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Montorio è una frazione di Verona, è stato comune autonomo fino al 1927 col nome di Montorio Veronese. È situato nella parte nord-orientale del territorio comunale, a 6 km dal centro e all'imboccatura della Val Squaranto, e fa parte della circoscrizione 8. l quartiere è abitato da 6 942 persone.[1] Nelle immediate vicinanze si trovano le località di Ponte Florio, Mizzole, Borgo Santa Croce e San Michele.

Montorio
frazione
Montorio – Veduta
Montorio – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Veneto
Provincia Verona
Comune Verona
Territorio
Coordinate45°27′46″N 11°04′05″E
Altitudine50 m s.l.m.
Abitanti6 603
Altre informazioni
Cod. postale37141
Prefisso045
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantimontoriesi
Patronosan Zeno
Cartografia
Montorio

Origini del nome


Prima dell'insediamento romano, dove ora sorge il castello, vivevano popolazioni retiche che chiamarono il colle "taurus" che nella lingua dei Reti significava monte. I Romani quindi arrivati successivamente probabilmente scambiarono tale termine con il nome proprio del luogo e latinizzarono il tutto in mons-taurus; perciò Montorio significherebbe letteralmente "monte-monte".


Storia



Monumenti e luoghi d'interesse



Il Castello


Castello di Montorio (Verona)

Il castello di Montorio
Il castello di Montorio

L'attrazione più conosciuta di Montorio è il suo castello (detto appunto castello di Montorio). Non si sa chi l'abbia costruito (esisteva già un "castrum" al tempo dei Romani), si sa però che l'Imperatore tedesco Ottone III lo donò al vescovo di Verona nel 955 d.C. Fu poi utilizzato dagli Scaligeri.

Il castello viene tuttora usato per feste tematiche e non, soprattutto durante il periodo estivo dove si praticano tutt’ora diverse sagre.


Il Forte Preara


Forte Preara
Forte Preara

Forte Preara, originariamente chiamato Werk John, è un forte austriaco di Verona, costruito tra il 1859 e il 1860 per volontà di Ludwig von Benedek, e progettato dal direttore della Genie Direction austriaca di Verona. Il forte è intitolato al barone Franz von John (1815-1876), cavaliere dell'Ordine di Maria Teresa per le azioni nelle battaglie di Goito e Volta Mantovana. Nel 1866 sarà Capo di Stato Maggiore nell'Armata dell'arciduca Albrecht.


I Fossi


Una risorgiva a Montorio
Una risorgiva a Montorio

Le risorgive dette "Fossi" si dipartono dal laghetto Squarà e percorrono come un reticolo tutto il territorio montoriese. Considerate come un'importante risorsa naturale e turistica, sono popolati da una fauna specifica in particolare da un piccolo pesce, il Magnaron, che veniva pescato dai locali per essere fritto e per questo è stato scelto come nome per la maschera carnevalesca di Montorio: il re del Magnaron (in realtà, l'unico magnarone che si può vedere a Montorio da anni, è proprio e solo il re dei magnaroni in occasione della sagra).

Per la loro salvaguardia si è costituito il "Comitato dei Fossi" uno degli storici comitati ambientalisti di Verona voluto dai cittadini e fautore di alcune pubblicazioni sul paese e di attività di valorizzazione del territorio, si può ancora vedere una ruota ad acqua per la lavorazione del gesso e una piccola piscina (tondo Maggia) di epoca romana. Il Comitato è stato guidato al suo inizio da Pierenzo Saetti a cui questo piccolo tesoro ambientale deve la sopravvivenza e l'attuale notorietà. Attraverso una passeggiata lungo i fossi si possono raggiungere Ferrazze e San Martino buon albergo


Caserma "Duca"


Nel territorio di Montorio è presente la Caserma "Duca", una delle più grandi installazioni militari in Italia, sia per estensione sia per capacità alloggiative (attualmente circa 2 000 uomini, ma in passato anche oltre 6 000).

La struttura, dal dopoguerra a oggi, ha ospitato numerosi reparti dell'Esercito Italiano:

Attualmente la Caserma "Duca" è sede dei seguenti reparti:


Cultura e sport



Sport e tempo libero a Montorio Veronese



Infrastrutture e trasporti


Montorio, inizialmente Comune autonomo, forse a causa della relativa vicinanza al capoluogo fu per lungo tempo trascurato dalle amministrazioni e dalle aziende di servizi per quanto attiene le comunicazioni.

