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Algeri (AFI: /alˈʤɛri/[2]; in arabo: مدينة الجزائر, Madīnat al-Jazā'ir - le isole -; in berbero: ⴷⵣⴰⵢⴻⵔ, Dzayer; in francese: Alger) è la capitale dell'Algeria e della provincia omonima. È anche il più importante porto del paese.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Algeri (disambigua).
Algeri
città
مدينة الجزائر
ⴷⵣⴰⵢⴻⵔ / Dzayer
Algeri – Veduta
Algeri – Veduta
Localizzazione
Stato Algeria
ProvinciaAlgeri
Amministrazione
Amministratore localeMohamed Kebir Addou
Territorio
Coordinate36°47′N 3°04′E
Altitudine424 m s.l.m.
Superficie363 km²
Abitanti3 415 811[1] (2011)
Densità9 409,95 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale16000–16132
Prefisso213
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Algeri

Il nome arabo, "le tarantan", deriva da un gruppo di piccoli isolotti antistanti la costa della città e attualmente non più visibili in quanto inglobati nelle barriere di protezione e nelle dighe foranee del porto.


Geografia fisica



Territorio


Situata sulle coste del mar mediterraneo nella parte occidentale di un'ampia baia sulle pendici di un ramo della catena montuosa dell'Atlante, ha circa 2.988.145 abitanti.[3] È capoluogo dell'omonimo dipartimento.

La città è divisa in tre parti con caratteristiche diverse. La parte bassa fu costruita sulla costa dalle autorità francesi, che vi collocarono gli uffici dell'amministrazione coloniale. Lo stile architettonico è quindi tipicamente francese con ampi boulevard, teatri, cattedrali e musei.

La parte alta, o città vecchia, nota come casba, fu costruita nel XVI secolo come forte ottomano e residenza del dey e in decenni di progressivo declino è diventata un vero e proprio slum.

La terza area è costituita dai quartieri periferici risalenti al periodo postcoloniale.


Clima


La temperatura media nell'anno è pari a 17,6 °C e le precipitazioni totali sono di 707 mm. Il mese più caldo è agosto mentre quello più freddo è gennaio (11,5 °C). Le precipitazioni massime si hanno a dicembre e le minime in luglio.

ALGERI[4] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 14,915,917,319,722,525,628,529,527,023,218,815,615,519,827,923,021,5
T. min. media (°C) 8,18,39,711,314,017,420,221,019,615,711,59,08,511,719,515,613,8
Precipitazioni (mm) 91797253431635377810912129116824224707

Etimologia


Il nome della città deriva (tradotto in italiano dal francese Alger e dal catalano Alger)[5] dal nome arabo الجزائر al-Jazā'ir, che si traduce come Le Isole, che si riferiva alle quattro isole che si trovavano al largo della costa della città fino al 1525.

Al-Jazā'ir è di per sé una forma troncata del più vecchio nome della città جزائر بني مزغانة Jaza'ir Bani Mazghana, le isole dei Figli di Mazghana, utilizzato dai primi geografi medievali come Idrisi e Yaqut.


Storia



Origini


Nave fenicia da un sarcofago del II secolo d.C.
Nave fenicia da un sarcofago del II secolo d.C.

Il primo insediamento Fenicio risale al 1200 a.C. circa, quando, ad una ventina di chilometri dalla città attuale, viene fondato il porto di Icosium che, in seguito alle guerre puniche, diventa romano nel 146 a.C. La città romana più importante della zona non è però Icosium bensì Caesarea in Mauretania.

La città divenne una colonia romana di diritto latino sotto l'imperatore Vespasiano.

Nel 429 d.C., viene conquistata dai Vandali, nel VI secolo passa sotto il controllo bizantino e nel secolo successivo sotto quello arabo.

L'attuale Algeri venne fondata nel 944 dal sovrano berbero Buluggin ibn Ziri, fondatore della dinastia Ziride, che ne modifica il nome in al-Jazâ'ir; da questo momento in poi vede aumentare progressivamente la propria importanza nell'area.

Anche se la sua dinastia fu rovesciata definitivamente da Ruggero II di Sicilia solo nel 1148, gli Ziridi avevano già perso il controllo di Algeri nel 1014 a vantaggio degli Hammadidi.[6]

Al 1159 risale la conquista da parte degli Almohadi e nel 1235 la conquista da parte del sovrano hafside Abu Zakarya Yahya.

Nel 1302, l'isolotto antistante, chiamato Penon, venne occupato dai castigliani che ne fecero la base per i traffici commerciali tra il Regno di Tlemcen e la penisola iberica. Tuttavia, Algeri rimase un centro minore fino a dopo la cacciata dei mori dalla Spagna, molti dei quali trovarono asilo in città.

