Calderara di Reno (Caldarèra in dialetto bolognese[4][5]) è un comune italiano di 13 489 abitanti della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna. Dal gennaio 2012 fa parte dell'Unione dei comuni Terre d'acqua.
Calderara di Reno comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giampiero Falzone (lista civica di centro-sinistra) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 44°33′50″N 11°16′19″E |
Altitudine | 30 m s.l.m. |
Superficie | 40,75 km² |
Abitanti | 13 489[1] (30-6-2022) |
Densità | 331,02 ab./km² |
Frazioni | Bargellino (Al Barżléin), Castel Campeggi (Castèl Canpèż), Lippo (Al Lépp), Longara (La Lunghêra), Sacerno (Sazêran), Tavernelle Emilia (Al Tavarnèl) |
Comuni confinanti | Anzola dell'Emilia, Bologna, Castel Maggiore, Sala Bolognese |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 40012 |
Prefisso | 051 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 037009 |
Cod. catastale | B399 |
Targa | BO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 225 GG[3] |
Nome abitanti | calderaresi |
Patrono | san Vitale |
Giorno festivo | 4 novembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il 16 dicembre 2019 a Calderara di Reno è stato concesso il titolo di Città.[6]
Calderara di Reno si estende in una area essenzialmente piana che costeggia il fiume Reno a Nord ovest di Bologna.
La località Sacerno, appartenente all'attuale territorio comunale, denominata un tempo Mezzomondo, è indicata come il luogo in cui si incontrarono, nel 43 a.C., Ottaviano Augusto, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio, per stabilire la divisione dei territori appartenenti all'Impero Romano [senza fonte].
Nella stessa località è presente, inglobata nella chiesa di impianto settecentesco, una Rotonda costruita dai Benedettini attorno al IX secolo.
Nella località Longara, invece, si insediarono i Longobardi.
Il Comune fu fondato nel 1802, sotto il governo napoleonico, col nome di “San Vitale e Calderara”.
Il primo sindaco del neonato Comune, appartenente al Cantone di Bologna, fu Agostino Carpi. Pochi anni dopo, Longara e Sacerno furono annessi al Comune di Calderara.
A partire dalla metà del XX secolo, a causa della vicinanza con le infrastrutture del capoluogo provinciale, Calderara passò da un'economia prevalentemente agricola ad una in prevalenza industriale ed artigianale.
«Stemma d'azzurro, al rincontro di cervo d'argento, sormontato da una rosa d'oro; al capo d'azzurro, carico di tre gigli d'oro, posti fra i quattro pendenti di un lambello di rosso (capo d'Angiò). Ornamenti esteriori da Città.» |
Lo stemma di Calderara di Reno fu adottato dopo la costituzione del Regno d'Italia del 1861. Vennero scelte le insegne degli antichi feudatari: la testa di cervo d'oro su fondo azzurro degli Ubaldini, importante famiglia originaria del Mugello. I loro eredi assunsero il nome di "Calderini", mantenendo nello stemma inquartato con aquile imperiali, azzurro e oro, le teste di cervo sormontate da una rosa d'oro al posto della stella a otto punte degli Ubaldini. Il capo d’Angiò, simbolo della fazione guelfa, testimonia il legame del territorio con l'antico Comune di Bologna.[7][8]
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.
Calderara di Reno è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[9]:
![]() | Croce di guerra al valor militare |
«Comune agricolo di tradizioni antifasciste, offerse asilo e protezione a numerosi perseguitati politici durante la dittatura. Dopo l'8 settembre 1943, non esitò a scegliere l'opposizione armata contro l'invasore tedesco, dando un considerevole contributo alla costituzione delle formazioni partigiane della zona. Ogni casa colonica divenne punto di sicuro riferimento, grazie anche al notevole apporto delle donne nel rischioso incarico di garantire vitto, informazioni, armi e munizioni alle forze combattenti. Più volte i piani tedeschi di edificazione di opere di difesa nel suo territorio vennero ostacolati e interrotti, malgrado che molti dei suoi cittadini subissero perciò arresti, processi e deportazioni. Più volte la razzia del bestiame e del grano venne impedita dalla coraggiosa sollevazione di tutta la popolazione. Per l'elevato numero di patrioti, per le perdite umane ed i gravi danni sofferti, Calderara di Reno pagò un elevato tributo alla liberazione. Calderara di Reno, 8 settembre 1943 - aprile 1945» — 9 maggio 1994 |
![]() | Titolo di Città |
— D.P.R. del 16 dicembre 2019[10] |
Abitanti censiti[11]
Calderara è sede di diverse aziende quali Datalogic, Italeri, Malossi e Motori Minarelli.
Il servizio di trasporto pubblico è assicurato dalle autocorse suburbane e interurbane svolte dalla società TPER. Il comune è inoltre servito dalle stazioni suburbane di Calderara Bargellino, anche a servizio dell'Aeroporto di Bologna, e Osteria Nuova, entrambe parte della rete del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna. Da gennaio 2014 la stazione di Calderara Bargellino è collegata da un servizio navetta alla frazione di Longara[13] (sospeso a partire dal 1º gennaio 2017).
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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19 luglio 1985 | 25 maggio 1993 | Valerio Armaroli | PCI, PDS | Sindaco | [14] |
29 giugno 1993 | 14 giugno 1999 | Massimo Reggiani | PDS, lista civica | Sindaco | [14] |
14 giugno 1999 | 8 giugno 2009 | Matteo Prencipe | L'Ulivo | Sindaco | [14] |
8 giugno 2009 | 27 maggio 2019 | Irene Priolo | lista civica: Rigenerazione del futuro | Sindaco | [14] |
27 maggio 2019 | in carica | Giampiero Falzone | lista civica: SiAMO Futuro | Sindaco | |
Altri progetti
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