Tra il 1915 e il 1918 Guasco (Vasco) Bacca, già conducente in proprio di vetture a cavallo tra Verona e Montorio, con sede a Montorio in via Casaletto, istituì un servizio di trasporto pubblico motorizzato sulla stessa tratta. Le prime autocorriere nacquero ricarrozzando alcuni autocarri Fiat 18 BL della prima guerra mondiale dismessi dall’esercito (secondo talune fonti erano un paio). La didascalia di una foto dell'epoca fa però retrocedere al 1915 tale acquisto, il che sarebbe compatibile con la messa in produzione del mezzo già a partire del 1914.

La prima stazione dell’Impresa Bacca in Verona era dietro gli edifici dell’attuale piazza Viviani, edifici che da lì a poco furono sostituiti dal Palazzo delle Poste del Fagiuoli (perciò probabilmente era in piazza Indipendenza); il garage era in Corte Regia.

Sin dagli esordi al servizio di linea si affiancò quello turistico, con gli stessi pullman quando gli autisti erano liberi,

Nel 1921 venne esteso il servizio con corse giornaliere verso la Lessinia e la valle di Squaranto, raggiungendo Mizzole, Pigozzo passando per il Vajo della Pissaròta e da lì sino a Velo Veronese (1087 m s.l.m.). La scelta probabilmente conseguì alla ventilata creazione della linea tranviaria Verona-Montorio, che prima o poi avrebbe reso inutile un’autolinea limitata al sobborgo.

E infatti il 2 maggio 1926 si svolse la cerimonia di inaugurazione del primo tram che collegava il paesino alla città, festeggiato come un evento importante per la mobilità degli abitanti che potevano così più facilmente recarsi al lavoro. Il tram fu sostituito dalla linea n. 8 di autobus urbani nel secondo dopoguerra, a sua volta diventata linea n. 13 (con una notevole variazione del percorso nei dintorni di Borgo Venezia) nei tardi anni '90.

L’impresa Bacca sviluppò sempre più il proprio servizio di trasporto verso la Lessinia, e un particolare impulso derivò dalla nuova sede del seminario a Roveré Veronese. Nel 1949 divennero soci i due esperti autisti Giacomino Cajani e Palmiro Rubele con suo fratello Alcide e la denominazione sociale mutò in “BREC“, acronimo di Bacca, Rubele e Cajani

Nella primavera del 1951 la BREC inaugurò anche la linea che da Verona-Borgo Venezia, sempre passando per Montorio, poi per Pian di Castagnè, giungeva a San Rocco di Piegara, ove l'arrivo della prima corsa fu memorabile, tanto da essere commemorato nei primi anni 2000 dalla commedia “La corriera”.

Oggi a Montorio si può arrivare comodamente anche in bicicletta seguendo la pista ciclabile che parte da piazza Bra, prosegue per la circonvallazione sino a Porta Vescovo, attraversa Borgo Venezia, e infine arriva al centro del paese. Proseguendo, superato il ponte dell'Olmo sul progno Squaranto e tenendo la destra, si scende agli incantevoli fossi e laghetti della zona del cotonificio.

Ancor più lenti e tardivi dell'introduzione del tram e degli autobus urbani furono i progressi nelle comunicazioni via cavo, qui riportati in sunto[2]:

L'Ufficio del telefono venne installato nell’aprile del 1896 e l’Arena commentò:

“… la solerte società telefonica ha stabilito un servizio di comunicazione con Montorio. Ciò tornerà utilissimo ai molti commercianti della città e a molte famiglie signorili che tengono in quel paese le loro ville e la loro possidenza; potranno così più facilmente abbonarsi al telefono in città dando tutto quel maggior impulso allo sviluppo di così importante mezzo velocissimo di comunicazione quale ormai dappertutto si constata”.

Però per parlare con Verona a 6/7 km servivano alcuni minuti solo per avere la linea!

Stranamente il Telegrafo arrivò solo 6 anni dopo i telefoni; il 3 febbraio 1902 l’Adige riporta:

“Montorio – Con l’intervento dell’ispettore dei telegrafi, oggi ebbe luogo l’inaugurazione del nuovo ufficio telegrafico, che finalmente viene aperto a servizio del pubblico. È sito nell’ufficio postale ove è anche l’ufficio del telefono”.

Col tempo per le esigenze in primis di commercianti e piccole industrie si fece richiesta di avere più apparecchi telefonici pubblici, magari dislocati in vari punti del paese, e anche privati.