Dal XIV secolo fece parte dei domini della dinastia zayyanide del Regno di Tlemcen.


Dominio ottomano


Nel 1510 gli spagnoli fortificarono la propria base sull'isola di Penon, nell'ambito della lotta contro le azioni dei corsari barbareschi.[7]

Quando la presenza spagnola iniziò ad essere percepita come minacciosa viene invocato, nel 1516, l'aiuto di Aruj Barbarossa e del fratello Khair Ed-Din detto Barbarossa, che iniziarono una lunga lotta per scacciare gli spagnoli.

Durante questo periodo Algeri fu governata prima da Aruj, poi alla sua morte, dal fratello Ariadeno Barbarossa. Nel 1517, governante Aruj, Algeri si dichiarò parte dell'Impero ottomano di Solimano il Magnifico, per poter resistere ai tentativi di riconquista degli spagnoli. Nel 1524 Ariadeno Barbarossa perse Algeri, che però riconquistò agli spagnoli nel 1529, obbligandoli a lasciare definitivamente l'isola di Penon e la città di Algeri.

Da questo momento Algeri divenne la base principale dei pirati barbareschi. Nell'ottobre del 1541 con la spedizione di Algeri, il re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d'Asburgo cercò di conquistare la città per eliminare il flagello della pirateria islamica, ma una tempesta distrusse un gran numero di navi della sua flotta, e il suo residuo esercito di circa 30.000 soldati, principalmente composto da spagnoli, fu sconfitto dagli algerini guidati dal pascià Hassan.

Abraham Duquesne libera schiavi cristiani dopo il bombardamento di Algeri del 1683
Abraham Duquesne libera schiavi cristiani dopo il bombardamento di Algeri del 1683

Formalmente parte dell'Impero Ottomano, ma in pratica indipendente, a partire dal XVII secolo Algeri fu un importante centro di pirateria, anche grazie alla sua posizione periferica, sia rispetto ai domini ottomani che alle zone di influenza economica delle potenze europee. Di fatto, la pirateria divenne la sua principale attività economica. Gli atti di pirateria, effettuati ai fini di rapimento di persone da avviare al commercio di schiavi, interessarono tutto il Mediterraneo, ma arrivarono a interessare anche le coste dell'Islanda.[8]

Durante questo periodo la città era circondata da mura su tutti i lati, compreso il lungomare. Da quest'ultimo lato cinque porte consentivano l'accesso alla città, con cinque strade che si dipartivano da ogni porta e si riunivano di fronte alla Moschea Ketchaoua. Nel 1556, una cittadella fu costruita nel punto più alto delle mura. Una strada principale, che correva da nord a sud divideva la città in due: la città alta (al-Gabal, o la montagna), che consisteva di una cinquantina di piccoli quartieri abitati da gente di origine andalusa, ebraica, araba e le comunità Kabyle, e la città bassa (al -Wata, o la pianura), che era il centro amministrativo, militare e commerciale della città, per lo più abitata da dignitari turchi e da altre famiglie di classe superiore.[9]

Nel 1815 la marina statunitense chiede formalmente al governatore della città di interrompere gli attacchi ai vascelli statunitensi, l'anno seguente navi inglesi e olandesi distruggono parzialmente la flotta algerina ma gli attacchi continuano.

Nell'agosto del 1816, la città fu bombardata da una squadra navale britannica comandata da messi, assistito da soldati olandesi; in quella battaglia fu distrutta la flotta corsara ospitata ad Algeri.


Dominio francese


Nel 1827, la flotta algerina fu totalmente distrutta nella battaglia di Navarino, dove gli algerini sostenevano l'Impero ottomano contro navi da guerra francesi, inglesi e russe.

Il Caso del ventaglio che fu il pretesto per l'invasione.
Il "Caso del ventaglio" che fu il pretesto per l'invasione.

Nel 1827, Husayn Dey, governatore ottomano dell'Algeria, chiese ai francesi di saldare un debito, vecchio di trentuno anni, contratto nel 1799 per acquisti di rifornimenti per le truppe della napoleonica campagna d'Egitto. Il console francese, Pierre Deval, rifiutò di dare una risposta soddisfacente al dey, e in un impeto di rabbia Husayn Dey toccò il console con il suo ventaglio. Carlo X usò questo come pretesto per avviare un blocco contro il porto di Algeri. Il blocco durò tre anni fino a quando la Francia, nel 1829, inviò un ambasciatore al dey con una proposta per i negoziati, questi rispose con il fuoco dei cannoni diretto verso una delle navi del blocco. La Francia quindi stabilì che era necessaria un'azione più energica.[10]

Il bombardamento navale di Algeri del luglio 1830
Il bombardamento navale di Algeri del luglio 1830

Nel maggio del 1830, l'esercito francese partì da Tolone alla volta dell'Algeria, dove il 14 giugno sbarcò la forza di terra agli ordini di Bourmont a circa 25 chilometri ad ovest da Algeri. Mentre l'esercito incontrava una minima resistenza da parte degli algerini, la flotta navale francese, sotto il comando dell'ammiraglio Guy-Victor Duperré, attaccò via mare la città, dando il via a quella che si sarebbe trasformata nell'invasione di Algeri. I francesi entrarono in Algeri il 5 luglio e dopo soli due giorni la città capitolò definitivamente.

