Bilhorod-Dnistrovs'kyj (in ucraino: Білгород-Дністровський?; nota anche con il nome russo di Belgorod-Dnestrovskij, Белгород-Днестровский; indicata in italiano anche con il nome veneziano Maurocastro) è una città-fortezza dell'Ucraina sud-occidentale, nell'antica regione della Bessarabia e precisamente nella Bessarabia storica o Budžak. Il nome significa Città Bianca sul Dnestr.
Bilhorod-Dnistrovs'kyj comune | |
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Білгород-Дністровський | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Oblast' | ![]() |
Distretto | Bilhorod-Dnistrovs'kyj |
Territorio | |
Coordinate | 46°12′N 30°21′E |
Altitudine | 28 m s.l.m. |
Superficie | 31 km² |
Abitanti | 48 674 (stima 2020) |
Densità | 1 570,13 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 67700 — 67719 |
Prefisso | +380 4849 |
Fuso orario | UTC+2 |
Codice KOATUU | 5110300000 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
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Sorge a circa 50 km dal confine con la Moldavia, sulle rive sud-occidentali di uno dei più grandi liman dell'Ucraina: quello del Dnestr; una parte del comune si affaccia sul liman del Budak.
Nel passato è stata denominata variamente; in turco Akkerman, "Roccia Bianca"; in rumeno: Cetatea Albă, "Fortezza Bianca"; in genovese Montecastro, in veneziano Maurocastro[1].
Questa città ha una storia di circa 2500 anni, contati dal 501 a.C. anno di fondazione della colonia di Tyras, sull'estuario del fiume omonimo, da parte di navigatori greci provenienti dalla città di Mileto.
Nei secoli XIII-XIV, durante l'epoca del Principato di Moldavia, fu eretto da Ștefan III cel Mare il monumento più importante della città: una maestosa fortezza che fu per l'appunto battezzata con il nome di Cetatea Albă, oggi conosciuta semplicemente con il nome ucraino (mutuato dal polacco) di "fortecja" (фортеця).
È il capoluogo del Distretto di Bilhorod-Dnistrovs'kyj, uno dei sette distretti dell'oblast' di Odessa.
Dall'epoca della sua fondazione, la città di Bilhorod-Dnistrovs'kyj ha più volte cambiato il suo nome[2].
Gli antichi Greci la chiamarono Tyras, nome che davano anche al fiume Nistro, oppure Ophiusa.
Con l'arrivo dei Romani la città mutò il suo nome in Album Castrum, ossia "Castello Bianco". Da questa denominazione, il nome di Bilhorod avrà spesso al suo interno la parola "bianco", ovvero il colore delle sue scogliere.
I Bizantini infatti la conobbero prima con il nome di Asperon, che in pecenego vuol dire bianco, dal greco bizantino "aspros", ovvero "bianco", derivante dal latino "asper". I Greci chiamarono la città sia Leukopolis, letteralmente Città Bianca; sia Asprokastron, dal pecenego Asperon; sia Maurokastron, letteralmente Castello Nero
Proprio con il nome di "Maurokastron" la città venne conosciuta dai Veneziani che la denominarono Maurocastro (o Moncastro). Il nome Moncastro fu usato anche dai Genovesi durante il loro dominio dal XIV al XV secolo [3].
La città, diventata nel 1387 parte integrante del Regno di Polonia, mutò quindi il suo nome nel polacco Białogród.
Successivamente, con l'arrivo degli Ottomani nel 1484 e il loro stanziamento nel 1503, Bilhorod cambiò ancora una volta il suo nome e questa volta fu quello turco di Akkerman, che significa sempre "fortezza bianca".[4]
Nel 1918, con l'annessione alla Romania, il nome mutò nuovamente nel rumeno Cetatea Albă.
Dal 1944 al 1991, facendo parte dell'Unione Sovietica, la città prese il nome di Belgorod-Dnestrovskij, che in russo significa Città Bianca del Nistro, per poi mutare di nuovo, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, in Bilhorod-Dnistrovs'kyj, il nome ucraino attuale. Il termine ucraino "Dnistrovs'kyj" (così come il corrispettivo russo "Dnestrovskij"), significa "sul fiume Dnestr", ed è presente nella denominazione ufficiale per distinguere la città dall'altra Belgorod, centro urbano della Russia europea occidentale, sul fiume Donec.
Bilhorod-Dnistrovs'kyj è conosciuta in altre lingue della regione balcanica e sarmatica sempre col nome equivalente di Città Bianca o Roccia Bianca.
Il nome Akkerman, che ha indicato la città dal 1503 (anno in cui passò all'Impero Ottomano) al 1944 (anno in cui passò all'Unione Sovietica), è ancora ampiamente utilizzato nel discorso informale[5].
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Nel 501 a.C.[6] un gruppo di coloni greci provenienti da Mileto fondarono la colonia di Tyras nel luogo in cui sorge Bilhorod-Dnistrovskyi.
Nel I secolo, la città passò sotto il dominio dell'Impero Romano. A metà del III secolo fu attaccata dai Goti e negli anni '70 del IV secolo fu distrutta dagli Unni[7].
Nel Medioevo divenne una delle colonie della Repubblica di Genova, nel periodo tra il 1315 e il 1381 e poi ancora tra il 1403 e il 1434. Dal 1484 la colonia passò alla repubblica di Venezia[8].
San Giovanni nuovo (Sfântul Ioan cel Nou) fu martirizzato nella città nel 1330 durante una incursione Tatara.