Dopo la seconda guerra mondiale, con la ricostruzione e sviluppo del territorio aumentarono le richieste di apparecchi privati. Dal Corriere del Mattino del 25 settembre 1952:

“…il delegato del sindaco [Lucillo Bongiovanni, n.d.r.] ha esposto poi con inconfutabili dati tecnici le condizioni del telefono a Montorio. A tutti infatti è noto il disservizio che provoca innumerevoli perdite di tempo anche per le più semplici comunicazioni col capoluogo”.

Stessa testata, dicembre stesso anno:

“Un bisogno sentito particolarmente dalla gente di affari è quello del telefono. Qui non funziona ancora l’automatico, con quella perdita di tempo e di pazienza che tutti sanno. La società telefonica si è dichiarata disposta a impiantare un centralino automatico (capacità cento numeri, costo quindici milioni) purché si raccolga l’adesione preventiva di almeno 25 utenti i quali dovrebbero sborsare per l’allacciamento una sessantina di biglietti da mille. Sennonché solo quattordici nominativi sono stati raccolti e tra i rinunciatari c’è qualcuno che a suo tempo scrisse lettere ai giornali chiedendo che venisse risolto l’urgente problema!”.

Stessa testata, 09.01.1953 (estratto):

Il servizio telefonico di Montorio dispone di sette linee soltanto

L’interessamento del rappresentante del sindaco Bongiovanni non è riuscito ad ottenere l’adesione di certi “protestanti” – La Telve ha un progetto per 100 linee ma la posa costa 15 milioni

In questi ultimi mesi nella nostra frazione si è fatto un gran parlare dei telefoni pubblici. Non sono mancate proteste inviate ai giornali o addirittura alla Telve. Indubbiamente il servizio non si svolge bene; soprattutto bisogna attendere a lungo le comunicazioni con lo stesso centro urbano […]. Attualmente ci sono a Montorio 28 abbonati che usufruiscono di quattro linee telefoniche. Una quinta è riservata al posto pubblico. È ancora in funzione un piccolo centralino semiautomatico ed ogni utente è costretto a dipendere per qualunque chiamata dalla centrale telefonica di Verona. A tutti capita spesso di perdere parecchio tempo per la più semplice chiamata. Non sono mancate proteste specialmente dalle ditte più grosse della nostra frazione che hanno spesso bisogno di chiamate interurbane e qualche volta con l’estero. Ci sono inoltre parecchi montoriesi che attendono da circa un anno di divenire utenti, ma la loro richiesta è vana perché non è possibile sovraccaricare ancora le linee già insufficienti allo stato attuale […]. Ponte Florio è ora completamente sprovvista di telefono pubblico e dista quasi due chilometri da Montorio […]. Montorio non può rimanere, anche in vista del suo futuro sviluppo, in quello stato di inferiorità nel quale oggi si trova per questa deficienza. E tanto per rettificare quanto è stato scritto tempo addietro dal quotidiano liberale, la nostra frazione è in continuo aumento dal lato demografico. Cifre alla mano infatti, dal 1936 al 1951 la nostra popolazione è aumentata del 20 per cento”.

Nel 1953/54 Il problema fu risolto con l’installazione di una centrale in un locale della Scuola “Betteloni” che doveva esser provvisoria invece durò vent’anni.

Peggio ancora la situazione nel rione di Olivé:

CORRIERE DEL MATTINO – 15.06.1958 (estratto)

Perché gli abitanti di Olivé non possono avere il telefono?

Alcuni privati desidererebbero installare questo mezzo di comunicazione, ma la società concessionaria non acconsente

Nessuno può mettere in dubbio che oggi il telefono sia una delle cose più necessarie […], eppure a Montorio per gli abitanti del grosso rione di Olivé è così. Coloro che abitano oltre la strada del Cimitero non possono avere il telefono perché il telefono si ferma all’altezza di Via Bandello [attuale Via dei Cipressi n.d.r.]; sembrerebbe un controsenso ma è così anche se a Olivé almeno una decina di persone ha chiesto di poter installare un apparecchio telefonico. Ci permettiamo segnalare questo grave inconveniente nella speranza che la Società concessionaria vorrà riesaminare la possibilità di prolungare il cavo. Non ci rendiamo conto come i tecnici abbiano potuto, all’atto della posa in opera del cavo, pensare di escludere una zona così vasta e popolata della frazione specialmente quando hanno visto la possibilità di raddoppiare la capacità del centralino telefonico che in un primo tempo era previsto per soli cinquanta numeri mentre al termine dei lavori si è stati costretti a portarlo a cento numeri. Gli abitanti della zona, ed in modo particolare coloro che da tempo hanno presentato alla Società regolare domanda per ottenere l’allacciamento al telefono, si augurano che il problema venga riesaminato e risolto quanto prima.

