Pignataro Maggiore è un comune italiano di 5 714 abitanti della provincia di Caserta in Campania. Posto ai piedi dei Monti Trebulani, Pignataro si sviluppa tra le pendici della collina di San Pasquale e l'Appia.
Pignataro Maggiore comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Giorgio Magliocca (Forza Italia) dal 6-6-2016( 2º mandato dal 3-10-2021) | ||
Territorio | |||
Coordinate | 41°12′N 14°10′E | ||
Altitudine | 93 m s.l.m. | ||
Superficie | 32,38 km² | ||
Abitanti | 5 714[1] (31-3-2022) | ||
Densità | 176,47 ab./km² | ||
Frazioni | Monte (zona nord), Partignano (zona est), Pignataro Scalo, Rarone (zona sud), Vinnoli (zona ovest) | ||
Comuni confinanti | Calvi Risorta, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Pastorano, Sparanise, Vitulazio | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 81052 | ||
Prefisso | 0823 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 061060 | ||
Cod. catastale | G661 | ||
Targa | CE | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Cl. climatica | zona C, 1 229 GG[3] | ||
Nome abitanti | pignataresi | ||
Patrono | san Giorgio | ||
Giorno festivo | seconda domenica di giugno | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Agro caleno, Pianura Campana e Monti Trebulani. |
Pignataro Maggiore sorge in una zona precollinare, di struttura geologicamente composita, con tufiti piroclastiche sovrapposte e formazioni calcaree preappenniniche. Alle spalle della cittadina, si innalzano da ovest verso est, il Monte Morata (301 m), il Monte Pozzo (419 m), il Monte Trone (350 m) e il Monte S.Angelo (278 m), che fanno parte del massiccio dei Monti Trebulani.[4] Il territorio si estende dal preappennino fino alla Pianura Campana, delimitato a nord dal Vulcano spento di Roccamonfina e a sud dal fiume Volturno. Il punto più alto del paese è il convento di Santa Croce, posto sulla collina di San Pasquale, a circa 170 m s.l.m. Pignataro confina a nord-ovest e a pvest con Calvi Risorta (5.5 km), a nord-est con Giano Vetusto (4.5 km), a est con Pastorano (2.5 km), a sud con Grazzanise (17 km), a Sud-Ovest con Sparanise (9.5 km) e Francolise (12 km).
La vegetazione tipica che ricopre il territorio pignatarese è formata da altifusti legnosi come il pino (pino domestico, pino d'Aleppo che forma una pineta molto folta che ricopre tutta la collina di San Pasquale); l'ulivo, che ricopre un po' tutto il territorio pignatarese, la quercia, la pianta da agrumi, il melo e il pesco, di cui il paese ne è un forte produttore. Il clima favorisce, nelle aree periferiche, in pianura, gli allevamenti di bufale (Bubalus bubalis).
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Rio Lanzi. |
Nel territorio pignatarese è attraversato da un solo corso d'acqua: il torrente Rio Lanzi, che delimita anche il confine con il comune di Calvi Risorta.
Dalle medie termiche sotto riportate si evince che il clima di Pignataro Maggiore, secondo la classificazione di Koppen, rientra nel cosiddetto clima temperato mediterraneo d'altitudine (Csb); quest'ultimo è comune alle aree collinari delle regioni del centro Italia, della Campania, della Basilicata e alle zone di bassa montagna di Sardegna e Sicilia. Volendo soffermarci su alcune curiosità statistiche, si può notare come la differenza tra la media mensile del mese più caldo (agosto) e quella del mese più freddo (gennaio) è di 15.5 °C. È evidente, altresì, che ben 6 mesi presentano una media di temperature minime intorno e al di sotto dei 10 °C, sintomo questo della presenza piuttosto significativa del fenomeno dell'inversione termica.
