Villapiana (Villapiène in dialetto locale) è un comune italiano di 5423 abitanti[1] della provincia di Cosenza in Calabria.
![]() |
Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati della Calabria non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
Villapiana comune | |
---|---|
![]() ![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Paolo Montalti (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 39°51′N 16°27′E |
Altitudine | 206 m s.l.m. |
Superficie | 39,73 km² |
Abitanti | 5 423[1] (31-8-2022) |
Densità | 136,5 ab./km² |
Frazioni | Centro, Lido, Scalo |
Comuni confinanti | Cassano all'Ionio, Cerchiara di Calabria, Plataci, Trebisacce |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87076 |
Prefisso | 0981 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 078154 |
Cod. catastale | B903 |
Targa | CS |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | villapianesi |
Patrono | Maria Santissima del Piano - san Francesco da Paola |
Giorno festivo | 15 agosto (Madonna del Piano) / 2 aprile (San Francesco da Paola; se il 2 aprile è ancora tempo di Quaresima si festeggia la terza domenica di Pasqua) |
Cartografia | |
![]() | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
![]() |
Il territorio, attraversato dai torrenti Saraceno e Satanasso, è diviso in due frazioni (Lido e Scalo) e quattro contrade (Catusi, Rossi, Ponticello, Garamma).[3]
Il clima di Villapiana è mite, molto influenzato dalla natura morfologica della piana di Sibari e del massiccio del Pollino, che ripara il paese dai venti provenienti da nord e da est, mentre la catena della Sila fa da scudo per le correnti da sud-est e la penisola salentina riscalda l'aria proveniente dai Balcani.
Ai tempi della Magna Grecia la città era nota come Leutermia. Tale nome fu conservato fino al IX secolo, quando venne, verso l'850, distrutta dai saraceni contemporaneamente a Blanda e Cirella. Intorno al 1300 il borgo fu ricostruito e prese il nome di Casalnuovo che conservò fino al decreto del 4 gennaio 1863, quando assunse l'attuale denominazione.
Del periodo feudale è testimone il castello, dove trovarono abitazione i feudatari che si sono succeduti al governo del piccolo paese. Nel XVI secolo, signori di Casalnuovo furono i Sanseverino di Salerno. In quel periodo, per ordine di Carlo V, fu costruita nel territorio di Casalnuovo una torre difensiva. Nel 1551, invece, Marco Antonio Sanseverino fece costruire, poco distante dal centro abitato, il convento dei cappuccini composto da undici celle con annessa una piccola chiesa dedicata all'Immacolata.
Alla famiglia Sanseverino successe, nel XVII secolo quella dei Pignatelli, duchi di Bellisguardo, distinti dal ramo dei marchesi di Cerchiara di Calabria e principi di Nola. La famiglia dei duchi di Bellisguardo si estinse con Margherita, che sposò il marchese di Cerchiara, Diego Pignatelli e unificò, in tal modo, l'amministrazione del feudo di Casalnuovo con quello di Cerchiara. Gli eredi Pignatelli mantennero il possedimento fino all'eversione della feudalità.
Al tempo della Repubblica Partenopea il generale Championnet, incaricato di procedere all'ordinamento amministrativo dello Stato, comprendeva Casalnuovo nel cantone di Tursi, dipartimento del Crati. I francesi, per la legge 19 gennaio 1807, ne fecero un Luogo nel cosiddetto Governo di Cassano. Con il riordino predisposto per decreto data 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni e dei Circondari, venne compreso tra i primi e assegnato al Circondario di Amendolara. Per il nuovo assetto dato alla regione dalla legge borbonica I maggio 1816 venne trasferito nel circondario di Cerchiara.
Abitanti censiti[5]
L'economia cittadina è fondata sul settore edilizio, il commercio, il turismo stagionale, il comparto agricolo e l'allevamento.
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126707608 |
---|
![]() |