La signoria dei Bonanno durò fino a tutto il Settecento, ma verso la fine del secolo iniziò il suo declino; la società feudale si avviava a scomparire. L'ultimo dei Bonanno, nel 1819, cedette la signoria di Canicattì al barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro.

Dopo le sommosse e rivoluzioni del 1848 e 1859/61, raggiunta l'unità d'Italia a Canicattì sorsero banche, mulini e stabilimenti che incrementarono il commercio. Per tutto il corso del Novecento l'economia della città si è basata fondamentalmente sull'agricoltura (uva da tavola soprattutto), commercio e settore terziario.

Per la sua prosperità agricola, fondata soprattutto sulla coltura dei vigneti di uva da tavola, Canicattì è stata annoverata nel 1987 tra i Cento Comuni della Piccola-Grande Italia.

È stata centro (seppur minore rispetto alle grandi città dell'isola) di laboratori politici sia di centro-destra che di sinistra ed è stata vittima, a volte, di gravi episodi, come le stragi tedesca e statunitense del 1943 e quella del 1947. La città è da secoli il centro più importante lungo la direttrice di comunicazioni - oggi stradali e ferroviarie - fra Agrigento e Caltanissetta (e da qui verso Catania e Palermo).

Alla fine degli anni sessanta la coltivazione dell'Uva Italia assunse un ruolo fondamentale per l'economia del territorio, e quasi tutti i canicattinesi negli anni settanta possedevano una vigna. Veniva a Canicattì gente di Gela, San Cataldo, Delia e altri comuni del circondario per lavorare; il boom economico portò Canicattì tra i 100 comuni italiani col maggior reddito pro capite; i mercati erano sempre affollati e concitati. Poi, a causa dell'eccessivo numero di vigne (molte delle quali piantate in terreni inadatti), alla disorganizzazione e all'improvvisazione del territorio, l'industria dell'Uva Italia decadde anche a causa della concorrenza pugliese e di quella di Mazzarrone, agli inizi degli anni novanta.[senza fonte]

Nel 2004 il Comune di Canicattì è stato sciolto per infiltrazioni mafiose ed è stato retto, fino al 2006, da una Commissione straordinaria di nomina governativa, che ha ripristinato la legalità e l'efficienza della macchina amministrativa, realizzando anche importanti opere pubbliche: restauro del Teatro Sociale, Palasport "Saetta e Livatino", Piscina comunale, rifacimento di Largo Aosta, realizzazione della nuova Via Giglia.

Il dialetto di Canicattì, essendo la città tra le province di Agrigento e Caltanissetta, ha sue peculiarità che non si trovano in altre parti dell'isola (ad esempio buenu al posto di bonu) e che influenzano il circondario.


Ricorrenze



Simboli


Lo stemma di Canicattì è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 29 aprile 1930.[4]

«Campo di cielo, al Nettuno sdraiato, posto sopra un mare al naturale, movente dalla punta e sormontato da un angelo posto di fronte, al naturale.»

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 14 febbraio 1930[4], è un drapppo di verde.


Onorificenze


Titolo di Città
«Regio decreto del 19 febbraio 1934[4]»

Monumenti e luoghi d'interesse


Tra i monumenti più importanti si ricordano:

Veduta dalla Chiesa Madre.
Veduta dalla Chiesa Madre.
Chiesa Madre.
Chiesa Madre.
Panorama.
Panorama.

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[5]


Cultura


Lo stesso argomento in dettaglio: Accademia del Parnaso.
L'intero Parnaso, con Apollo e le nove Muse, nella piazza centrale canicattinese
L'intero Parnaso, con Apollo e le nove Muse, nella piazza centrale canicattinese

La città è nota anche per l'Accademia del Parnaso, nata nel 1922, e che, attraverso la poesia e il suo "Statuto" prendeva di mira il potere e molti aspetti della vita del tempo. Tra i fondatori, che potrebbero benissimo essere paragonati alle "maschere" della commedia dell'arte si ricordano un oste, il quale declamava i suoi versi all'interno della sua attività, il fascista don Ciccio Giordano, un filosofo, professore universitario e pedagogo, il prof. Calogero Angelo Sacheli, un farmacista-giornalista-polemista e cioè il socialista Diego Cigna, un barone eccentrico e grande viaggiatore, Agostino La Lomia[6], un avvocato, il quale durante un processo chiese la perizia psichiatrica per il suo assistito solo per aver scelto lui come difensore, Salvatore Sanmartino, un poeta, definito il "cantore di Agrigento", Francesco Macaluso, un sarto, Giuseppe Paci, autore delle famose "Maschere", un commerciante di cereali, Pietro Greco. Tra i suoi arcadi vanno ricordati: Luigi Pirandello, Marta Abba, Filippo Tommaso Marinetti, Adriano Tilgher (che la definì la "più audace Accademia satirica italiana"), Leonardo Sciascia e tanti altri.


