Borzoli (Bòrzoi /bɔrːzui/ in ligure) è un quartiere del ponente di Genova, posto su un'altura a cavallo tra la val Polcevera e la valle del Chiaravagna. Comune autonomo fino al 1926, nell'attuale ripartizione amministrativa del comune di Genova è diviso in due distinte "unità urbanistiche", "Borzoli Est e "Borzoli Ovest, la prima compresa nel Municipio V Valpolcevera, la seconda nel Municipio VI Medio Ponente.
Borzoli ex comune, quartiere | |
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Panorama di Borzoli (nell'immagine la chiesa di Santo Stefano con il vicino oratorio, la stazione ferroviaria e le cave di calcare dimesse) | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Città metropolitana | Genova |
Comune | Genova |
Amministrazione | |
Data di soppressione | 1926 |
Territorio | |
Coordinate | 44°26′09″N 8°51′58″E |
Superficie | 10,445 km² |
Abitanti | 4 706 (31-12-2017) |
Densità | 450,55 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 16153 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | borzolesi |
Circoscrizione | Municipio VI Medio Ponente - Municipio V Valpolcevera |
Cartografia | |
Mappa dei municipi di Genova | |
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Il toponimo deriva dal latino "Boreas" (tramontana) dal quale sarebbe derivato il toponimo ligure Borzoi, con riferimento al vento di tramontana che spira nei mesi invernali nella zona del basso valico tra Polcevera e Chiaravagna[1] oppure con il significato di "gente a tramontana", cioè la gente a nord di Sestri Ponente.
Borzoli confina a sud e ovest con Sestri Ponente, a nord con il comune di Ceranesi e per un breve tratto con la val Varenna (Pegli), a est con Bolzaneto, Rivarolo e Cornigliano. Le due unità urbanistiche che ne fanno parte si estendono complessivamente su 10,445 km², di cui solo 2,09 urbanizzati[2], e comprende quasi tutto il versante sinistro della val Chiaravagna a monte dell'autostrada A10 e la breve valle del torrente Fegino, affluente del Polcevera. Le due zone sono separate da una porzione del lungo crinale montuoso (un tempo denominato Bigé) che distaccandosi dallo spartiacque ligure-padano presso i Piani di Praglia giunge al mare nella zona di Cornigliano e separa la val Polcevera dalle valli del Chiaravagna e del Varenna. I principali rilievi in quest'area sono il bric Rocca dei Corvi e il bric Teiolo.
Le prime notizie documentate su Borzoli risalgono all'XI secolo. A quell'epoca il borgo già godeva dei benefici economici derivanti dal fatto di trovarsi in una posizione privilegiata sulla viabilità del tempo. Borzoli, per la sua conformazione geografica, era un importante crocevia da cui transitavano le strade che collegavano Genova con la Francia o con i valichi appenninici che portavano nella pianura Padana (passo della Bocchetta e Capanne di Marcarolo). La sua importanza era accresciuta dal fatto di trovarsi a poca distanza dal porto naturale costituito dal cosiddetto golfo di San Lorenzo o del Priano, che nei tempi più antichi, prima di essere interrato dai depositi alluvionale del Chiaravagna, era un importante approdo a ponente di Genova, sulla cui area oggi si estende il moderno abitato di Sestri Ponente.[1][3]
Il valico di Borzoli, popolarmente chiamato "Lensisetta", a soli 86 metri slm, raggiungibile grazie ai guadi sul Polcevera che si trovavano all'altezza di Rivarolo, costituiva una comoda via di transito sulla strada tra Genova e la Riviera di Ponente, evitando il difficoltoso attraversamento del torrente in prossimità della foce, tra Sampierdarena e Cornigliano.[1]
