Baru è una località italiana, frazione del comune di Demonte.
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Baru frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°19′N 7°18′E |
Altitudine | 780 m s.l.m. |
Superficie | 2, km² |
Abitanti | 2 |
Densità | 1 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 12014 |
Prefisso | 0171 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | san Donato |
Cartografia | |
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Si trova a sud-est di Demonte (sulla destra del fiume Stura), lungo l'ex strada militare che dal centro di Demonte, passando nelle vicinanze del cimitero, porta alla vicina frazione di Festiona (coord. 44°18′4.46″N 7°18′57.83″E). È situata in valle Stura di Demonte in uno dei comuni occitani del Piemonte.
Il nome "Baru" deriverebbe, secondo la tradizione, da "baron" o "barun" (in occitano) ovvero barone. Alcuni documenti storici narrerebbero che dei baroni (il cui nome è rimasto sconosciuto) avessero acquistato l'intera borgata come "abitazione di campagna" intorno l'anno 1500. Successivamente, verso la fine del Settecento, Baru sarebbe passata in mano ai monaci che l'avrebbero adibita a monastero. Ancora oggi sono evidenti i tratti della struttura religiosa. Le abitazioni sono sorte una vicino all'altra e unite tra loro in più punti da porticati interni a forma di arco. In origine, la struttura della borgata, si presentava come un vero e proprio monastero chiuso ai quattro lati. Segni di detta esistenza si ritrovano ancora oggi nelle cantine sotterranee (con la presenza di affreschi religiosi) e nei "passaggi sotterranei" che dalla borgata portavano a nord lungo l'argine del fiume stura e a sud lungo i boschi e la montagna. Altre tracce del monastero sono evidenti a sud della borgata in una zona pianeggiante della montagna, ove i monaci avevano edificato un piccolo cimitero. Sempre a sud della struttura si possono ancora oggi notare i sistemi "a vasca" con i relativi "fossati per la irrigazione e raccolta delle acque" per il fabbisogno idrico degli abitanti. Le abitazioni presentavano, oltre la struttura tipica del monastero, anche delle piccole "celle" (ancora oggi visitabili) che fungevano da dormitorio per i monaci residenti. In origine, era presente anche un piccolo refettorio collegato ad una piccola cucina e relativo forno a legna (andati persi con i restauri effettuati in loco negli anni sessanta). A partire dalla fine dell'Ottocento la borgata veniva abitata da alcune famiglie di contadini che provvedevano a trasformare in parte la struttura in piccola cascina. Oggi è abitata dalle famiglie Martini, Rinaudo e Tagliafico. La borgata si trova attualmente in uno stato di parziale abbandono.
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