Calopezzati (Caluopizzàtu in calabrese[3]) è un comune italiano di 1 323 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria. Si dispone essenzialmente nei due nuclei di Calopezzati, a 217 metri s.l.m., e di Calopezzati Marina, a 3 metri s.l.m. Il territorio è posto sulla riva destra del fiume Trionto ed è bagnato dal mar Ionio.
Calopezzati comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Edoardo Giudiceandrea (lista civica Verso un mondo migliore) dal 4-10-2021 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 39°34′N 16°48′E | ||
Altitudine | 217 m s.l.m. | ||
Superficie | 22,57 km² | ||
Abitanti | 1 323[1] (31-3-2022) | ||
Densità | 58,62 ab./km² | ||
Frazioni | Camicelle, Marinella, San Giacomo | ||
Comuni confinanti | Caloveto, Corigliano-Rossano, Cropalati, Crosia, Pietrapaola | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 87060 | ||
Prefisso | 0983 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 078021 | ||
Cod. catastale | B424 | ||
Targa | CS | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Nome abitanti | calopezzatesi | ||
Patrono | san Francesco da Paola | ||
Giorno festivo | 2 aprile | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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La parola Calopezzati deriva da kalos-piqos, dove piqos, che avrebbe generato la primitiva forma Calopizzati, significa "orcio", vaso d'argilla, quindi “bei vasi d'argilla” ed in verità, in passato, il paese ne fu maestro. Secondo altri invece l'etimologia del nome deriverebbe dall'unione delle parole greche kalòs, bello, e petsades, da petsàs ossia "lavoratori di cuoio". Secondo un’ulteriore ipotesi, invero meno accreditata, il nome deriverebbe dalla particolare ospitalità degli abitanti di Calopezzati, propensi a calarsi nei panni altrui (da cui il modo di dire ancora in uso, seppur poco diffuso, “và calopèzzati” nel senso di <<calati nelle sue “pezze”>>, cioè nei suoi panni).
Non è certa l'epoca a cui risale Calopezzati. Alcuni storici fanno risalire le sue origini al V-VI sec. e sarebbe da ricollegare all'antica città greca di Borea che si trovava tra i fiumi Trionto e Flumenca. Altri storici collocano la sua origine intorno alla prima metà dell'XI secolo, come borgo feudale attorno al monastero di San Nicola eretto da monaci greci che lo fondarono alle pendici del colle dove sorge oggi il paese. Infatti, non era insolito durante il periodo di massima penetrazione bizantina in Calabria, che monasteri presiedessero alla formazione di centri abitati. Una richiesta di mano d'opera, inizialmente soddisfatta dai paesi vicini, finiva col determinare un afflusso spontaneo di gente che si stabiliva nei pressi del monastero, il quale appariva sempre come il miglior garante di una generale sicurezza. Ma la sicurezza del luogo non evitò che i monaci, atterriti, riprendessero a fuggire quando le incursioni musulmane si abbatterono sulle coste ioniche, travolgendo, come nella battaglia di Gerace, anche l'esercito regolare bizantino. Il monastero, abbandonato, fu riaperto dalla politica normanna dopo meno di un secolo e mezzo. Nel 1285 esso fu aggregato al Patirion di Rossano, dopo di che non se ne seppe più nulla.
Il Castello evolutosi da un primitivo impianto di rocca bizantina in fortilizio a pianta quadrangolare, con magazzini e depositi per le scorte in caso di assedio durante la dominazione normanna, si differenziò in castello vero e proprio sotto gli Svevi. In posizione dominante perfezionò nel corso dei secoli successivi i suoi elementi stilistici integrandovi di volta in volta i segni delle murate strategie difensive, in armonia col desiderio dei vari feudatari di trasformarlo da fortezza in elegante dimora spesso preferita per la sicurezza.
Saltuariamente fu abitato da tutti, dai Sanseverino agli Abenante, agli Spinelli, ai Mandatoriccio, ma solo i Sambiase, cosentini, nel 1700 lo elessero a loro stabile dimora, lasciandovi testimonianza della loro liberalità e della loro cultura con l'impronta del secolo. Bellissima la biblioteca di raffinata fattura tarda barocca quattrocentesca.
Lo posseggono oggi i Giannone di Acri, artefici alla fine degli anni '30 di un colto restauro che lo ha sottratto al degrado, rendendolo uno dei castelli più suggestivi e ben conservati del Meridione.
Abitanti censiti[4]
Ha sede nel comune la società di calcio Polisportiva Calopezzati L. Policastro, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.
Altri progetti
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