Dal XII secolo e per i successivi quattro secoli Borzoli fece parte della podesteria di Voltri della Repubblica di Genova, che si estendeva a ponente fino a Cogoleto. La vocazione agricola della zona accentuò i legami con la città. Il territorio, che allora come oggi non aveva un centro abitato compatto, ma era caratterizzato da piccoli nuclei attorno alla pieve di Santo Stefano, alla chiesa Sant'Ambrogio di Fegino e presso l'incrocio viario del valico oltre che da insediamenti rurali sparsi e ville padronali al centro di poderi circondati da alti muri, mantenne questo aspetto fino alla prima metà del XIX secolo, quando i primi insediamenti industriali vennero a modificare definitivamente il paesaggio originario. A testimonianza di questo periodo, lungo le antiche vie di comunicazione che attraversavano il territorio di Borzoli restano diverse case rurali risalenti ai secoli dal XV al XVIII la cui struttura rispecchia la tipica tradizione costruttiva ligure, con muri portanti in pietra, strutture dei solai e delle coperture in legno e copertura in lastre di ardesia.[1][3][4][5]
Con la fine della repubblica di Genova, agli inizi dei XIX secolo, Borzoli divenne un comune autonomo e tale rimase fino al 1926 quando fu soppresso in occasione della costituzione della Grande Genova[6] e l'anno seguente (aprile 1927) il suo territorio fu smembrato, a livello amministrativo locale, tra quelle che allora erano chiamate delegazioni attigue, Rivarolo e Sestri Ponente, seguendo una linea di confine lungo la cresta montuosa che fa da spartiacque tra le valli del Polcevera e del Chiaravagna, dal bric Rocca dei Corvi a via Cristo di Marmo e alla collina di Coronata.[1]
Così il Casalis descriveva il comune di Borzoli intorno alla metà dell'Ottocento:
«Borzoli , com. nel mand. di Sestri di Ponente, prov. dioc. e div. di Genova. Dipende dal senato, intend. gen. prefett. ipot. e posta di Genova, insin. di Voltri. Frazioni di Borzoli sono Borlo , Pieve, Priano, Panigaro, Serra, Prè, e massimamente Fegino, a cui pure sono unite parecchie villate. Le strade comunali non vi si possono praticar con vetture. A levante di Pian di Borlo, per due stretti passaggi, si entra da Fegino nella via, che per la cima dei balzi, dalla Pieve, e da Priano mette a Lencisa superiore: per questa via nel 1800 tentò di scendere una compagnia di soldati francesi, che furono parte uccisi, e parte sbaragliati dai contadini del luogo. Nello stesso anno, il dì della quarta domenica dopo Pasqua, un corpo di due mila uomini, sotto gli ordini di Massena, s'introdusse dal Polcevera nel canale tra Borzoli, e Fegino, mettendo a sacco le case adiacenti: ma i terrazzani diedero mano alle armi, e lo respinsero sino al monte di Coronata. Il comune ricava un guadagno dal mantenimento di molte vacche, il cui latte vendesi in Genova. Si raccolgono olive e castagne in poca quantità ed uve in abbondanza. Si usano i pesi e le misure di Genova. Popolazione Borzoli 1101. Fegino 850.» |
(Goffredo Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1849) |
Il comune si estendeva in senso longitudinale da nord a sud, dal torrente Trasta, affluente di destra del Polcevera, fino al mare tra Sestri Ponente e Cornigliano, dove era un tempo la spiaggia della Fossa di Calcinara (interrata negli anni cinquanta per la costruzione dell'aeroporto Cristoforo Colombo). L'antico comune occupava su una superficie assai maggiore di quella delle attuali due unità urbanistiche e comprendeva anche la località di Trasta, oggi aggregata a Rivarolo, e l'area di Calcinara con tutta la zona, oggi parte di Sestri Ponente, alla sinistra del Chiaravagna, un tempo anch'essa poco popolata, ma massicciamente edificata nel secondo dopoguerra (questa zona oggi viene comunemente chiamata San Nicola, prendendo il nome dalla seicentesca chiesa dedicata a San Nicola da Tolentino).