Mese[7] | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic |
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Temperatura massima (°C) | 13 | 14 | 16 | 18 | 23 | 26 | 29 | 30 | 27 | 22 | 17 | 14 |
Temperatura minima (°C) | 3 | 4 | 5 | 7 | 11 | 15 | 17 | 17 | 15 | 12 | 7 | 5 |
Temperatura media (°C) | 8 | 9 | 10,5 | 12,5 | 16 | 20,5 | 23 | 23,5 | 21 | 16 | 12 | 9,5 |
Precipitazione (mm) | 104 | 81 | 72 | 69 | 44 | 28 | 19 | 47 | 78 | 118 | 136 | 103 |
Umidità (%) | 78 | 76 | 74 | 75 | 74 | 72 | 71 | 70 | 71 | 74 | 77 | 78 |
L'origine della denominazione Pignataro segue diverse ipotesi:
Il 15 dicembre 1862 è stato aggiunto al nome del paese il termine Maggiore, dall'omonimo monte che si trova alle sue spalle, per distinguerlo dall'altro Pignataro che si trova vicino a Cassino e che a sua volta assunse poi il nome di Pignataro Interamna[9].
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Cales. |
La storia di Pignataro, in età romana, è ricondotta a quella della città antica di Cales. Zona di cuscinetto tra il Lazio e il Sannio, Cales, come le altre città della Campania, era contesa da entrambi per la sua posizione strategica. Nel 420 a.C. i Romani, sconfitti i Sanniti che l'occupavano, la ridussero a Colonia romana con diritto di conservare cittadinanza ed amministrazione propria e facoltà di battere moneta. Paradossalmente fu proprio da colonia romana che Cales attraversò un periodo di grande prosperità. Purtroppo tale prosperità non durò a lungo perché, poco più di un secolo dopo, la fiorente colonia romana cadde di nuovo sotto il dominio dei Sanniti prima nel 298 a.C., e di Annibale poi, nel 211 Per colmo di sventura, trasferitasi la guerra punica dall'Italia nella Spagna, Cales dovette subire anche rappresaglie delle milizie romane per non avere fornito a Roma i richiesti aiuti militari e flnanziari. Inizia così per Cales il periodo oscuro della decadenza. I suoi abitanti (ormai pochi superstiti), esposti per secoli a continui saccheggi ed incursioni, decimati da epidemie e terribili calamità naturali (alluvioni, terremoti, ecc.), oppressi dai barbari prima e dai saraceni poi, alla fíne dell'ottavo secolo d.C., abbandonarono la loro patria, ormai distrutta, per cercare scampo altrove. Sorsero così i primi nuclei di quelli che sarebbero stati in seguito i futuri centri abitati di Calvi Risorta, Sparanise, Francolise e Pignataro Maggiore.
In che epoca sia sorto Pignataro Maggiore non è possibile asserirlo con certezza. I documenti più antichi a disposizione ci testimoniano l'esistenza di un Casale di Pignataro in territorio capuano, negli anni 1275-1277; una pergamena dell'archivio arcivescovile di Capua fa menzione di una villa Pignataro per l'anno 1268. Dunque Pignataro già esisteva nel XIII secolo. Se poi prendiamo in considerazione alcune testimonianze architettoniche (chiesette di San Giorgio e di Grazzano) siamo indotti a spostare indietro di alcuni secoli l'origine del paese: le due chiesette infatti, a giudizio degli intenditori, ci riportano intorno all'anno Mille.
