Brienno[4] (Brienn in dialetto comasco[5][N 1], AFI: /briˈɛn/) è un comune italiano di 331 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Si estende sulla sponda occidentale del Lago di Como a 17 km di distanza dal capoluogo lariano.
Brienno comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Matteo Vitali (lista civica Vivere Brienno) dal 13-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 45°54′N 9°08′E |
Altitudine | 203 m s.l.m. |
Superficie | 8,97 km² |
Abitanti | 331[1] (30-11-2020) |
Densità | 36,9 ab./km² |
Comuni confinanti | Argegno, Carate Urio, Laglio, Nesso, Schignano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22010 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013030 |
Cod. catastale | B172 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 358 GG[3] |
Nome abitanti | briennesi |
Patrono | Nazario e Celso |
Giorno festivo | 28 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Brienno è un piccolo paese che si affaccia sulla riva occidentale del lago di Como. Dominato dal Monte Comana (1200 m s.l.m.), il paese è posto ad un'altitudine di 203 m s.l.m. ed è composto da un rilevante centro storico, nucleo compatto a prevalente sviluppo verticale, su suolo roccioso in marcata pendenza.
Tra i corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale si menzionano i torrenti Torascia e Corrente[6].
Il toponimo "Brienno" (Brien) deriva dalla parola, di origine celtica, "Brig", che significa "luogo scosceso". Nel dialetto comasco i monti vengono ancor oggi indicati con la parola "bricch".
Significativa è anche l'assonanza con le parole celtice Brennan o Bran (Dio celta della guerra) e Brenno o Brehin (condottiero, capo, vertice). Altre teorie attribuiscono il toponimo a un altro termine celtico: "blein", ossia "porto".[7]
Le origini del borgo non sono certe; sono stati però trovati reperti che fanno risalire, con buone probabilità, il paese all'epoca celtica, mentre è del X secolo la prima fonte scritta.
Sul territorio sono stati ritrovati alcune are pagane del IV-V secolo a.C. e un gioiello a forma di serpente di epoca preromana.[7]
In età comunale, durante le dispute che videro contrapposti comaschi e milanesi, Brienno - che disponeva di una cinta muraria[8] - si schierò con i primi.[7]
Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano Brienno come il comune che, all'interno della pieve di Nesso, aveva l'incarico della manutenzione del tratto di via Regina fino al "pontem de Zognio”[9].
Nei secoli successivi Brienno risulta sempre inserito all'interno della stessa pieve, che nel 1497 era stata concessa in feudo a Lucrezia Crivelli dal duca Lodovico Maria Sforza[9]. Nel 1647 il comune venne invece affidato famiglia Gallio D’Alvito, che mantenne i diritti feudali Brienno fin'oltre la seconda metà del XVIII secolo[9].
Un decreto di riorganizzazione amministratica del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'aggregazione di Brienno al comune di Laglio[10]. L'accorpamento fu tuttavia abrogato in seguito alla caduta di Napoleone e al conseguente passaggio della Lombardia nelle mani degli austro-ungarici, quando Brienno fu ricostituito come uno dei comuni della provincia di Como del Regno lombardo-veneto[11].
Nel XIX secolo, l'economia di Brienno si basava non solo sulla pesca ma anche sulle colture di gelso e sulla tessitura.[7]
Una riaggregazione al comune di Laglio si ebbe nel 1927[12] e durò fino al 1948, quando Brienno riacquisì l'autonomia comunale[13].
Nel mese di luglio 2011 ha avuto notevoli danni, ancora leggibili su taluni edifici, causati da una disastrosa alluvione. Una catastrofe analoga, in forma forse ancora maggiore e analogamente a quanto accaduto nei comuni limitrofi, si è ripetuta il 27 luglio 2021[14][15][16].
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 maggio 2002.[17]
«Campo di cielo, al castello di argento, murato di nero, merlato alla ghibellina, le due torri di tre ciascuna, il fastigio di tre, le torri munite di forte marcapiano e finestrate con tre grandi finestre di nero, poste una, due, il corpo del castello chiuso con grande porta dello stesso, il merlo centrale del fastigio sostenente il fusto di nero, posto in palo, a guisa di albero di nave, con pennone dello stesso, esso pennone munito di vela anomala, di forma triangolare, di verde, con la punta accollante il fusto sopra il detto merlo centrale, esso castello fondato sulla pianura di azzurro, fluttuosa di argento. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Lo stemma di Brienno riprende e rielabora il blasone dell'importante famiglia Bianchi di Velate che era: d'argento, al castello di rosso torricellato di due pezzi, e sormontato da uno stendardo d'argento; col capo d'oro, all'aquila di nero coronata del campo.[18] La vela, al posto dello stendardo, ricorda quella di un comballo, storica imbarcazione lacustre su cui si basava l'economia del paese.[19]
Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.
A picco sul lago si trova la chiesa dei Santi Nazaro e Celso, parrocchiale[20] riedificata nel XVII secolo[21] in stile barocco[22][23] ma originariamente costruita sulla base di una cappella databile all'XI secolo[24] e sicuramente attestata nella pieve di Nesso a partire dalla fine del XIII secolo[20]. Tracce dell'originario edificio in stile romanico[25] si conservano nella parte più bassa del campanile[22].
Al suo interno, la chiesa conserva vetrate primocinquecentesche[23] e la pala d'altare di Enea Salmeggia Madonna col Bambino e i santi Domenico e Caterina da Siena, opera datata 1618[26] che un tempo si trovava nella vicina casa parrocchiale[23].
Altri dipinti conservati nella chiesa sono:[23]
La Chiesa dell'Immacolata[27], detta anche chiesa della Madonna del Ronco[28], è un edificio religioso cattolico in stile eclettico[23]. La chiesa è posta in una posizione panoramica, su uno sperone roccioso in una zona detta "Puncett", alla fine del paese vicino al cimitero. La chiesa, che oggi si presenta con linee settecentesche[29], fu eretta nel XVII secolo[27][29] sul luogo ove già si trovava un oratorio[29].
Detta anche chiesa di Sant'Anna[28],[24] la Chiesa di San Vittore, che oggi deve il suo aspetto ad alcuni interventi del XVII secolo[30], è un edificio a navata singola costruito verso la fine del XVI secolo[31] sulla base di un precedente edificio religioso databile all'XI secolo[24]. Internamente, la chiesa è decorata da affreschi e stucchi databili al Seicento[24].
Il campanile romanico,[25] risalente all'epoca della chiesa originaria, presenta lesene angolari e bifore murate e sovrapposte ed è sormontato da una cuspide a forma di cono[31].
Il borgo è rimasto inalterato nel tempo coi suoi vicoli antichi, caratterizzato dalla verticalizzazione di molti edifici in poco spazio edificabile e le strette scalinate che portano alla piazza della chiesa ed alla via Regina, la Casaforte sul molo detta la "Tur", la vecchia filanda vicino all'imbarcadero. Un importante segno di discontinuità nel tessuto storico centrale è costituito dalla strada carrabile, realizzata solo nella seconda metà dell'800.
A Brienno si trova inoltre Villa Zita, edificio eclettico pressoché integro, costruita agl'inizi del XX secolo[32].
Prima dell'unità d'Italia
Dopo l'unità d'ItaliaAbitanti censiti[36]
Brienno è unicamente raggiungibile da Como tramite la Strada statale 340 Regina.
Il paese è collegato alle stazioni di Como Lago e di Como San Giovanni tramite autoservizi "Como-Argegno", gestiti da ASF autolinee.
A Brienno fanno inoltre sosta alcuni battelli della linea CB1 "Como-Bellagio".
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