Afrin (in curdo: Efrîn; in arabo عفرين ʿ, Afrīn) è una città della Siria de iure, facente parte dell'omonimo distretto, a sua volta parte del Governatorato di Aleppo. È controllata de facto dalla Turchia. È bagnata dal fiume Afrin e nel censimento del 2004 aveva 36.562 abitanti.[1]
Afrin città | |
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(KU) Efrîn (AR) عفرين | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Governatorato | Aleppo |
Distretto | Afrin |
Sottodistretto | |
Territorio | |
Coordinate | 36°30′43″N 36°52′10″E |
Altitudine | 270 m s.l.m. |
Abitanti | 36 562 (2004) |
Altre informazioni | |
Lingue | curdo, arabo |
Fuso orario | UTC+2 |
Cartografia | |
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Nel 2012 il governo siriano ha perso il controllo del distretto e con esso anche la città è passata sotto il controllo delle milizie curde YPG, entrando a far parte della regione autonoma de facto del Rojava.
Nel marzo 2018 la città, in seguito a un'operazione militare dell'esercito turco, è passata sotto il controllo dell'Esercito siriano libero. Nell'ottobre 2022 viene conquistata dai miliziani di Tahrir al Sham.
A circa 8 km a sud della città, vi sono i resti di un tempio ittita, noto come tempio di Ain Dara. In un campo posto a nord della città è stata rinvenuta una stele dell'VIII o IX secolo a.C.[2]
L'area passò di mano dagli Achemenidi all'Impero macedone e infine all'Impero Seleucide fino al 64 a.C. con la conquista romana. Nel 637 infine gli Arabi la strapparono all'Impero bizantino durante l'Espansione islamica.
La regione passò brevemente sotto il dominio dei crociati del Principato d'Antiochia nel 1098 per poi essere riconquistata dai musulmani dell'Impero baharita nel 1260, poco prima delle invasioni mongole della Siria.
Nel 1516 la regione fu conquistata dagli Ottomani e fu incorporata nella provincia di Kilis.
Anche se l'area di Afrin non fa parte della regione geograficamente e storicamente indicata come il Kurdistan, nuclei di curdi ivi stanziati si riscontrano fin dal XVIII secolo.
La città di Afrin vera e propria fu fondata solamente nel XIX secolo come mercato.
Dopo la prima guerra mondiale Afrin e l'intera Siria passarono sotto controllo francese. Nel 1923 con il disegno del confine tra Siria e Turchia Afrin si staccò dalla provincia di Kilis e fu infine incorporata nella moderna Siria alla formazione dello stato nel 1961 dopo la dissoluzione della Repubblica Araba Unita.
Il 21 marzo 1986 ci furono una serie di disordini civili durante i quali tre persone furono uccise dalla polizia siriana. Nel 1999 l'arresto del leader curdo Abdullah Öcalan innescò nuovi scontri tra manifestanti curdi e la polizia.
Nell'estate del 2012, durante le fasi iniziali della guerra civile, l'Esercito arabo siriano si è ritirato dalla città e così le truppe curde dell'YPG, Unità di Protezione Popolare, ne hanno preso il controllo poco dopo.
Il 29 gennaio 2014 l'assemblea legislativa del Cantone di Afrin, uno dei cantoni del Rojava, ha dichiarato la secessione de facto della città, non riconosciuta dal governo siriano.
Il 20 gennaio 2018 scatta l'operazione Ramoscello d'Ulivo, un'operazione militare anti-curda congiunta tra la Turchia e l'Esercito siriano libero nel distretto di Afrin. Quello stesso giorno l'aeronautica turca bombarda la città. Il 28 gennaio il Dipartimento di antichità della Siria e l'Osservatorio siriano per i diritti umani hanno denunciato di come nei bombardamenti turchi l'antico tempio di Ain Dara ad Afrin sia stato gravemente danneggiato.
Il 18 marzo 2018 l'esercito turco entra in città e ne prende il controllo.
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