E nulla vieta di collocare l'origine di Pignataro addirittura nel IX secolo se il sorgere del paese si mette in relazione con la dispersione dei Caleni dopo la distruzione di Calvi ad opera dei Saraceni verso 840 o anche prima. Tanto che don Salvatore Palumbo avanzava l'ipotesi che i Saraceni, dopo aver fondato Pignataro presso Cassino, ritirandosi, abbiano potuto dar vita ad un altro agglomerato presso la Calvi distrutta. Nel 1647, al tempo della rivoluzione di Masaniello, Calvi e Pignataro furono saccheggiate dalle truppe di Diomede Carafa. La casa vescovile fu quasi diroccata e l'archivio incendiato; il vescovo di allora, Gennaro I, trasferì la sede vescovile a Pignataro. Su Pignataro esistono scritti risalenti al 1771-1773 del vescovo Zurlo ove il paese è descritto:
«Vi sono parecchie famiglie assai civili, e colte nel procedere, e nel vestire alla nobile, che vivono di proprie rendite anco industriali con casamenti, e mobiliazioni proporzionati, applicandosi le donne al lavoro di siglietti, o vogliamo dire merletti, nel ricamo, nel cucire, e cose simili. Vi sono tre laureati, e addetti al foro dodici soggetti, tre olifici, tre cerusici, sei notai e due ufficiali ingegneri di milizia. Non mancano artefici, come muratori, legnaioli, calzolai, sartori e fiorari. Tre officine di pasta, che provvedono la diocesi, le città di Teano, Carinola, Venafro ed Isernia con i loro Casali.[10]» |
così il vescovo Zurlo continua nell'elencare molteplici attività che danno dell'epoca lo spaccato di un paese ricco ed operoso, quasi autosufficiente, tanto da fornire tutto il circondario e oltre di pasta, carne, olio e ottimo vino.[11]
Il 20 maggio 1815 a Casa Lanza, nel comune confinante di Pastorano, fu firmato il trattato di pace tra Gioacchino Murat e l'Austria. Il 15 gennaio 1826 il re di Napoli, Francesco I, con la regina, visitò il Convento di S. Pasquale. Nel 1869 veniva fondata la Congregazione di Carità (= Ente Comunale Assistenza). La Banda Musicale fu costituita nel 1878, nel 1882 l'avv. Bartolomeo Scorpio fondava la Società Operaia « Libertà e Lavoro » e nel 1886 dava vita alla Banca Popolare Cooperativa « Previdenza e Risparmio ». Il 5 aprile 1900 moriva il pittore Luigi Toro, ospite presso la casa del futuro storico N. Borrelli. Il campo sportivo fu costruito nel 1929-1933; il 14 febbraio 1923 vi furono trasportati i resti mortali dei nostri antenati, sepolti nel vecchio cimitero di S. Pasquale. Nel maggio 1923 si ebbe l'illuminazione elettrica che sostituiva i lampioni a petrolio. Nel 1925, il palazzo Scorpio diveniva la nuova sede municipale. L'edificio scolastico a Monte fu costruito tra il 1920 e 1930. L'Asilo infantile fu fondato nel 1911. Nel 1932 sorse il Monumento ai Caduti; nel 1924 era stato aperto il viale della Rimembranza per onorare la memoria dei 15 pignataresi caduti nella prima guerra mondiale.
Il 12 e il 14 ottobre del 1943, nei pressi di alcune abitazioni rurali delle contrade Taverna (12 ottobre) e Arianova (14 ottobre) di Pignataro Maggiore, sono avvenute due stragi naziste che costarono la vita a 20 civili, tra uomini, donne, ragazzi e un bambino di pochi mesi. Due stragi accompagnate da altri cinque delitti isolati perpetrati, nel centro abitato, con fredda determinazione dagli uomini della Goering. Le vicende sono state oggetto di una compiuta ricerca documentaria e di uno studio analitico in grado di far comprendere a pieno tutta l’importanza che esse rivestono nella storia della resistenza civile sviluppatasi durante l’occupazione nazista della Campania. Il testo, intitolato «Eccidi Nazisti - Pignataro Maggiore ottobre 1943. Una Comunità ferita si racconta», è stato curato dal prof. Giovanni Borrelli e pubblicato dall'Associazione Culturale "La Città del Sole" nel 2010. Esso costituisce un significativo contributo storiografico ed un ulteriore progresso nel recupero della conoscenza della storia della Seconda Guerra Mondiale in Terra di Lavoro. Come scritto dallo storico Felicio Corvese, si è giunti ad "un risultato che si ottiene sia attraverso i documenti di storia orale presentati, frutto di un lungo e paziente lavoro di raccolta e trascrizione delle testimonianze di sopravvissuti e di familiari delle vittime, sia con una rilettura più completa ed attenta del materiale cartaceo esistente e consultabile, compresi i resoconti, inediti, che accompagnano alcuni reportages di guerra alleati".