La "Festa dell'Ascensione", | ||
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Così ancora il Casalis:
«... nel territorio di Borzoli, come in quello di Fegino esistono molti palazzi spettanti a ragguardevoli famiglie genovesi. Sono essi per la più parte assai belli, provvisti di oratorio, e ornati di vago giardino.» |
(Goffredo Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1834) |
La maggior parte di queste ville sono allineate lungo l'asse via Fratelli di Coronata-via al Forte di monte Guano; tra queste villa Vagge (Palazzo Carola), villa Saettone (detta "il casone"), villa Conte e villa Spinola. Altre, dall'aspetto meno imponente, si trovano in via del Priano, tra queste villa Paradis, dove una targa ricorda un breve soggiorno di Garibaldi nel 1858.[1]
L'economia locale era un tempo basata sull'agricoltura e sulle cave di calcare e fornaci per la produzione di calce e cemento, delle quali si vedono resti presso la chiesa parrocchiale di Santo Stefano. A partire dal XIX secolo vi vennero impiantate piccole industrie e aziende artigiane, che tuttora caratterizzano l'economia del territorio.
L'unità urbanistica Borzoli Ovest, che comprende la porzione di territorio nella valle del Chiaravagna, estesa su 7,14 km²[2] con 2250 abitanti (al 31 dicembre 2017).[23] Già parte della circoscrizione di Sestri Ponente, dal 2007 è compresa nel Municipio VI Medio Ponente.
«Pieve confina a levante con Borlo , a ponente con Priano, a borea colla cresta de' monti, ad ostro col mare, mediante la spiaggia. Gli abitatori ne sono tutti contadini affittajuoli Priano confina a levante colla Pieve, a tramontana colla cresta delle anzidette montagne, e con una estesa valle detta Ramasso, tutta ingombra di macigni. Non evvi altra cosa riguardevole fuorché una fabbrica, in cui si lavora il sal chimico, spettante al marchese Giorgio Doria. In Panigaro sono tre molini, ed una fornace per cuocere la pietra calcare. Serra sta a tramontana di Panigaro.» |
(Goffredo Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1849) |
La popolazione è concentrata soprattutto nella zona attorno alla pieve di Santo Stefano, nei pressi della stazione ferroviaria, oggetto di una contenuta espansione edilizia tra gli anni sessanta e settanta, e nella località Priano, meno interessata da nuovi insediamenti e che conserva ancora esempi di tipiche case rurali liguri. Le aspre colline dell'alta valle del Chiaravagna sono invece scarsamente popolate; vi si trovano le piccole frazioni di Panigaro, Serra e San Pietro ai Prati, (con una chiesa intitolata a San Pietro, costruita nel 1786). Alla testata della valle del rio Cassinelle, al confine con il comune di Ceranesi, si trova la grande discarica comunale di Scarpino.
Priano (in genovese Prian), prende nome dall'antico golfo dove oggi sorge la Sestri moderna. È costituito dalle case allineate lungo via Priano, un'antica creuza, chiusa ai bordi da alti muri, che da Sestri Ponente sale a raccordarsi con le antiche vie di comunicazione, via Rivassa che conduce verso la pieve di Santo Stefano e via Superiore Priano, che prende poi il nome di via Cassinelle, sale fino alla chiesetta di San Rocco per poi proseguire verso Cassinelle e l'entroterra.[1]
San Pietro ai Prati (in genovese San Pê ai Prè) si trova nell'alta valle del rio Bianchetta, a 413 m slm. Il toponimo è riferito alla conca prativa in cui sorge il piccolo nucleo di case intorno alla chiesetta dedicata a San Pietro.
«Prè confina a borea e ponente con Serra. Evvi un oratorio di s. Pietro, statovi edificato nel 1786, con abitazione per un cappellano, che celebra in esso i divini misteri a pro di 26 famiglie della borgata; e di 14 altre, che molto difficilmente si recherebbero alle parrocchia, cui sono soggette. Le campagne di Prè non danno che fieno e castagne. Gli abitanti si procurano un guadagno col portare sulle proprie spalle la molta legna che si abbrucia in coteste fornaci.» |
(Goffredo Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1849) |
Il borgo di San Pietro ai Prati si raggiunge dalla Serra di Panigaro percorrendo la via Monte Timone che risale con stretti tornanti il versante sinistro della val Chiaravagna fino alla località Timone, da dove scende nella valle del rio Bianchetta fino alla chiesa di San Pietro.
