Il comune si trova sulla costa occidentale della Sardegna, nella sub-regione dell'Iglesiente. Il paese, caratterizzato da casette disposte a ventaglio, si trova sullo scenografico sbocco a mare di un’impervia valle, il canale Malfidano, che ha dato il nome alla più importante miniera della zona.
Cale, coste e spiagge del comune
Nel litorale del Comune di Buggerru, partendo da nord verso sud, si hanno le seguenti cale, coste e spiagge più conosciute[4]:
Spiaggia di Portixeddu - Riu Mannu (cioè: Porticciolo - Rio Grande)
Spiaggia Is Compingius o Is Compinxius (cioè: I Pini)
Spiaggia Is Compingieddus o Is Compinxeddus (cioè: I Piccoli Pini)
Spiaggia di San Nicolao o San Nicolò
Costa di San Nicolao o San Nicolò
Cala o Caletta dell'Acquedotto
Punta Nido dell'Aquila con alte falesie (fino a 36 m) e i Fariglioni
Costa Nido dell'Aquila
Cala o Spiaggia di Buggerru
Marina e Porto di Buggerru
Costa di Pranu Sartu (cioè: Piano dell'Agro) con alte falesie (fino a 122 m) e i Fariglioni
Grotta Azzurra
Costa Punta Su Zippiri (cioè: Punta del Rosmarino) con alte falesie (fino a 111 m)
Costa Punta Toppi Vacca o Punta Toppi Bacca (cioè: Punta Pube della Vacca) con alte falesie (fino a 104 m)
Caletta di Cala Domestica o Sa Caletta
Cala Domestica spiaggia
Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia mineraria della SardegnaedEccidio di Buggerru.
Panorama della miniera di Buggerru (xilografia 1901)
La sua nascita, nel 1864, è legata alle vicende minerarie della Sardegna sud-occidentale.
Guardando l'evoluzione demografica del paese si può notare come, agli inizi del XX secolo, la popolazione di Buggerru fosse cinque volte quella di inizio XXI secolo; questo perché in quegli anni la cittadina viveva il periodo più florido delle sue miniere.
In quel periodo il paese veniva chiamato «petit Paris» ovvero "piccola Parigi" in quanto i dirigenti minerari che si erano trasferiti nel borgo minerario con le rispettive famiglie avevano ricreato un certo ambiente culturale[5]. Fra questi Achille Georgiades, un greco di Costantinopoli arrivato in Sardegna nel 1903 per dirigere le miniere della Société des mines de Malfidano di Parigi, la cui Sede operativa in Sardegna era Buggerru. C'era anche il francese Georges Perrier che gestiva un cinema; inoltre in paese vi erano anche un teatro e un circolo riservato alla ristretta élite dei dirigenti della società francese.
Dall'altra parte c'erano i minatori che lavoravano in condizioni disumane, sottopagati e costretti a turni di lavoro massacranti, spesso vittime di incidenti mortali sul lavoro; questi erano organizzati nella Federazione dei minatori. Nel 1904, a seguito dell'inasprimento del trattamento imposto dal Georgiades, i minatori si rifiutarono di lavorare e presentarono le loro istanze alla società francese; per tutta risposta questi chiamarono l'esercito che fece fuoco sugli operai uccidendone tre e ferendone molti altri. Quella domenica 4 settembre 1904 sarà ricordata come la data dell'Eccidio di Buggerru, per il quale sarà fatto il primo sciopero generale in Italia[6].
Si è costituito in comune autonomo nel 1960 con la frazione omonima staccata dal comune di Fluminimaggiore.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone di Buggerru sono stati concessi con decreto presidenziale del 6 aprile 2005.[7]
«Stemma di cielo, a due cutter di legno al naturale, con le vele latine gonfie di argento, banderuolati dello stesso, equipaggiati di due al naturale, voganti sul mare di azzurro, mareggiato di argento; al capo partito: nel primo, d'oro, caricato da un piccone da minatore di nero e da un badile dello stesso, con i manici di legno al naturale, decussati, essi manici attraversati dalla lampada da minatore di nero; nel secondo, di argento, caricato da quattro gocce di sangue di rosso, ordinate in fascia. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. 6 aprile 2005)
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse
Spiaggia di Portixeddu
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.
Architetture militari
Torre costiera di Cala Domestica, XVI secolo
Torre di Cala Domestica.
Architetture civili
Palazzina della direzione mineraria.
Palazzina Beni Beni o Villa degli Ospiti.
Torretta Ex Bà.
Vecchia centrale elettrica.
Vecchio villaggio minerario di Caitas (ruderi).
Vecchio villaggio minerario di Malfidano (ruderi).
Vecchio villaggio minerario di Planedda (ruderi).
Vecchio villaggio minerario di Monte Regio (ruderi).
Dopolavoro minerario
Galleria Henry.
Luoghi di interesse naturalistico
Grotta de S'Aqua Gelada
Canyon di Malfidano
Piani inclinati, decauville e sentieri minerari.
Scavi di Planu Sartu.
Miniere
Laveria Malfidano
Nel territorio comunale di Buggerru sono presenti le seguenti miniere dismesse:
Miniera di Canalgrande.o Cala Domestica
Miniera di Cumpingeddus.
Miniera di Genna Arenas - monte Regio (monte Rexi o Rexio).
Nel territorio comunale sono presenti le frazioni e località di Cala Domestica, Grugua (o Salto di Gessa), Malfidano, Planu Sartu (o Pranu Sartu), Portixeddu, San Nicolao (o San Nicolò) e Scalittas.
Economia
Turismo
Nei mesi estivi Buggerru è una meta turistica molto apprezzata grazie agli ex siti minerari e alle sue rinomate spiagge.
La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Buggerru che milita nel girone B sardo di 2ª Categoria.
Note
Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2021.
Sigla provvisoria definita dal Consiglio di Stato con parere n° 1264 del 30 maggio 2017, in attesa di recepimento nella tabella allegata al Regolamento del codice della strada
Salvatore Colomo, Sardegna - Guida alle Coste, Cagliari, Società Editrice L'Unione Sarda, 2010.
Storia del paese, su web.tiscali.it. URL consultato il 15 agosto 2008.
Giuseppe Farris, Bloody Sunday a Buggerru, in il manifesto, 3 settembre 2004. URL consultato il 3 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).
F. Fois, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari, La Voce Sarda, 1981.
G. Montaldo, Le torri costiere in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, Sassari 1992.
F. Russo, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo, Roma, Stato maggiore dell'Esercito, Ufficio storico, 1992.
S. Mezzolani-A. Simoncini, Sardegna da salvare. Paesaggi e architettura delle miniere, Nuoro, Archivio fotografico Sardo, 1993, pp.194–212.
F. Masala, "Gli insediamenti minerari. Forme, architetture, problemi", in Le città di fondazione in Sardegna, a cura di A. Lino, Cagliari, Cuec, 1998, pp.36–50.
M. Rassu, Guida alle torri e forti costieri, Cagliari, Artigianarte, Cagliari 2000.
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