Geografia antropica



Suddivisioni storiche


I principali quartieri sono quelli di Borgalino e della Badìa, siti nel centro storico, nella parte alta della città; l'Acquanova, situato attorno al punto in cui si trovava l'omonima fontana che serviva da abbeveratoio; Rovitelli, vicino a Largo Aosta (la principale piazza del comune e sede della stazione degli autobus); gli altri quartieri prendono più che altro il nome dalle parrocchie adiacenti.

La principale via cittadina è corso Regina Margherita, chiamato comunemente "Corso", che si dirama dalla chiesa di San Diego. Piazze di importanza rilevante sono piazza IV Novembre e largo Aosta. Altro punto di riferimento è il ponte di ferro decorato con murales raffiguranti papa Giovanni Paolo II e personaggi cittadini.


Economia


Canicattì Centro storico
Canicattì Centro storico

Favorita dalla posizione strategica, già verso la fine dell'Ottocento la città ferveva di attività commerciali e industriali di rilievo; l'agricoltura vi appariva avanzata ed era presente anche un forte comparto minerario, con estrazioni di salgemma e zolfo (il territorio è contiguo all'altopiano solfifero che si estende a Ovest del comune).

Negli anni settanta del Novecento l'economia canicattinese prese un forte slancio grazie all'esplosione del fenomeno della coltura intensiva dell'uva bianca da tavola della varietà 'Italia'. In quegli anni la ricchezza apportata dall'agricoltura fu improvvisa e ingente, tanto da porre la città fra i centri italiani più dinamici durante il "boom" economico degli anni ottanta, al pari di cittadine del centro-nord del Paese.

Vigneti e pescheti di Canicattì
Vigneti e pescheti di Canicattì

L'afflusso di denaro portò il fiorire di attività commerciali e, in minor misura, industriali. Comportò, altresì, un sia pur limitato aumento della popolazione (dai 28.094 abitanti del 1971 ai 32.344 del 1991), che peraltro assume maggior peso se guardato nella prospettiva locale di uno spopolamento pressoché generalizzato dei centri urbani della Sicilia interna e collinare-montana. Veri e propri fenomeni di immigrazione interna favorirono tale aumento: molti cittadini provengono dai centri vicini, e si sono trasferiti a Canicattì, spesso, dopo avervi studiato, poiché la città è anche sede di diversi istituti di istruzione secondaria (che coprono un largo raggio di tipologie). Era presente anche un'immigrazione interna stagionale, per la raccolta dell'uva, oggi perlopiù sostituita dall'immigrazione dall'estero (Romania e Marocco, in primo luogo).

Uva da Tavola 'Italia' di Canicattì
Uva da Tavola 'Italia' di Canicattì

Negli ultimi anni, però, la monocoltura dell'uva da tavola ha mostrato i suoi lati negativi, accusando fortemente le crisi stagionali e la costante riduzione del prezzo di vendita all'ingrosso (in termini reali, e fino al rialzo del 2005). Sono stati quindi espiantati molti vigneti. Su alcuni dei terreni così liberati sono stati impiantati pescheti. I pescheti sono estesi per ca. 2.000 ha, e cominciano a diffondersi le coltivazioni di albicocche e di uva da mosto. Quest'ultima - presente soprattutto con il vitigno Nero d'Avola - produce alcuni ottimi vini e il settore sembra offrire qualche spunto d'ottimismo, rafforzato, per l'uva da tavola, dall'avvio della produzione IGP, la cui qualità può spuntare sul mercato prezzi ben più alti di quella priva di certificazione europea.

Nonostante le difficoltà del comparto agricolo, apparse gravi negli anni successivi al 2001, l'agricoltura rimane, finora, la prima attività economica del comune, con circa il 28% degli occupati. Segue il commercio con il 21%, la pubblica amministrazione con il 9%, l'industria edile con l'8,5%, l'industria manifatturiera con l'8%, l'istruzione con l'8%, le intermediazioni con il 4,6%, i trasporti e le comunicazioni con il 3,7%, gli affari immobiliari con il 3,3%, la sanità con il 3%, gli altri servizi pubblici con il 3% e gli esercizi alberghieri e di ristorazione con il 2%.