Il recupero della memoria de "La Città del Sole" è poi proseguito negli anni successivi con una serie di iniziative di sensibilizzazione. In ordine cronologico, la diffusione della storia sugli organi di informazione nazionali a partire dal 2010, l'intitolazione di "via 12 e 14 ottobre 1943" nel 2011 e, in ultimo, la pubblicazione di «Per una Memoria Pubblica - Spunti e Riflessioni sugli Eccidi Nazisti di Pignataro Maggiore». Nell'ottobre del 2016 il Comune di Pignataro Maggiore ha ufficialmente richiesto alle autorità competenti un'onorificenza al merito civile per il gonfalone civico, come riconoscimento morale per la popolazione.
Con decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 22 novembre del 2017 viene concessa a Pignataro Maggiore la medaglia d’argento al merito civile per gli eccidi nazisti del 12 e 14 ottobre del 1943, con la seguente motivazione: «Comune di spiccata vocazione agricola, dopo l’armistizio divenne uno dei capisaldi della difesa tedesca durante gli scontri lungo il fiume Volturno, subendo razzie, rastrellamenti, incendi, fucilazioni e stragi ad opera delle truppe germaniche, nonché violenti bombardamenti da parte delle truppe alleate, che provocarono numerose vittime e ingenti danni al patrimonio abitativo. Nonostante le sofferenze patite, con il ritorno alla pace la popolazione, animata da generosa abnegazione, garantì la ripresa delle attività agricole e la fase iniziale di ricostruzione del paese. Chiaro esempio di umana solidarietà e di elette virtù civiche».[12] Infine, il 20 aprile del 2018 il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto consegna al Comune l'onorificenza, oggi collocata sul gonfalone comunale.
Lo stemma civico di Pignataro presenta la figura di un pino: esso deriva quasi certamente dalle due basse colonne della chiesa di Grazzano sulle quali sono scolpite la figura di un pino e delle lettere ai lati; e propriamente: V. P. (figura di un pino) I. G.; inoltre sull'ultima lettera sono scolpite due j. Dal « Ragguaglio istorico » del vescovo Zurlo si apprende che queste due colonne erano state trasportate di recente davanti all'atrio della chiesetta (il vescovo scriveva intorno al 1775). Donde provenissero, però, il Vescovo non dice. Riguardo al significato delle lettere siglate: V. dovrebbe essere l'iniziale di un nome proprio di persona; P. il nome della famiglia Pignataro; I. = Iudex; G. = Gastaldus; jj sopra la G.) = per la seconda volta. Quindi il tutto significherebbe: V.(incenzo) (o Vito, ecc.) Pignataro, Giudice Gastaldo per la seconda volta. (Il Gastaldo era preposto all'amministrazione dei beni pubblici).[13]
La prima numerazione della popolazione fu eseguita a Pignataro nel 1545, ma essa è sommaria ed incerta: i nuclei familiari erano 175. Dalla numerazione focatica del 1658 si apprende che le famiglie erano diminuite a 136; ma nella nuova numerazione del 1664 esse salivano a 204. Nel 1722 il Vescovo Filippo Positano faceva la sua Santa Visita nelle parrocchie della Diocesi di Calvi: Pignataro contava allora 1150 anime. Trentadue anni dopo, nel 1754, veniva formato il Catasto Onciario (che si conserva presso il nostro Comune) dal quale risulta che gli abitanti erano 1450. Alla fine del Settecento (1796) si giunge a 1894. Nel 1812, come ci informa il Can. Penna, gli abitanti erano 2191; verso il 1820 salgono a 2301 (Partignano ne conta 219); nel 1832 a 2642 (2916, compresi quelli di Partignano). Per i periodi successivi, i dati ce li fornisce lo storico N. Borrelli. Nel 1860 la popolazione si aggira sui 3000 abitanti; alla fine del secolo (1898) siamo a quota 4114 (sono compresi gli abitanti di Partignano, la cui fusione con Pignataro si era realizzata nel 1808). Oggi, Pignataro conta circa 7.000 abitanti.[18]
Abitanti censiti[19]
Al 1º gennaio 2011 gli stranieri residenti nel Comune di Pignataro Maggiore con regolari permessi di soggiorno assommavano a 205[20]: Gli Stati con il maggior numero di residenti a Pignataro Maggiore sono (Dati ISTAT al 31 dicembre 2010[20]):
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Teano-Calvi. |
La comunità cattolica pignatarese, possiede tre parrocchie:
Anche le feste religiose sono tre, dedicate ai Santi patroni del paese, dei vari rioni e delle tre parrocchie:
Nel territorio vi sono presenti anche due case religiose femminili: Suore degli Angeli e il Monastero di S.Croce e due confraternite: S.Giorgio e S.Giuseppe.[22]
Il dialetto pignatarese è strutturalmente al napoletano, ma presenta differenze importanti per quanto riguarda il lessico, l'accento, la prosodia, alcune costruzioni grammaticali, etc dovute alla vicinanza con il basso Lazio. Ad esempio, la geminata /l/ nelle parole di genere maschile in napoletano subisce una regolare palatalizzazione: nap. chillo (it. quello) > pign. chiglio.