L'unità urbanistica Borzoli Est comprende la porzione di territorio nella valle del torrente Fegino, estesa su 3,30 km²[2] con 2456 abitanti (al 31 dicembre 2017).[23] Già parte della circoscrizione di Rivarolo, dal 2007 è compresa nel Municipio VI Medio Ponente. Questa zona, affacciata sulla val Polcevera, comprende le frazioni di Burlo e Fegino.
Fegino (in genovese Fegìn) è una frazione collinare (86 m slm), sul crinale tra la val Polcevera e quella del suo affluente, il rio Fegino (o Pianego).
«Fegino ha una parrocchia sua propria, titolata col nome di sant'Ambrogio: confina a levante col torrente Polcevera, a ostro e ponente colla parrocchia di santo Stefano di Borzoli, a borea con quella di s. Martino di Marta, mediante il rivo di Trasta. I terrazzani di Fegino sono tutti agricoltori; e la più parte affittajuoli. In una concia di pelli vi sono occupati 22 operai. Il vino, le castagne e le olive in qualche quantità ne sono i prodotti. Oltre la parrocchiale evvi un tempietto per la confraternita della SS. Trinità.» |
(Goffredo Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1834) |
Il nome Fegino è fatto derivare da uno dei pochi toponimi romani della val Polcevera, ad Figlinas, citato dalla Tabula Peutingeriana. Il termine, dal latino "figulus" (vasaio) attesta la presenza in epoca romana di manifatture di vasi e laterizi. Nel comprensorio di Fegino e Borzoli era comune la presenza di cave di argilla e di fornaci, come attestato da documenti medioevali. Frammenti di ceramiche e resti di manufatti riferibili a fabbriche di età romana sono stati più volte individuati da indagini archeologiche condotte nel XX secolo.[10]
Al culmine della collina si trova la chiesa di Sant'Ambrogio, ben visibile anche da lontano per la grande cupola ottocentesca.[1][10]
Fegino fu un centro di via sulla pista diretta a nord che correva sul crinale destro del Polcevera, oggi denominata via della Costiera, mentre ai piedi della collina si accede al valico di Borzoli, dove la strada confluiva nella via principale proveniente da Genova, proveniente dai guadi di Certosa e diretta a Sestri Ponente, che si sviluppava sul versante destro della valle, verso Coronata. Anche se il percorso dell'antica strada, oggi denominata via Fratelli di Coronata, è stato pesantemente mutilato nel XX secolo per la costruzione di depositi petroliferi, quanto ne rimane testimonia, con le ville e i giardini circondati da alti muri, un lontano passato di ricche villeggiature, grandi poderi e vigneti.[1]
Nel corso del Novecento l'originario paesaggio agricolo in alcune aree è stato pesantemente alterato, specialmente nella zona prospiciente il Polcevera, dalla costruzione di industrie, infrastrutture ferroviarie (ben tre viadotti ferroviari attraversano il torrente a poca distanza uno dall'altro) e nel secondo dopoguerra anche di depositi petroliferi e oleodotti, alcuni dei quali ancora operanti, come quello della IPLOM[24], la cui rottura ha causato nell'aprile del 2016 uno sversamento di greggio finito prima nel rio Fegino e poi nel torrente Polcevera.[25]. A ciò si aggiungono realtà industriali, la discarica di Scarpino e la cantierizzazione del Terzo valico, con un traffico di mezzi pesanti superiori alle 7,5 tonnellate che nel 2012 superava le 500 unità al giorno.[26]
L'area fu interessata dall'alluvione del 2010 e al 2017 era oggetto della discussione di un Piano di Ermergenza Esterna basato su un rapporto di rischio già scaduto da due anni.[27]
Anticamente passavano per Borzoli due importanti vie che collegavano Sestri Ponente con la pianura padana. Entrambe avevano inizio dalla frazione Priano, che in epoca romana, prima dell'interramento del golfo detto di San Lorenzo, si trovava sulla riva del mare. La prima di queste vie, passando per l'abbazia di Cassinelle e il valico di Lencisa, portava alle Capanne di Marcarolo (antico luogo di scambi commerciali tra mercanti liguri e piemontesi) e da qui alla pianura piemontese, intorno ad Alessandria.