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[7].


Infrastrutture e trasporti



Strade



Ferrovie



Amministrazione


Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 marzo 1988 30 maggio 1990 Giuseppe Aronica Democrazia Cristiana Sindaco [8]
31 agosto 1990 7 settembre 1992 Giovanni Asti Democrazia Cristiana Sindaco [8]
30 ottobre 1992 30 luglio 1993 Cataldo Manganaro Democrazia Cristiana Sindaco [8]
27 settembre 1993 10 febbraio 1994 Marco Notarstefano Democrazia Cristiana Sindaco [8]
29 giugno 1994 8 giugno 1998 Carmelo Cammalleri Alleanza Nazionale Sindaco [8]
8 giugno 1998 7 dicembre 1999 Antonio Scrimali Partito Democratico della Sinistra Sindaco [8]
7 dicembre 1999 1º maggio 2000 Francesco Marsala Comm. straordinario [8]
1º maggio 2000 6 settembre 2004 Antonio Scrimali centro-sinistra Sindaco [8]
6 settembre 2004 27 giugno 2006 Vittorio Vasques Comm. straordinario [8]
6 settembre 2004 27 giugno 2006 Filippo Romano Comm. straordinario [8]
6 settembre 2004 27 giugno 2006 Gaetano Ferrante Comm. straordinario [8]
27 giugno 2006 16 giugno 2011 Vincenzo Corbo centro-sinistra Sindaco [8]
16 giugno 2011 20 giugno 2016 Vincenzo Corbo Sindaco [8]
20 giugno 2016 26 ottobre 2021 Ettore Di Ventura Partito Democratico Sindaco [8]
26 ottobre 2021 in carica Vincenzo Corbo lista civica Sindaco [8]

Altre informazioni amministrative


Il comune di Canicattì fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.4 (Colline del Salso e di Naro)[9].


Sport


La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Canicattì Calcio che nasce su iniziativa di Carmelo Marchese Ragona nel 1928 (e viene nuovamente fondata nel 2014 dopo un periodo di inattività). Ha militato in Serie C negli anni quaranta ed in Serie C2 tra il 1982 ed il 1985 e al momento nel girone I della Serie D.

Altre squadre calcistiche comunali furono la Matteotti, che arrivò in Prima Categoria negli anni settanta, e l'Atletico Canicattì che arrivò in Promozione negli anni ottanta; infine la Libertas Gaudium, che ha raggiunto [quando?] la seconda categoria.

Negli ultimi anni ha assunto importanza il basket, con la Gaudium Basket Canicattì che ha disputato la Serie B2 a partire dal 2005 fino al suo scioglimento nel 2013.

La Naty Volley, squadra principale di pallavolo femminile, nella stagione 2018/2019 ha raggiunto per la prima volta la promozione al campionato nazionale di serie B2.


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Da abbandonare l'etimologia proposta da M. Amari, Bibl. ar-sic. I, 96, di Ayin al-qattà, cioè Fonte del tagliatore di pietra. - Ignazio Scaturro, Storia della città di Sciacca, p. 195, 1924.
  4. Canicattì, su Archivio Centrale dello Stato, Ufficio araldico - Fascicoli comunali.
  5. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  6. IL BARONE AGOSTINO LA LOMIA, ULTIMO DEGLI ARCADI E DEI GATTOPARDI, su solfano.it. URL consultato il 31 marzo 2020.
  7. Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020, su eur-lex.europa.eu.
  8. http://amministratori.interno.it/
  9. GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 24 luglio 2011.

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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[de] Canicattì

Canicattì .mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}[kanikatˈti] ist eine Stadt im Freien Gemeindekonsortium Agrigent in der Region Sizilien in Italien mit 35.530 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019).

[en] Canicattì

Canicattì (Italian pronunciation: [kanikatˈti]; Sicilian: Caniattì) is a town and comune (municipality) in the Province of Agrigento in the Italian region Sicily, located about 90 kilometres (56 mi) southeast of Palermo and about 34 kilometres (21 mi) east of Agrigento. In 2016, it had a population of 35,698.[2]

[es] Canicattì

Canicattì [kanikatˈti] es una comuna siciliana, en la provincia de Agrigento.

[fr] Canicattì

Canicattì (prononcé : [kanikatˈti]) est une ville italienne d'environ 34 000 habitants, située dans la province d'Agrigente en Sicile.
- [it] Canicattì

[ru] Каникатти

Каникатти (итал. Canicattì) — коммуна в Италии, располагается в регионе Сицилия, в провинции Агридженто.



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