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Monteluco è una frazione del comune di Spoleto (PG).

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Monte Luco.
Monteluco
frazione
Monteluco – Veduta
Monteluco – Veduta
Ingresso al Bosco sacro
Localizzazione
Stato Italia
Regione Umbria
Provincia Perugia
Comune Spoleto
Territorio
Coordinate42°43′24.24″N 12°45′10.91″E
Altitudine780 m s.l.m.
Abitanti27 (Censimento ISTAT del 2001)
Altre informazioni
Cod. postale06049
Prefisso0743
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantimontelucani
Cartografia
Monteluco

Il territorio della frazione, prevalentemente di alta collina e occupato da un fitto ed antico bosco di leccio, culmina in un pianoro sulla cima di un basso monte, all'altezza di 780 m s.l.m., i cui dintorni sono abitati da 27 residenti (dati ISTAT) la zona è raggiungibile con una strada panoramica (costruita in parte anche grazie ai prigionieri austriaci, durante la prima guerra mondiale) che offre la vista sulla valle spoletina, passando in prossimità del Ponte delle Torri, che anticamente ne costituiva il passaggio obbligato.


Geografia fisica


La montagna spoletina, di cui Monteluco costituisce l'estremità settentrionale, è una dorsale calcarea allungata da nord a sud, estesa circa 7.000 ettari, compresa tra la strada statale Flaminia e la Valle del Nera. Piccoli centri abitati (Mustaiole, Sustrico, Acquaiura, Torrecola, Belvedere, Ancaiano, Le Cese, i ruderi di Sensati, Vallocchia, Borgiano) sono disposti ad anello intorno al massiccio; più interni e a quote più elevate si trovano Monteluco, Le Porelle, Le Aie e Patrico.

L'area è occupata in massima parte da boschi di caducifoglie e di sclerofille sempreverdi: formazioni di carpino nero e orniello, querceti di roverella, castagneti, qualche nucleo di faggio alle quote più elevate, pinete a pino d'Aleppo e leccete. Tra queste ultime spicca quella secolare di Monteluco. La composizione dei boschi è varia; oltre alle specie arboree dominanti compaiono aceri, cerri, carpini bianchi, noccioli, meli e ciliegi selvatici, sorbi, maggiociondoli, corbezzoli e tanti arbusti come viburno, fillirea, alaterno, erica multiflora, corniolo, sanguinello, biancospino, evonimo, ginepro, ginestra odorosa e rovo. In alcune stazioni sono presenti i rari tasso e agrifoglio. Su alcuni versanti assolati sono presenti gli oliveti e intorno ai piccoli insediamenti, anche in montagna, si trovano seminativi e prati.

La fauna è diversificata, con almeno 134 specie di vertebrati presenti: 10 di anfibi, 10 di rettili, 89 di uccelli nidificanti e/o svernanti (i nidificanti sono 79) e 25 di mammiferi. Il 37% di questi animali sono considerati di pregio scientifico e conservazionistico, perché rari e/o minacciati a livello nazionale ed europeo. Delle specie di maggior interesse si ricordano tra gli anfibi la salamandrina dagli occhiali e l'ululone a ventre giallo, tra i rapaci diurni il biancone, il lanario e il pellegrino, tra i passeriformi la rondine montana, il culbianco, il codirossone, il passero solitario, il luì verde e lo zigolo muciatto, tra i mammiferi l'istrice, il lupo e il gatto selvatico.

L'importanza delle caratteristiche ambientali di Monteluco e di tutta la montagna spoletina è sancita dall'individuazione del sito di interesse comunitario (SIC) "Monteluco di Spoleto" e della zona di protezione speciale (ZPS) "Bassa Valnerina: Monte Fionchi - Cascata delle Marmore".


Storia


Il nome della frazione deriva dal termine latino lucus, ossia Bosco sacro a Giove, a testimonianza dell'importanza religiosa di questo luogo sin dai tempi antichi.

Intorno al V secolo Monteluco diventa sede di uno dei più vasti movimenti eremitici del tempo: un gruppo di monaci anacoreti orientali (tra cui San Giuliano †302) guidati da Sant'Isacco di Antiochia, divenuto poi Sant'Isacco di Monteluco, religioso di origine siriana, fondarono una colonia sul monte, abitando nelle grotte e vietando l'accesso alle donne[1].