La seconda passava per la pieve di S. Stefano e Fegino, dove si divideva in due rami: uno, diretto a nord, raggiungeva Pontedecimo collegandosi con la via Postumia, l'altro, sul versante di Coronata, superato il valico, scendeva ai guadi del Polcevera nella zona di Certosa, che consentivano di proseguire per Genova. Il percorso si sviluppava lungo le attuali vie Priano, Rivassa, Cristo di Marmo (toponimo che deve il suo nome a un'antica immagine tuttora presente al crocevia nei pressi del valico), Fratelli di Coronata. In alcuni punti è ancora visibile l'antico selciato, fatto con pietre squadrate e di dimensioni assai maggiori dei ciottoli di fiume solitamente usati nelle “creuze” genovesi, testimonianza di una gestione pubblica della via e quindi dell'importanza di questa nella viabilità di un tempo. Un'altra via (oggi via al Forte di Monte Guano) dal valico porta a Coronata.[1]
Attualmente Borzoli è attraversata da una strada urbana (via Borzoli), che superando un basso valico (86 m s.l.m.) unisce Sestri Ponente e Rivarolo costituendo un collegamento per il traffico locale tra il ponente genovese e la val Polcevera, alternativo a quello che attraversa il quartiere di Cornigliano. Dal valico di Borzoli ha inizio la via Militare diretta alla discarica di Scarpino, costruita in origine nella prima metà del XX secolo per raggiungere le postazioni antiaeree costruite in cima al monte Rocca dei Corvi e poi prolungata negli anni sessanta quando venne aperta la discarica.[1]
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Genova Borzoli. |
Borzoli è servita da una stazione ferroviaria sulla linea Asti – Genova. La stazione è situata a poca distanza dalla pieve di Santo Stefano: quando nel 1891 fu costruita la linea ferroviaria che collegava Genova alle valli dell'Orba e della Bormida attraverso la valle Stura, fu scelto questo luogo per la sua vicinanza alle cave di calcare.[1]
Nella frazione Burlo esiste un centro polisportivo, denominato "Lago Figoi", comprendente una piscina e una palestra per gare di pallacanestro e pallavolo. Il complesso prende il nome da uno dei tre piccoli bacini artificiali, costruiti nell'Ottocento dall'imprenditore Dellepiane e prosciugati negli anni cinquanta del Novecento. L'impianto sportivo sorge sull'area, ora interrata, del bacino inferiore, il lago del Pilone, ma il complesso sportivo prende il nome dal lago Figoi, un altro bacino, posto più a monte, anch'esso oggi svuotato.
La zona di "Borzoli Ovest" ospita dal settembre 1969 lo stadio Giuseppe Piccardo, terreno di gioco della Fratellanza Sportiva Sestrese Calcio 1919, che ha sostituito quello storico di via Chiaravagna, nel quartiere di Sestri Ponente, demolito per far posto ad un insediamento residenziale.
La principale squadra di calcio del quartiere è il Gruppo Sportivo Dilettanti Borzoli, che nel 2020-2021 milita nel campionato ligure di Promozione. La squadra disputa gli incontri casalinghi sul campo sportivo Giuseppe Piccardo.[28] Altra formazione calcistica è l'ASD Fegino che milita nel campionato di Prima Categoria.[29]
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