San Giacomo o Cascina San Giacomo (San Giàcum in dialetto milanese) è una frazione di Cisliano nella Città metropolitana di Milano, distante 1,97 km dal centro storico del comune di appartenenza.
San Giacomo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 45°27′05.18″N 8°58′26.9″E |
Altitudine | 128 m s.l.m. |
Abitanti | 33 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 20046 |
Prefisso | 02 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | cislianesi o sangiacomini |
Patrono | san Giacomo |
Giorno festivo | 25 luglio |
Cartografia | |
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Le prime notizie relative al borgo di San Giacomo nel territorio di Cisliano, risalgono al XV secolo quando abbiamo le prime tracce murarie della costruzione della cappelletta e di parte dell'antica cascina che costituisce difatti ancora oggi gran parte dell'abitato, ove si possono ancora rintracciare tracce di decorazioni in cotto di finestre a sesto acuto. Il complesso in quest'epoca era di proprietà di Filippo della Porta il quale ne aveva destinata una parte a ricovero per i viandanti, da cui il nome di "San Giacomo" quale patrono per i pellegrini.
Nel 1550 la proprietà venne venduta daglie eredi del della Porta alle monache domenicane che vi impiantarono un'azienda agricola costruendovi anche una ghiacciaia.
L'area ha subito notevoli ampliamenti nel Settecento quando l'originaria cascina è stata ampliata, così come la cappella, oltre alla costruzione delle prime case esterne all'area rurale e dell'unico esercizio commerciale della frazione, un'osteria per viandanti, che da allora sino ad oggi resiste.
Prospera durante tutto l'Ottocento, la frazione si è invece trovata in crisi con il secondo Novecento quando l'industrializzazione ha prevalso sull'agricoltura e la cascina San Giacomo con tutte le sue indipendenze è stata in un primo momento venduta alla famiglia Corbellini di Corbetta ed infine alla famiglia Crivelli di Castellazzo de' Stampi che vi ha realizzato della abitazioni frazionate ad appartamenti, riportando il borgo alla vita.
La piccola cappella di San Giacomo è l'unico luogo di culto presente nell'omonima frazione. Essa è dedicata a San Giacomo il Maggiore, apostolo e protettore dei pellegrini e dei viandanti.
La costruzione della struttura venne iniziata nel XIV secolo, anche se non abbiamo tracce documentarie di come tale struttura potesse apparire. Il risultato attuale è una chiesa di una ventina di posti che appare di forme tardo barocche sia internamente che esternamente.
La facciata è semplice e decorata a lesene, con una porta lignea centrale di ridotte dimensioni, sovrastata da una finestra a lunetta che dà luce all'interno della chiesa. Nella parte superiore si trova un'ulteriore finestra con lunetta sovrastata dalle lettere "S.G." per San Giacomo.
L'interno della cappella è in parte frazionato dal tempo, ma vividi ed apprezzabili sono gli affreschi e le decorazioni ivi presenti: l'aula della cappella ha una sola navata decorata sul soffitto con un motivo finto cassettonato a fioroni, ed accoglie una croce lignea ottocentesca ed un Cristo morto settecentesco. L'altare maggiore presenta uno splendido affresco rappresentante la Madonna in trono con Gesù Bambino, attorniata da San Giacomo e da Sant'Antonio da Padova, di mano ignota ma di pregevole fattura, opera riconducibile senza dubbio alla fine del XVIII secolo, mentre sul soffitto spicca una colomba dello Spirito Santo ad ali spiegate.[1]