Specchia Gallone è una frazione di 482 abitanti[1] del comune di Minervino di Lecce in provincia di Lecce. Situata nel Salento orientale a pochi chilometri dalla costa adriatica, dista 40 km da Lecce.
Specchia Gallone frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 40°05′20″N 18°20′32″E |
Altitudine | 112 m s.l.m. |
Abitanti | 482 (giugno 2013) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 73027 |
Prefisso | 0836 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | specchiesi |
Patrono | san Biagio |
Giorno festivo | 3 febbraio |
Cartografia | |
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Il nome "Specchia" deriva dal latino Specola, che significa "vedetta", "osservatorio". L'appellativo "Gallone" venne aggiunto successivamente e si riferisce al feudatario Gian Battista Gallone, che governò il centro dal 1618.
Non si hanno notizie certe sulle origini del paese, ma si ritiene che nel luogo esistesse una fortezza costruita dagli abitanti di Otranto con funzioni di difesa e vedetta contro gli attacchi dei Saraceni. Da qui il nome Specchia.
Nel periodo feudale Specchia appartenne, tra le altre, alle famiglie Gallone, Sangiovanni e ai Basalù.
La Cappella di Sant'Anna, del XIII secolo, fa parte di quel sistema di chiese dell'Ordine dei Francescani sviluppatosi dal XIII secolo nella terra salentina. Le testimonianze sulla datazione della chiesa risalgono ad una visita del 12 ottobre 1522 del Vescovo di Castro che, descrivendo questa cappella, la annovera al Patronato dell'Universitas di Specchia. Altri documenti sono datati 1540 e 1608 e rimandano sempre a visite vescovili.
All'interno della chiesa vi è un interessante ciclo pittorico di dipinti murali del XIV secolo, estesi per una superficie di circa 90 m². Gli affreschi rappresentano storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, oltre alla raffigurazione di Santi e delle opere di carità del Committente. Di particolare pregio pittorico sono la rappresentazione del Giudizio Universale, posto sulla controfacciata, gli affreschi di San Francesco d'Assisi, di Sant'Antonio da Padova e di San Giorgio che uccide il drago.
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