Pignataro Maggiore è luogo di partenza di uno dei più importanti e noti pellegrinaggi religiosi della regione. La tradizione nacque nel 1945 ad opera dei soldati pignataresi impegnati al fronte durante la seconda guerra mondiale, che promisero di compiere ogni anno un pellegrinaggio a piedi verso il Santuario della Madonna di Pompei qualora fossero tornati sani e salvi a casa.[23] Da quell'anno e ininterrottamente, i pellegrini si riuniscono la notte del 5 maggio nella piazza del paese per percorrere insieme a piedi, cantando e pregando, i circa 90 km che separano il comune di Pignataro Maggiore ed il comune di Pompei, arrivando l'8 maggio al Santuario in tempo utile per partecipare alla tradizionale supplica alla Madonna[24]. Il momento di maggior pathos è raggiunto al termine del percorso quando i pellegrini entrano nella Basilica e percorrono in ginocchio l'ultimo pezzo del tragitto fino all'altare maggiore, ove in segno di devozione ci si prostra e si baciano i gradini dell'altare[25]. Col tempo la tradizione ha coinvolto un numero di persone sempre maggiore superando di gran lunga il numero dei reduci e dei figli e nipoti degli stessi, raggruppando centinaia di fedeli provenienti da tutto l'Agro Caleno.[26]
All'inizio del Novecento e fino agli anni Settanta, gli abitanti del paese hanno dato origine ad una massiccia migrazione verso l'estero, in particolare diretta negli Stati Uniti, in Svizzera ed in Germania. All'estero si trovano tuttora molti pignataresi e loro discendenti che conservano memoria delle tradizioni e del dialetto locale. In particolare, è forte il legame con la città di Rochester. Quest'ultima storicamente ha sempre vantato una folta rappresentanza di italiani, nel censimento del 1960 un abitante su otto della città era italiano, e secondo uno studio pubblicato nel 1971 "The Italians of Rochester"[27] ben un abitante su cinque era italiano o discendente di italiani. Oggi la città di Rochester accoglie la nona comunità italiana più numerosa degli Stati Uniti[28]. Sempre secondo il citato studio, la migrazione avveniva con una continua aggregazione verso le famiglie e la comunità di concittadini già presente in loco, e ciò ha portato non solo la creazione di una "colonia" coesa con la creazione di proprie parrocchie, negozi, associazioni, ecc., ma anche una evidente distinzione degli appartenenti, all'interno della comunità italiana, per il luogo di provenienza stesso, creando una sorta di "comunità nella comunità"; e sempre secondo il citato studio nella comunità italiana erano distinte ben quattro "sotto-comunità" così indicate: "Sicily, Foggia, Caserta (Pignataro) and Abruzzi".[27] Sal DeRosa, americanizzazione di Salvatore De Rosa, allenatore di calcio vincitore con i Rochester Lancers del campionato di calcio organizzato dalla North American Soccer League (NASL), all'epoca campionato professionistico di vertice del Nord America, è una testimonianza di questo legame.
