Marola (Maòa[1] in dialetto spezzino) è una frazione del comune della Spezia, una delle tredici borgate marinare del Golfo della Spezia.
Marola frazione | |
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Localizzazione | |
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Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°05′26″N 9°49′09″E |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 19132 |
Prefisso | - |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Marolini |
Cartografia | |
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È il secondo centro abitato che si incontra sulla strada che dal capoluogo spezzino conduce a Portovenere, lungo la strada voluta da Napoleone Bonaparte, al fine di congiungere una serie di batterie militari in quel tratto di costa del Golfo della Spezia.
Il sito era già utilizzato dai romani in età repubblicana almeno come approdo navale. In età imperiale era un vero e proprio cento abitato.
Oltre che dalla tradizione orale (quasi completamente perduta) un insediamento romano è certificato anche dalle fonti storiche: nel XV secolo, don Claudio Maria Torriani, descrive rinvenimenti fortuiti di pavimenti in marmo a tessere bianche e nere, elementi edilizi con parti di tubature in piombo.
Il ritrovamento di un probabile edificio termale, con soffitti a volta e tubature di piombo, viene descritto dall'abate spezzino Gasparo Massa nel secolo XVII. Ancora: stanze affiancate con frammenti vitrei e mucchi di carboni, elementi in probabile connessione con l'attività termale (Francesco Curletti 1790 circa).
Nel XVIII si ha il ritrovamento di un sarcofago contenente resti umani con elmo e spada (perduto).
Tra i reperti più rilevanti provenienti dall'area, esposti presso il Museo del Castello nel Museo Archeologico spezzino del Castello S.Giorgio (Sala I), vi sono:
Le reliquie del santo, contenute in preziosa urna, furono donate dai Consoli della Repubblica di Genova alla comunità di Marola nel 1037 e si trovano oggi nella nuova chiesa.
La vita del borgo è segnata dalla costruzione dell'arsenale militare (anni '60 del XIX secolo), che segna la perdita di ampi spazi, dell'approdo naturale al mare, e delle attività ad esso legate. Con l'edificazione della base militare viene completamente distrutto il borgo di S.Vito ed il cimitero.
Nel corso dei lavori sono stati rinvenuti ulteriori resti romani e alto-medievali che sono andati quasi totalmente persi; al grosso pubblico è quasi sconosciuto il passato romano dell'area. Talvolta, e paradossalmente, si ritiene che l'esistenza di Marola sia posteriore alla costruzione della base navale, mentre in realtà la costruzione medesima comportò un notevole disagio ed un grave danno alla comunità.
Con l'insediamento dell'Arsenale, Marola aveva dovuto rinunciare anche alla sua antica chiesa (S.Vito), risalente al XIII secolo e dedicata a San Vito martire, festeggiato il 15 giugno. Il luogo di culto fu demolito per far posto ai bacini dell'insediamento militare; Fu costruito per indennizzo un edificio sostitutivo (oggi sede delle Scuole Elementari - è infatti absidato), ma che dimostrò carenze strutturali (infiltrazioni di umidità ad es.). I Marolini insieme agli abitanti del Mattone ricostruirono nel 1884 l'attuale chiesa a loro spese, in un luogo più centrale del paese. Il 22 agosto 1886 il pastore battista Edward Clarke, in seguito all'epidemia di colera che aveva colpito la località, fondò un orfanotrofio.
Il muro che circonda l'Arsenale militare preclude ogni accesso al mare. L'unico attracco è rappresentato da uno spazio attrezzato, interno alla base stessa, che dispone di pochi mezzi natanti, tutti di proprietà dei residenti, compreso l'armo da palio della borgata. L'ingresso è regolato a ore dalla Marina Militare che richiede un apposito documento per l'accesso.
Attualmente, la zona di banchina di fronte al borgo non è utilizzata militarmente, ma invasa da rovi, rottami, automezzi inutilizzabili, capannoni fatiscenti, imbarcazioni inutilizzate di altri corpi (Carabinieri ecc.) e navi in disarmo contenenti amianto per coibentazione delle tubazioni nel loro interno (Carabiniere, Alpino, Ardito, Audace ecc.). È stata utilizzata persino per demolire una vecchia bettolina per trasporto olio combustibile. Uno dei moli (Varicella) è stato oggetto di polemiche per l'imbarco su nave civile di scorie radioattive senza che la popolazione fosse stata avvertita (marzo 2014). La passeggiata, che collegava il paese alla Spezia, venne demolita, scollegandolo di fatto dalla città.
Attualmente si discute sulla futura destinazione d'uso delle aree sottratte a Marola che la Marina non utilizza più. Dal 2010, si è costituita un'associazione denominata MuratiVivi, costituita da abitanti del paese, e non solo, per lo più animata da giovani, che rivendicano la rimozione delle sostanze nocive presenti nell'Arsenale, in particolare quelle in vicinanza dell'abitato (tetti in eternit [2], discarica di Campo in ferro[3], rottami dei navigli, depositi di combustibili), rivendicando la restituzione delle aree militari non utilizzate, all'uso pubblico.
Marola è una borgata marinara che partecipa al Palio del Golfo. Con 9 vittorie, è al terzo posto nella speciale classifica delle vincitrici del Palio. In particolare, tra il 2000 al 2006, ha inanellato una serie impressionante di sei vittorie consecutive, fatta eccezione per l'anno 2004, in cui si impose il Fezzano.
Sono presenti una società calcistica ed una società cestistica dilettantistica.
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