Ma il telefono arriverà solo un anno e mezzo dopo.

Nel 1963 il problema dell’insufficienza delle linee si ripresenta…

CORRIERE DEL MATTINO – 18.08.1963 (estratto)

Non è possibile istituire nuovi numeri telefonici

Il centralino installato in piazza Buccari non lo consente – È necessario risolvere con urgenza il problema

Ai numerosi cittadini di Montorio che in questi ultimi mesi hanno presentato domanda alla TELVE per avere il telefono è stato risposto che per il momento non è possibile in quanto il centralino installato in un locale delle scuole elementari non sopporta altre utenze. La cosa ha creato un certo malumore nella nostra frazione perché oggi il telefono è diventato un normale mezzo di comunicazione quasi indispensabile. Il problema si era presentato negli stessi termini anche alcuni anni or sono, e allora era stato temporaneamente risolto con il potenziamento del centralino la cui capacità era stata portata a 150 numeri. Ora si ripresenta nuovamente il problema e non sappiamo come la direzione della TELVE intenda risolverlo: certo sarebbe auspicabile che non ci si limitasse ad aumentare la capacità di cinquanta o cento numeri, ma a risolvere definitivamente il problema anche in vista dello sviluppo che la frazione è destinata ad avere con l’impianto della nuova zona industriale e del nuovo quartiere residenziale che sorgerà in piazza Buccari.

L’AVVENIRE D’ITALIA – 05.01.1964 (estratto)

Inevase le numerose domande per l’installazione del telefono

Da oltre un anno gli abitanti della frazione non riescono ad ottenere dalla TELVE un apparecchio

Notevole malcontento regna tra gli abitanti della nostra frazione per il mancato accoglimento da parte della TELVE delle numerose domande presentate per l’installazione di nuovi apparecchi telefonici. Da oltre un anno infatti le domande presentate vengono accantonate e a tutti viene risposto che per il momento non è possibile evaderle. Lo sviluppo della frazione e il diffondersi di questo mezzo di comunicazione, diventato ormai quasi un servizio indispensabile per molte famiglie, hanno acuito la serietà del problema. Due anni fa la TELVE, ampliando il centralino esistente nel locale delle scuole elementari, aveva previsto uno sviluppo portando la capienza a 300 numeri, ma a questo non ha fatto seguito l’installazione di un nuovo cavo con la città per cui il problema è rimasto insoluto […].

Intanto la costruenda zona artigianale è “fuori rete”!!!

L’AVVENIRE D’ITALIA – 09.11.1967 (estratto)

A Montorio

La zona artigianale non può avere il telefono

Grave disagio per gli imprenditori che intendono costruire nella località i loro impianti

La zona artigianale di Montorio sta avviandosi abbastanza bene. In questi giorni altri opifici dovrebbero aprire i battenti […]. Mentre per l’illuminazione è stato assicurato che quanto prima l’azienda provvederà, per il telefono le difficoltà appaiono maggiori. Agli interessati è stato risposto che dovranno attendere fino all’anno prossimo e anche allora potranno chiamarsi fortunati se potranno avere il “numero”. È questa una cosa assai grave e al tempo stesso incomprensibile perché l’impianto del telefono viene regolarmente pagato dagli interessati e quindi non dovrebbero esserci difficoltà di ordine economico. È facilmente immaginabile il disagio degli artigiani che venendo a stabilirsi in questa zona nuova non hanno la possibilità di comunicare con la città; se hanno necessità di telefonare devono portarsi al posto pubblico percorrendo oltre un chilometro. Eppure i dirigenti della SIP sapevano già da tempo che a Montorio doveva sorgere una zona artigianale.

…e solo “grazie” ad un incendio doloso viene sostituito il centralino…

L’ARENA – 10.12.1974 (estratto)

Il Comune e la SIP sono al lavoro per riparare i danni a tempo di primato

Si ricercano a Montorio gli incendiari della scuola e della centrale telefonica

I danni complessivi, provocati dal teppismo degli ignobili piromani, ammontano a 300 milioni – L’incendio è stato appiccato in due punti diversi – Gli alunni delle “Betteloni” costretti ai doppi turni – Ristabilito un servizio telefonico di emergenza per i 500 utenti con gli apparecchi bloccati

Scuola elementare Cesare Betteloni Mentre la Squadra Mobile e i carabinieri della stazione di Montorio proseguono le indagini per identificarne gli autori, gli specialisti della SIP e i tecnici del municipio, fatto un primo bilancio dei danni che si aggirerebbero attorno ai 300 milioni, sono al lavoro per rimettere in funzione la rete telefonica e restaurare l’interno del fabbricato della scuola “Betteloni”, gravemente danneggiati dal fuoco appiccato da ignoti teppisti nella notte tra sabato e domenica. L’atto di gratuito e criminale teppismo (che come diremo ha dei precedenti) è stato compiuto dagli ignoti delinquenti approfittando del fatto che l’edificio che ospita le scuole elementari “Cesare Betteloni” e il XVI circolo scolastico, in piazza Buccari a Montorio, durante la notte è incustodito […].

