Montecchio è una frazione del comune italiano di Peccioli, nella provincia di Pisa, in Toscana.
Montecchio frazione | |
---|---|
Montecchio di Peccioli | |
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 43°31′33″N 10°44′28″E |
Altitudine | 204 m s.l.m. |
Abitanti | 207 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 56037 |
Prefisso | 0587 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | montecchiesi[1] |
Patrono | San Pancrazio, Santa Lucia |
Giorno festivo | 13 dicembre |
Cartografia | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Montecchio sorge su una collina di arenaria sulla sponda destra del Fiume Era. Lungo i fianchi del rilievo sono presenti molte sorgenti naturali note sin dall'epoca medievale, che tutt'oggi vengono utilizzate per irrigare le coltivazioni. La principale si trova a pochi passi dal centro, ed è ancora completa della struttura medievale.
Tra la strada Via del Molino e l'abitato di Montecchio, ha origine il Torrente Ragosa che percorre una stretta valle tra Montecchio e Peccioli sino a gettarsi nel Roglio dopo circa 6 km, nei pressi della località Poggio al Pino.
Il piccolo borgo è immerso tra i boschi delle "Serre", zona rurale posta tra Montecchio e Peccioli. Il masso di arenaria dove è situato il paese è attraversato da gallerie forse di epoca etrusca o più probabilmente medioevale, che sono sicuramente state usate come rifugi nella Seconda Guerra Mondiale.
Sappiamo che queste zone sono abitate fin dall'epoca degli Etruschi, poiché, proprio nel territorio di Montecchio, troviamo i resti dell'antico Tempio di Ortaglia, andato distrutto a causa di un incendio. Questi resti si trovano all'interno di un pozzo profondo diversi metri, da cui vengono estratti continuamente nuovi reperti, poi esposti al Museo Archeologico di Peccioli, o a quello di Volterra.
Emanuele Repetti la descrive come un casale della Giurisdizione di Peccioli, da cui dista circa 2 miglia toscane, provvisto di una chiesa parrocchiale dedicata a Santa Lucia, posta nel piviere di Fabbrica e nella Diocesi di Volterra.
In epoca medievale vi sorgeva un podere di proprietà della distrutta badia di San Casciano a Carigi sul Roglio, beneficio concesso al monastero da papa Lucio III[2] e confermato da papa Clemente III nel 1188. Sotto la Repubblica di Pisa il distretto di Montecchio fu assegnato alla giurisdizione del capitano di Val d'Era residente a Monte Foscoli, a seguito dello Statuto Pisano del 1284.[3]
Nell'agosto del 1362 i Fiorentini capitanati dal Marchese Bonifazio Lupi di Soragna assalirono il piccolo castello di Montecchio, reo di aver offerto rifugio a 200 masnadieri, che avevano portato numerosi attacchi alle truppe assedianti Peccioli.[4]
La sorte politica di Montecchio fu comune a quella di Fabbrica abbassandosi al dominio fiorentino l'11 febbraio del 1406, poco prima della sconfitta pisana.
Il Paese vero è costituito da una parte più recente, chiamata "Case Nuove", che prende il nome dall'omonima via; e dal paese vero e proprio, che si trova più avanti. Inoltre, in tempi recenti, è stata edificata la zona lungo la strada che porta a Peccioli attraverso "Le Serre".
Il borgo è inoltre dotato, oltre alla chiesa principale, di altre due cappelle, quella della Madonna delle Serre, al confine con Peccioli, e quella della Domenica delle Palme, che prende questo nome poiché qui viene celebrata esclusivamente questa festività. Questa piccola chiesa si trova nel punto più alto del paese, in una zona chiamata "Cantinaccia", che raggiunge i 204 m.s.l.m.. Il cimitero paesano si trova invece all'inizio del paese, alla base della prominenza della collina.
Oggi il piccolo borgo è dotato di un alimentari e di un piccolo bar, chiamato "Circolo L'Acacia", gestito dalla comunità. Nel recente passato il paese è stato dotato di una scuola elementare, oggi adibita a centro polivalente. Qui, ogni anno a metà giugno si tiene la sagra paesana, chiamata "Festinborgo". Il simbolo del paese è il Becco che viene rappresentato con i contorni rossi su una bandiera a sfondo giallo.
L'economia si è sempre basata sull'agricoltura, soprattutto con la coltivazione di vite ed ulivo, infatti il paese è dotato di un moderno frantoio.
Ultimamente si è assistito allo sviluppo dell'industria turistica con l'apertura di agriturismi e B&B, o più semplicemente di case in affitto per l'estate.
Fino alla seconda metà del '900 il borgo ha avuto la propria squadra di calcio, poi disgregata, a causa della poca affluenza. Il campo sportivo si trova lungo la strada delle "Serre", anche se oggi è abbandonato e preda degli animali selvatici come cinghiali e caprioli.
Altri progetti
![]() |