Mariano è una piccola frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Cittadella.
Mariano frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
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Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°46′17.7″N 10°20′22.7″E |
Altitudine | 70 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43123 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
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La località è situata 3,43 km a sud del centro della città.[1]
La frazione sorge in posizione pianeggiante alle porte della città, sulla sponda destra del torrente Parma;[2] la località è attraversata fin dai tempi del regno di Teodorico il Grande dal canale Comune, che in prossimità della Cittadella di Parma si congiunge col canale Maggiore.[3]
Il toponimo della località ha origine dal latino Marianus.[4]
Nel 962, secondo un atto di dubbia autenticità, l'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia riconobbe al vescovo di Parma Oberto l'autorità, oltre che sulla città, anche su 3 miglia di contado intorno a essa, comprendenti tra le altre la zona di Mariano, interna rispetto a Porporano.[5]
In epoca medievale fu edificata nel piccolo borgo la cappella dipendente dalla pieve di Porporano, citata per la prima volta nel 1230.[6]
A ridosso del canale Comune si svilupparono nel tempo varie attività funzionanti grazie alle sue acque, tra cui cartiere e mulini, che furono obbligate, unitamente a quelle della vicina città, a occuparsi della manutenzione del corso d'acqua.[3]
In epoca napoleonica, per effetto del decreto Nardon del 1806 la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Marore,[2] che fu sciolto nel 1870 e inglobato in quello di San Lazzaro Parmense, a sua volta assorbito da quello di Parma nel 1943.[7]
Nel corso della seconda guerra mondiale, il 9 settembre del 1943 all'interno di villa Braga si svolse la prima riunione tra i dirigenti del Partito Comunista, che pose le basi dell'organizzazione della Resistenza nella provincia di Parma.[8]
Menzionata per la prima volta nel 1230, la cappella fu modificata e ampliata nel corso del XVIII secolo e ristrutturata in stile neoclassico nel 1876; danneggiata da un terremoto nel 2008, fu restaurata internamente nel 2009; al suo interno la navata, affiancata da due cappelle laterali, è coperta da una volta a botte in cannucciato a vista.[9]
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