L’ARENA – 13.12.1974 (estratto)

Dopo l’incendio della centrale a opera di teppisti

I 500 telefoni di Montorio hanno ripreso a funzionare

La situazione del servizio telefonico di Montorio, che un atto teppistico compiuto nella notte tra sabato e domenica aveva messo completamente fuori d’uso, è ritornata – si può dire – normale, grazie alla lodevole tempestività con la quale ha operato l’agenzia di Verona della II zona della Sip. Come abbiamo ampiamente riferito, il centralino di smistamento per la zona di Montorio (Trezzolano, Moruri, Pigozzo, Cancello e Mizzole), che si trovava ubicato all’interno dello stabile della scuola elementare “Betteloni” in piazza Buccari a Montorio, incendiato da ignoti ladri-piromani, aveva cessato di funzionare a causa delle fiamme e del crollo di una parte del soffitto. Gli abbonati rimasti isolati erano stati circa 500 […].

Così finalmente viene costruita una centrale telefonica!

L’ARENA – 16.04.1975 (estratto)

Dopo la teppistica distruzione

Telefoni: a Montorio una nuova “centrale”Centrale Telecom in via dei Carpini

Dopo l’episodio di teppismo accaduto alle scuole elementari di Montorio […] la SIP ha provveduto a far entrare in funzione una nuova centrale da tempo in programma per far fronte a tutte le richieste della zona che comprende anche Borgo Venezia. Con la nuova costruzione la centrale (denominata in linguaggio tecnico ARF 102) sarà in grado di “servire” 700 utenti, contro i 500 di quella andata distrutta, con un cambiamento però di numerazione. Mentre infatti prima dell’incendio della scuola i numeri partivano dal 72.000 e raggiungevano il 72.499, adesso partono dal 557.000 e vanno sino al 557.699. Per quello che riguarda gli abbonati, l’elenco aggiuntivo con le modifiche di numerazione sarà inoltrato quanto prima a tutti gli interessati.

Trent’anni dopo siamo di nuovo alle solite… questa volta con l’ADSL…

L’ARENA – 12.11.2005 (estratto)

Petizione dei residenti nei confronti della Telecom. Chiesta anche una centrale più moderna

Montorio chiede a gran voce l’Adsl

Quando arriva l’Adsl a Montorio ed in Valsquaranto, facilitando finalmente i collegamenti rapidi in Internet? È la domanda che da quasi due anni si pongono aziende e studenti della frazione e della vallata, che in 330 hanno sottoscritto una petizione «elettronica» lanciata dal giornale telematico www.montorioveronese.it, invitando Telecom Italia a dare una risposta concreta alla richiesta degli abitanti della zona.

A portare avanti la «battaglia» per ottenere l’«Asymmetric Digital Subscriber Line» (Linea asimmetrica digitale d’abbonato), la tecnologia che permette di trasferire i dati attraverso le linee telefoniche ad una velocità molto elevata, è il consigliere comunale Marco Burato, che proprio in questi giorni ha inviato alla direzione romana della società una lettera ufficiale nella quale si chiede un intervento urgente per sistemare il problema. […] «Sebbene a Montorio e nella Valsquaranto risieda una popolazione di circa settemila persone», sottolinea Burato, «la centrale Telecom del paese non è ad oggi equipaggiata con apparati che possano permettere il collegamento veloce a internet: questo ha portato, ormai da tempo, ad una situazione critica, cui ha fatto seguito anche una raccolta di firme». […] E aggiunge: «Spero di trovare un valido aiuto per poter risolvere questo grave problema che peraltro non pochi danni sta causando all’immagine dell’impresa che lei rappresenta». L’obiettivo, conclude lo stesso Burato, è di arrivare a «un urgente intervento da parte di Telecom Italia, in modo tale da garantire a breve il servizio Adsl sia a Montorio che in Valsquaranto».



Note


  1. Comune di Verona. I quartieri della città di Verona. Differenze e similarità. Anno 2002. p.36
  2. Il telefono a Montorio articolo di Gabriele Alloro del 5 febbraio 2006, su montorioveronese.it.

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