Ramsar (in persiano رامسر) è una città iraniana della provincia di Mazandaran, sul mar Caspio, capoluogo dello shahrestān di Ramsar. Nel 1971 fu sede di un'importante conferenza internazionale durante la quale, il giorno 2 febbraio, venne approvata la Convenzione internazionale relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, meglio nota come Convenzione di Ramsar.
Ramsar città | |
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رامسر | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Provincia | Mazandaran |
Shahrestān | Ramsar |
Circoscrizione | |
Territorio | |
Coordinate | 36°55′N 50°40′E |
Altitudine | 21 m s.l.m. |
Abitanti | 31 659[1] (2006) |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+3:30 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
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Ramsar è la città più occidentale della provincia di Mazandaran. Confina col mar Caspio a nord, la provincia di Gilan a ovest, con quella di Qazvin a sud, e con la provincia di Tonekabon a est.
Le mete turistiche più importanti sono le spiagge, la stazione termale, le foreste dei monti Alborz e il palazzo dell'ultimo Shah.
Svariate zone di questa città hanno fatto registrare le più alte concentrazioni di radioattività naturale del mondo, a causa della presenza di fonti termali radioattive. La radioattività a Ramsar è molto alta nelle 50 terme del luogo. In alcune di queste sorgenti calde si raggiunge il valore di 0,03 mSv/ora (262,8 mSv/anno).
Per dare un'idea, un bagno termale di 33 ore a Ramsar comporta un assorbimento di 1 mSv.
Quella media della località è di 10,2 mSv/anno[2], ossia cinque volte superiore al valore medio della radioattività naturale iraniana (2,04 mSv/anno)[3] e più di quattro rispetto a quella media mondiale (2,4 mSv/anno).
Un completo studio scientifico iraniano ha esaminato l'esposizione degli abitanti di Ramsar. Sono state individuate alcune aree della città, definite a radiazione di fondo molto alta (ELNRA), aventi un valore di radioattività che va da 0,6 a 131 mSv/anno con una media di 6 mSv/anno. Rispetto alle zone dell'Iran a basso valore di radiazione di fondo (LLNRA), che hanno radioattività pari a 0,6-1,5 mSv/anno con una media di 0,7 mSv/anno[4], si ha dunque che il valore potenziale medio della dose di radioattività cui la gente è esposta nelle aree ELNRA è 8,5 volte più alta che non la popolazione che vive nelle zone LLNRA.
A Talesh Mahalleh alcune case hanno un'altissima concentrazione di gas radon per cui chi vi risiede ininterrottamente per un anno riceve un dose di 132 mSv, pari a quasi 189 volte le radiazioni rispetto agli abitanti iraniani delle zone LLNRA e a 55 volte l'esposizione rispetto al valore medio mondiale di radioattività naturale[2].
In un numero limitato di casi l'esposizione arriva a 200 volte (140 mSv/anno) quella delle persone che risiedono nelle zone LLNRA.
La dose di 140 mSv è più alta della dose limite (100 mSv) raccomandata dall'International Commission on Radiation Protection (ICRP) per i lavoratori in centrali nucleari o in reparti di radiologia e medicina nucleare.
Secondo uno studio scientifico iraniano sulla località di Ramsar, i suoi abitanti sono risultati aventi un significativo incremento di CD69, espressione di cellule stimolate TCD4+ (P < 0,004), un significativo incremento di siero totale IgE (P < 0,05) e una più alta incidenza di aberrazioni cromosomiche stabili e instabili[3].
Molta parte della radiazione dell'area è dovuta a radio-226 disciolto nell'acqua delle fonti termali insieme a piccole quantità di uranio e torio provenienti da depositi di travertino. Ci sono più di nove fonti termali nell'area con diverse concentrazioni di radioisotopi, e queste sono usati come terme dai residenti e dai turisti.[2] Questi alti livelli di radiazione non sembrano avere effetti negativi sulla salute dei residenti dell'area e anzi possibilmente li hanno resi leggermente più resistenti alle radiazioni, che è stato definito "paradosso da radiazione". È stato affermato che i residenti hanno una vita più salutare e lunga.[5] Sulla base di queste osservazioni e altre evidenze, incluso il fatto che la vita è originata in ambienti molto più radioattivi, alcuni scienziati hanno messo in questione la validità del modello linear no-threshold (lineare senza soglia), di danno radioattivo, da cui dipendono gli attuali regolamenti di controllo degli effetti della radiazione.[2] Altri scienziati puntano sul fatto che certi livelli moderati di radiazione possono in realtà essere benefici alla salute e avere un effetto positivo sulla popolazione, basandosi sul modello dell'ormesi da radiazione, secondo cui si innescherebbe il sistema di riparazione del DNA, interno a ogni cellula.[6][7] A causa del consumo di acqua radioattiva intorno a Ramsar, i prodotti agricoli, come altre sostanze di origine biologica e gli umani sono leggermente radioattivi.[2]
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