Il porto di Algeri tra il 1890 e il 1900
Il porto di Algeri tra il 1890 e il 1900

Durante il dominio francese molti europei si stabilirono ad Algeri e a partire dal XX secolo erano la maggioranza della popolazione della città.[11]

Nel corso del 1930, l'architetto Le Corbusier elaborò piani per una riprogettazione completa della città coloniale, piani che però furono ignorati dall'amministrazione francese.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio di Compiègne del 22 giugno 1940, Algeri fu affidata al governo di Vichy. Nel novembre 1942 venne occupata dalle truppe alleate nel corso dell'operazione Torch e nel 1943 divenne sede del governo francese in esilio guidato da Charles de Gaulle. Nel 1957 divenne il cuore della guerra algerina di indipendenza e nel 1962 divenne la capitale dell'Algeria indipendente. La gran parte dei pieds-noirs abbandonò allora la città.


Indipendenza


Veduta della città
Veduta della città

L'Algeria divenne indipendente il 5 luglio del 1962, con Algeri come capitale. Il 19 giugno 1965 ebbe luogo un colpo di Stato che rovesciò il primo (in ordine di tempo) Presidente della Repubblica algerina, Ben Bella, e portò al potere il colonnello Boumédiène, allora vicepresidente del governo e Ministro della Difesa, e quindi capo dell'Esercito Nazionale Popolare algerino, che rimase al potere fino al 1978, anno della sua morte. Nel mese di ottobre del 1988 Algeri fu al centro delle manifestazioni per chiedere la fine del sistema a partito unico del paese e la creazione di una democrazia moderna battezzato la "Primavera di Algeri". Le manifestazioni furono represse con l'uso della forza dalle autorità, che causò oltre 300 morti[senza fonte].

L'11 dicembre 2007, due autobombe sono esplose ad Algeri. Una bomba ha preso di mira due edifici delle Nazioni Unite mentre l'altra ha colpito un edificio che ospitava la Corte Suprema. Le vittime furono almeno 62 persone, con oltre duecento feriti.[12][13]


Economia


Ministero delle Finanze
Ministero delle Finanze

Algeri è un importante centro economico, commerciale e finanziario, con in particolare una Borsa con una capitalizzazione di 60 milioni di euro. La città ha il più alto costo della vita di tutte le città nel Nordafrica, il 50° più alto in tutto il mondo.

Le attività prevalenti della città sono quelle derivanti dal governo e dall'amministrazione del paese.

Il porto è un importante nodo per il commercio internazionale, da esso partono le esportazioni di grano, ferro, fosfati, agrumi e verdure così come il petrolio estratto nelle aree centrali del paese.

Le industrie principali sono la raffinazione del petrolio e dei derivati, la lavorazione dei metalli e quella alimentare.


Infrastrutture e trasporti


Mappa del sistema metropolitano, tranviario e ferroviario di Algeri
Mappa del sistema metropolitano, tranviario e ferroviario di Algeri

Il porto, ampliato negli ultimi decenni, è il principale del paese e uno dei più attivi e attrezzati del Nordafrica. Un regolare servizio di traghetti collega Algeri con Marsiglia in Francia.

Il Trasporto bus urbano ed extraurbano di Algeri è gestito dalla ETUSA che opera un servizio di autobus in città e nella periferia circostante.

La SNTF (società nazionale ferroviaria) gestisce le linee pendolari ferroviari che collegano la capitale a periferia circostante.

Sono presenti anche 4 funivie urbane:

Un'ampia rete stradale la collega agli altri principali centri urbani del paese. Per mezzo della ferrovia è collegata con Costantina situata 430 km a est e Orano 440 km a ovest.

L'aeroporto internazionale Houari Boumedienne la collega con il mondo.

Nel 2011, sono state inaugurate una rete metropolitana e una linea tranviaria.