In seguito, la chiesa madre di San Giuliano, punto di riferimento della colonia eremitica, passò ai benedettini, che l'abbandonarono nel XVI secolo.

Molti religiosi si ritirarono sul monte per vivere più spiritualmente la Regola: in modo particolare il beato Francesco da Pavia, che qui morì il 16 agosto 1454; il beato Egidio d'Assisi, il beato Paoluccio Trinci, San Bernardino da Siena, San Bonaventura, Sant'Antonio di Padova. L'arcivescovo di Spoleto Giovanni Maria Mastai-Ferretti, futuro Papa Pio IX, fece parte della fraternità del Terz'Ordine Francescano di Monteluco.

Belvedere. Citazione di S. Francesco: Nihil iucundius vidi valle mea spoletana
Belvedere. Citazione di S. Francesco: Nihil iucundius vidi valle mea spoletana

La vicenda spirituale di San Francesco trovò compimento anche in questi luoghi: nel 1218, secondo la tradizione dell'Ordine, fu lo stesso Francesco a fondare, in un luogo, la cappella di Santa Caterina, donatogli dai benedettini, un primitivo cenacolo ai limiti del Bosco sacro.

Sempre nel XVI secolo, un buon numero di pellegrini laici si ritirarono nelle cappelle e chiesette della località; nel 1547 il vescovo di Spoleto, Fabio Vigili, costituì la cosiddetta Congregazione dei Padri Eremiti di Monteluco, che aveva come centro l'Eremo di Santa Maria delle Grazie (attualmente residenza d'epoca).

Nel 1556 anche l'artista Michelangelo soggiornò brevemente in quei luoghi per ritemprarsi.

Nel 1788 il cenacolo di San Francesco venne scelto da Leopoldo da Gaiche come ritiro spirituale di stretta osservanza e fu solennemente inaugurato il 1º novembre. Venne poi soppresso dalle truppe napoleoniche nel 1809; lo stesso Fra Leopoldo tentò di scacciare le truppe francesi salite sul monte a piantare l'albero della libertà.

Con l'occupazione napoleonica finì l'isolamento e da allora l'accesso è aperto a tutti.

Nell'estate del 1924 Luigi Pirandello trascorse la villeggiatura a Villa Verdiani, sulle pendici del monte[2].


Economia e manifestazioni


Attualmente Monteluco è meta di un buon flusso turistico proveniente da tutta Italia, soprattutto dai paesi e dalle città circostanti, che nei fine settimana e durante l'estate affolla l'altopiano.


Monumenti e luoghi d'interesse


«Nil iucundius vidi valle mea spoletana - (Non ho visto niente di più giocondo della mia valle Spoletana)»

Riproduzione della Lex Luci Spoletina - Bosco sacro
Riproduzione della Lex Luci Spoletina - Bosco sacro

La traduzione del testo recita:

«Questo bosco sacro nessuno profani, né alcuno asporti su carro o a braccia ciò che al bosco sacro appartenga, né lo tagli, se non nel giorno in cui sarà fatto il sacrificio annuo; in quel giorno sia lecito tagliarlo senza commettere azione illegale in quanto lo si faccia per il sacrificio. Se qualcuno [contro queste disposizioni] lo profanerà, faccia espiazione offrendo un bue a Giove ed inoltre paghi 300 assi di multa. Il compito di far rispettare l'obbligo tanto dell'espiazione quanto della multa sia svolto dal dicator.»

(Traduzione dell'iscrizione del cippo lapideo della Lex spoletina)
Tomba di Domenico Gnoli a Monteluco
Tomba di Domenico Gnoli a Monteluco

Sport



Associazioni sportive



Galleria d'immagini



Note


  1. Sant'Isacco di Monteluco Archiviato il 20 novembre 2012 in Internet Archive.
  2. Luigi Pompilj, Luigi Pirandello a Monteluco, in Spoletium n. 13, Accademia spoletina, 1968.

Bibliografia



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