Pignataro Maggiore fa parte del distretto scolastico di Capua e presenta 4 plessi scolastici statali
Il museo si trova nella frazione Partignano, nel palazzo Santagata; è allestito con oltre 120 pezzi che rappresentano aspetti della quotidianità, del lavoro e della vita contadina del paese dal settecento ad oggi. Vi sono oggetti di uso domestico, come i fusi, telai, ferri da stiro a vapore e a gas, poi ci sono gli utensili contadino-artigiani del ramaio, del sellaio, del contadino (aratri in legno), del tipografo (fotocopiatrici in legno) e tanto altro.[29]
Se il comune ha l'appellativo di 'Paese della Musica', questo è grazie soprattutto al Concorso Caruso, una kermesse internazionale, dove si assegnano i premi 'Caruso' e 'Morelli', per le voci pucciniane. È stato istituito nel 1998 a cadenza biennale dall'Associazione 'Amici della Musica' e presieduta dal Maestro Carlo Majer, direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli e del Teatro Regio di Torino. Le esibizione si tengono nel palazzo settecentesco Vescovile di Pignataro Maggiore.[30]
Carbonifero
Principale rappresentante della musica moderna di Pignataro Maggiore è il gruppo rock Carbonifero, che affonda le proprie radici proprio all'ombra del monte Maggiore. Nel 2011 i Carbonifero presentano un brano-denuncia, intitolato "La Svizzera dei Clan", che racconta i problemi della cittadina, famosa per essere diventata la culla della camorra per 30 anni. Il brano è stato anche utilizzato per programmi su Rai Radio 1 e Rai Radio 3. La band, attiva dal 2006, ha condiviso il palco con importanti artisti tra cui Manu Chao, Asian Dub Foundation, Ministri, Marta sui Tubi, Nobraino, 24 Grana, Lo Stato Sociale, Management del Dolore post-Operatorio, Skiantos, 'A67, Foja, Brunori Sas.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Mozzarella di bufala campana. |
Nella zona Arianova, una zona prettamente agricola situata nel sud del comune, vi è una forte concentrazione di allevamenti e aziende bufaline atte alla produzione di latte utilizzato dai caseifici locali per la produzione di Mozzarella di bufala campana.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Mela annurca. |
La mela annurca è il prodotto agricolo più importante coltivato nelle terre pignataresi. Il consorzio che tutela questo prodotto, ha inserito Pignataro Maggiore e l'Agro caleno come zona di origine di coltivazione. Vi sono tante cooperative attive sul territorio per la produzione.
La pizza figliata o pizza con le noci è un dolce tipico della frazione Partignano. Essa si presenta come un lungo serpentone di pasta ripieno di noci e miele[31] e per tradizione viene fatta nel periodo della festa patronale di San Vito Martire che cade la terza domenica di settembre. La sezione di Slow Food di Caserta, dopo attente ricerche, ha deciso di riscoprire a livello regionale e nazionale questa antica ricetta che risale al periodo dell'Unità D'Italia, cercando di ottenerne il marchio di origine e tutelarla, infatti nel periodo autunnale del 2011, nella frazione Partignano è stata organizzata una serata proprio da Slow Food nella preparazione di pizze figliate e canti popolari.[32]
Il guanto è un dolce tipico dell'Agro caleno: si tratta di un prodotto a base di farina, uova e vino bianco che viene fritto in olio e ricoperto da zucchero con una forma a corona. Esso va gustato caldo per apprezzarne la fragranza e la morbidezza e viene prodotto nelle occasioni importanti quali un matrimonio, un battesimo o un compleanno.[33]
Nei mesi estivi si tiene la "Sagra degli Antichi Sapori" giunta nel 2019 alla diciottesima edizione. La sagra è organizzata dall'associazione Insieme per l’Unità dei Popoli ONLUS e si svolge in località Partignano, i cui proventi sono destinati a diversi progetti di beneficenza.