Nel 1391, la città fu l'ultima città sulla riva destra del Dnestr ad essere incorporata nel nuovo Principato di Moldavia, e per il secolo successivo fu la sua seconda grande città, il porto principale e un'importante fortezza.
Nel 1484, insieme a Chilia, fu l'ultimo dei porti del Mar Nero ad essere conquistato dagli Ottomani. Il principe moldavo Stefano il Grande non fu in grado di difenderla, essendo minacciato da un'invasione polacca. La cittadella si arrese quando gli Ottomani dichiararono di aver raggiunto un accordo con il principe Stefano e promisero di rispettare la vita degli abitanti e le loro cose; tuttavia, la maggior parte degli abitanti della città fu massacrata.
I successivi tentativi di Stefano il Grande di ripristinare il suo dominio sull'area non ebbero successo. Gli ottomani chiamarono la città "Akkerman", mentre sull'altra riva del Danubio Stefano costruì Chilia Nova, oggi Kilija.
La città diventò russa nel 1812, insieme al resto della Bessarabia, in seguito al Trattato di Bucarest tra Impero ottomano e Impero russo[9].
Nel 1826 vi fu firmata la Convenzione di Akkerman.
Durante la Rivoluzione russa, Akkerman fu alternativamente sotto il controllo della Repubblica Popolare Ucraina e delle truppe fedeli al governo della Russia sovietica. Inoltre, la città e il distretto circostante furono rivendicati anche dalla Repubblica Democratica Moldava, che tuttavia non aveva mezzi per far valere tale affermazioni.
La città fu occupata dall'esercito rumeno il 9 marzo 1918, dopo pesanti combattimenti con le truppe locali guidate dai bolscevichi. L'integrazione formale ci fu in quel mese, quando un'assemblea della Repubblica Democratica Moldava proclamò l'intera Bessarabia unita alla Romania.
La Romania cedette la città all'Unione Sovietica il 28 giugno 1940, dopo l'ultimatum sovietico del 1940; in quell'occasione, i rumeni della città vennero deportati in Kazakistan[10]. La Romania riguadagnò il potere sulla città il 28 luglio 1941, durante l'invasione dell'URSS da parte delle forze dell'Asse nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1941, gli ebrei della città vengono deportati in Transnistria[10]. Rimase entro i confini rumeni fino al 22 agosto 1944, quando l'Armata Rossa occupò nuovamente la città. I sovietici divisero in due parti la Bessarabia, e il settore meridionale (inclusa Bilhorod) entrò a far parte della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, mentre quello settentrionale venne integrato nella Repubblica Socialista Sovietica Moldava. Dopo l'integrazione nell'Unione Sovietica, i sacerdoti e alcuni credenti ortodossi della città vennero deportati in Siberia[10]. Il 9 agosto del 1944, il nome della città venne cambiato con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS, riportandolo al precedente: Belgorod, aggiungendovi la designazione Dnestrovsky, per distinguerlo dalla Belgorod russa, a 42 chilometri dal confine con l'Ucraina[11].
Nel 1991, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, la città entrò a far parte dell'Ucraina indipendente.
Nel 1998 la città ha celebrato i 2.500 anni dalla fondazione (anno 502 a.C.)[6].
Ha dato i natali al mezzosoprano Elena Cernei e al pugile Vasyl' Lomačenko.
Si fornisce uno schema della composizione etnica di Belgorod[14]:
etnia ucraina | etnia russa | etnia bulgara | etnia moldava |
---|---|---|---|
42,08% | 54,52% | 1,66% | 0,67% |
È un centro balneare e termale (fanghi terapeutici), oggi molto frequentato dai turisti e un tempo molto noto per i diversi sanatori deputati alla cura della tubercolosi. È il luogo balneare più comodo da raggiungere dalla Moldavia[15].
Il centro abitato sorge sulla sponda interna del liman del Budak, che si estende parallelamente alla costa per 17 km ed ha una larghezza di 1,5 km. La spiaggia si trova sulla lunga duna sabbiosa che separa il liman dal mare; per recarvisi si utilizzano servizi di traghetto oppure un ponte, costruito nel 1972.
Vi sorgono numerosi centri statali per vacanze di bambini e ragazzi; si ricordano[16]:
È un altro centro balneare e curativo, situato sul cordone sabbioso che separa il liman del Dnestr dal mare, nei pressi della foce del fiume, detta "Bocca di Zarigrad"[17].
È un centro rinomato per la produzione di vino[18]. I primi vigneti in questa regione furono piantati dai greci e dai genovesi nel VI secolo. Più tardi, nuovi vitigni furono portati qui dai turchi. I fondatori "ufficiali" della produzione vinicola in questa regione sono stati però i coloni svizzeri di lingua francese, che nel 1822 si insediarono in questa località, che chiamarono "Shabag", che nel tempo fu ridenominato "Šabo", per facilitare la pronuncia in russo e in ucraino. Le famiglie di vignaioli svizzeri erano provenienti da Vevey (Canton Vaud) e da Buttes (Cantone di Neuchâtel) ed erano diretti da Louis-Vincent Tardan, insegnante, botanico ed esperto di viticoltura[19].
Šabo è stato uno dei pochi posti in Europa in cui la vite non è stata danneggiata dalla fillossera. È interessante notare che, durante la campagna anti-alcolica del 1985, Šabo non abbatté i suoi vigneti.
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