Bagnile (Bagnìl in romagnolo) è una frazione del comune di Cesena, in provincia di Forlì-Cesena. È la località posta più a nord del territorio comunale cesenate, a breve distanza dal confine con la provincia di Ravenna. Si trova al centro del Ferro di Cavallo, termine geografico locale con cui si indica l'insieme delle località Martorano, Ronta, S. Martino in Fiume, Bagnile, S. Giorgio, Pioppa, Calabrina, Villa Calabra.
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Bagnile frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°13′20.44″N 12°15′57.21″E |
Altitudine | 11 m s.l.m. |
Abitanti | 600 (2005) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 47522 |
Prefisso | 0547 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | bagnilesi |
Patrono | santi Filippo e Giacomo |
Cartografia | |
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La frazione è situata 11 km a nord dal centro di Cesena, in territorio pianeggiante, in prossimità del confine fra le province di Forlì-Cesena e Ravenna. Confina con San Giorgio e San Martino in Fiume (frazioni di Cesena) e con Cannuzzo e Pisignano (frazioni di Cervia, in provincia di Ravenna).
Bagnile significherebbe "piccoli bagni"[senza fonte] o sarebbe una derivazione di Banolile (che ha senso anche di terreni paludosi), che era il nome di un fondo confinante con la corte di S. Giorgio che si trovava nella Pieve di S. Pietro in Cerreto: il nome probabilmente conserva memoria del periodo di grande piovosità verificatosi nell'alto medioevo (400-750 d.C.).[senza fonte] Il nome Bagnile compare per la prima volta in una pittura nel monastero di S. Vitale a Ravenna. A testimonianza dell'accresciuta importanza del paese dovuta all'abbondanza dei raccolti di granaglie, nacque l'appellativo di "Bagnile delle Granaglie", ancora di uso molto comune durante tutto il XIX secolo.
Durante la guerra di Liberazione Bagnile fu teatro di numerosi fatti e crimini contro i partigiani e la popolazione civile da parte delle truppe nazifasciste. Il 29 aprile 1944 furono fucilati per rappresaglia tre giovani del posto dai miliziani fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana[1]. Dopo circa tre mesi, il 20 luglio, nel corso di una rappresaglia nazista contro le località di San Giorgio e Bagnile, furono impiccati agli alberi della frazione due partigiani prelevati dalle carceri di Forlì[2].
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