Nel 2007 nasce la rassegna di musica indipendente "Monte>Wave", organizzata dall'Associazione Culturale "La Città del Sole", dedicata ai gruppi emergenti allo scopo di dar loro spazio e momenti di aggregazione musicale e culturale. L'evento, rigorosamente gratuito, si svolge solitamente nella prima settimana di settembre per un'intera giornata nello splendido scenario della pineta in zona Monteoliveto. Negli ultimi anni, complice la quasi assoluta carenza di eventi gratuiti simili per rilevanza e tipologia nella provincia, il Monte>Wave è diventato uno dei principali appuntamenti per gli amanti della musica rock. Nel 2011 la Rassegna fa il salto di qualità invitando ospiti di rilevanza nazionale in chiusura: hanno suonato sul palco del Monte>Wave 'A67 (2011), Riccardo Sinigallia (2012), Giorgio Canali & Rossofuoco (2013), Diaframma (2014).[34]
Quale sia stato il primo nucleo di abitazioni del paese non è facile dire. Considerando però la struttura di certe case, la loro disposizione e l'intreccio di vie e vicoli, si può delineare il seguente sviluppo.
Due anzitutto sono i punti di riferimento da cui si deve partire: la piazza e la chiesa. La piazza in origine era costituita da quel breve spazio di forma grosso modo circolare, nel quale oggi confluiscono le vie Guindoli, Cavella e Delle Zite. La chiesa parrocchiale era situata alla periferia del villaggio: la chiesetta di San Giorgio che si trova ai piedi di una delle colline, all'estremo nord del paese. A questa si accedeva dall'attuale via Regina Elena, che in origine doveva essere una cupa o viottolo. Anche uno dei primi nuclei di abitazioni, i vicoli che s'affacciano verso la piazzetta, confluiva, attraverso l'attuale via delle zite, sulla via principale del villaggio (cioè via Regina Elena). Lungo questa strada dovettero svilupparsi le prime abitazioni: vico Pisciglio, vico Cervi, vico Carcerieri, vico San Giorgio, fino ai vicoletti della zona Monte, poco distanti dalla chiesetta. All'inizio del paese, c'era un altro rione, quello dei Gradoni; altri nuclei sparsi erano la Cavella, vico Casavecchia e il vico del palazzo Cianciola in via Guindoli. Il paese era strutturato grosso modo a forma di croce. La linea verticale andava dai Gradoni alla chiesa di San Giorgio, per via Regina Elena; la linea orizzontale era formata da via Guindoli che passando per la piazzetta continuava fino a Partignano, che era però un villaggio a sé. Agli inizi del Seicento risale la costruzione del Palazzo Alvino, poi Scorpio (attuale sede comunale).
Verso il 1650 si comincia a costruire l'Episcopio presso la piazza; all'inizio del Settecento sorgono i primi palazzi signorili lungo una nuova strada (via Roma), parallela a via Regina Elena, ma di questa più larga: Casa Borrelli, Casa De Stavola, Casa Del Prete, e più tardi Casa Vito. Verso il 1760-70 viene rifatto l'Episcopio e costruita la nuova chiesa; nel 1789 sorge il palazzo dei Barricelli (poi Romagnuolo) con il maestoso portale all'imbocco di via Cavella e che s'affaccia sulla piazza. Nell'Ottocento sorge qualche altro palazzo: quello alla confluenza di via Roma e via Cavella, il palazzo Penna in via Guindoli.
Infine, tra il 1920 e il 1930 Pignataro si unisce a Partignano.[35]
I nomi, di strade o rioni, più caratteristici di Pignataro, sono:
A questi toponimi antichi se ne aggiunsero poi altri nel periodo fascista: Regina Elena, Vittorio Emanuele, Vittorio Veneto, Umberto I, A. Diaz, Duca d'Aosta, ecc. Nell'ultimo decennio, con lo sviluppo delle abitazioni, le nuove strade sono, state intitolate a poeti e musicisti o hanno legato il loro nome a ricordi patriottici. Alcune ricordano uomini illustri di Pignataro: il colonnello Luigi Vito, Antonio Jannotta medaglia d'oro, il tenente Vincenzo Di Battista.[36]
L'agricoltura è alla base dell'economia del comune, seppur investita tardi dal processo di meccanizzazione per via della questione meridionale che si è creata all'epoca dell'unità d'Italia. Il territorio ne ha favorito lo sviluppo, in quanto la fertilità del terreno agevolata dalla presenza a soli 3 metri di profondità delle falde acquifere, ha fatto sì che potessero essere coltivati tanti prodotti di qualità. Tante le aziende agricole presenti sul territorio, concentrate tutte nel sud del territorio del comune, nella zona tra l'Appia e la Casilina e l'Arianova, prevalentemente di produzione di Mozzarella di Bufala Campana, olio, tabacco, pesche, mele e ortaggi vari.
Pignataro presenta sul proprio territorio una zona industriale denominata, dalla Provincia di Caserta, ASI Volturno Nord, che ha appunto sede nel comune ma abbraccia anche i comuni di Pastorano, Calvi Risorta e Sparanise. Tante sono le industrie presenti, dalla produzione di accessori per automobili all'industria caseario-alimentare, dalla produzione di elettrodomestici alla logistica e trasporti. L'ASI è posta in una zona cruciale per lo sviluppo economico sia comunale che provinciale, infatti essa è contigua alla S.S Appia e al casello autostradale di Capua A1.[37]
Pignataro Maggiore, interessata dalla Strada statale 6 Via Casilina, che collega il paese con i comuni dell'Alto Casertano e dalla Strada statale 7 Via Appia, che la collega con il capoluogo.
I trasporti interurbani della località vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da CLP.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1983 | 1988 | Gabriele Borrelli | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1988 | 1989 | Pasquale Minieri | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1989 | 1994 | Angelo Mazzuoccolo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1994 | 1998 | Giovan Giuseppe Palumbo | Lista civica: (PDS) | Sindaco | |
1998 | 2000 | Giovan Giuseppe Palumbo | Lista civica: (Democratici di Sinistra) | Sindaco | |
2000 | 2001 | Emilia Tarantino | commissario prefettizio | ||
2001 | 2002 | Paolino Maddaloni | commissario straordinario | ||
2002 | 2005 | Giorgio Magliocca | Lista civica: (Forza Italia) | Sindaco | |
2005 | 2006 | Paolino Maddaloni | commissario straordinario | ||
2006 | 2011 | Giorgio Magliocca | Forza Italia | Sindaco | |
2011 | 2016 | Raimondo Cuccaro | Lista civica: (La Svolta), (Unione e Libertà), (PdL) | Sindaco | |
2016 | in carica | Giorgio Magliocca | Forza Italia | Sindaco | |
Il paese è dotato di due campi di calcio:
Ai piedi della collina di S. Pasquale, vi è la Polisportiva Pignataro che è attrezzata di un campo di erba sintetica per il calcio a 5, un campo per le partite di basket e pallavolo, tavoli da ping-pong, spogliatoi. Altre due palestre adibiti per il basket e la pallavolo, sono annesse alla Scuola Media L. Martone e alla Scuola Elementare G. Pascoli.
Il calcio, come nella maggior parte dei comuni d'Italia, è lo sport che accentra più attenzioni sia tra giovani che tra meno giovani. In particolare, Pignataro Maggiore è sede di due squadre di calcio:
Ogni anno, viene organizzato il consueto appuntamento con il 'Torneo dei Quattro Rioni', un torneo che mette in gara quattro squadre rappresentative dei quattro rioni del paese, che si sfidano in un torneo sul campo di basket della polisportiva! Le quattro squadre sono le seguenti:
La Granvolley Pignataro è la squadra di volley del paese. Essa è una società affermata nel panorama casertano, come dimostrano le numerose partecipazioni alla Prima Divisione della FIPAV Caserta. Svolge le proprie gare casalinghe presso la palestra della Scuola Media Statale 'G.Pascoli'.[41]
Il Circolo sportivo 'il Goal', organizza da ben 21 anni, la Strapignataro, la manifestazione podistica del paese, inserita nel calendario nazionale della FIASP, nel mese di maggio.[42]
Nella frazione Partignano, vi è la Bocciofila 'San Vito', che partecipa a numerosi tornei ed eventi organizzati dalla Federazione Italiana Bocce.[38]
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(aiuto). URL consultato il 14 gennaio 2020 (archiviato il 14 gennaio 2020).Altri progetti
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