Monumenti e luoghi d'interesse


Maqam Echahid
Maqam Echahid
La moschea Ketchaoua
La moschea Ketchaoua
La moschea nuova, Jamaa-el-Jedid
La moschea nuova, Jamaa-el-Jedid
La grande moschea, Jamaa-el-Kebir
La grande moschea, Jamaa-el-Kebir
La Djamaa el Djazair
La Djamaa el Djazair

In città



Nei dintorni



Istruzione



Amministrazione



Gemellaggi


Algeri è gemellata con diverse città di ogni parte del mondo:

Inoltre, molti distretti di Algeri mantengono relazioni di gemellaggio con altre città straniere.


Filmografia



Note


  1. (FR) World Gazetteer: Alger - profil de l'entité geographique, su gazetteer.de. URL consultato il 14 maggio 2013.
  2. Luciano Canepari, Algeri, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  3. (FR) World Gazetteer: Alger - profil de l'entité geographique, su gazetteer.de. URL consultato il 14 maggio 2013.
  4. https://it.climate-data.org/location/3684/
  5. Origini di Algeri di Louis Leschi, 16 giugno 1941 pubblicato in El Djezair Sheets, Luglio 1941 History of Algeria.
  6. Ruedy, John Douglas (2005) Modern Algeria: The origins and development of a nation Indiana University Press, Bloomington, Indiana page 13, ISBN 978-0-253-21782-0
  7. Celik, Zeynep, Urban Forms and Colonial Confrontations: Algiers Under French Rule, University of California Press, 1997, p. 13.
  8. (IS) Tyrkjaránið – Heimaslóð, su heimaslod.is. URL consultato il 27 giugno 2010.
  9. Celik, Zeynep, Urban Forms and Colonial Confrontations: Algiers Under French Rule, University of California Press, 1997, pp. 13–14.
  10. Jamil Abun-Nasr, A history of the Maghrib in the Islamic period, Cambridge University Press, 1987, p. 250, ISBN 978-0-521-33767-0.
  11. Albert Habib Hourani, Malise Ruthven (2002), A history of the Arab peoples , Harvard University Press, p.323, ISBN 0-674-01017-5
  12. Algeri, doppio attacco: è strage, Corriere della Sera, 11 dicembre 2007. URL consultato il 12 dicembre 2019.
  13. Algeri, due bombe fanno strage, colpiti scuolabus e una sede Onu, La Repubblica, 11 dicembre 2007. URL consultato il 12 dicembre 2019.
  14. Kasbah of Algiers - UNESCO World Heritage Centre

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Algier

Algier ([.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}ˈalʒiːɐ̯]; arabisch مدينة الجزائر Madīnat al-Dschazā'ir, algerisches Arabisch دزاير Dzayer, berberisch ⴷⵣⴰⵢⴻⵔ ⵜⴰⵎⴰⵏⴻⵖⵜ Dzayer tamaneɣt [dzæˈjer], französisch Alger) ist die Hauptstadt Algeriens. Die größte Stadt des Landes und seine Namensgeberin ist Industriestadt, Verkehrsknotenpunkt und Kulturzentrum mit Universitäten, zahlreichen Instituten, Galerien und Museen. Auf der Westseite einer Bucht des Mittelmeers gelegen, trägt die Stadt aufgrund der glitzernd weiß vom Meer aufsteigenden Gebäude den Beinamen Alger la blanche.

[en] Algiers

Algiers (/ælˈdʒɪərz/ al-JEERZ; Arabic: الجزائر, romanized: al-Jazāʾir; Berber languages: Dzayer; French: Alger, [alʒe]) is the capital and largest city of Algeria. The city's population at the 2008 Census was 2,988,145[3] and in 2020 was estimated to be around 4,500,000. Algiers is located on the Mediterranean Sea and in the north-central portion of Algeria.[2]

[fr] Alger

Alger (en arabe : الجزائر العاصمة, Al-Jazāʾir El ʿĀṣima[note 1],[2], en berbère : ⵍⴷⵣⴰⵢⵔ ⵜⴰⵎⴰⵏⴰⵖⵜ, Ldzayer tamanaɣt ou Lezzayer tamanaɣt[3]), surnommée El Bahdja (« la joyeuse »), El Mahrussa (« la bien-gardée ») ou El Beida (« la blanche »), est la capitale de l'Algérie et en est la ville la plus peuplée.
- [it] Algeri

[ru] Алжир (город)

Алжи́р[3][4] (араб. مدينة الجزائر‎, Madīnat al-Jazā'ir, Эль-Джезаир[5]; фр. Alger) — столица и крупнейший город государства Алжир. Название города происходит от «аль-Джазаир», что в переводе с арабского обозначает «острова», так как раньше рядом с городом находились 4 острова, которые стали частью материка в 1525 году. Административный центр вилайета Алжир. Население 2,9 млн чел., а агломерации — около 3,35 млн жителей[6]. Географические координаты: 36°47′ с. ш. 3°04′ в. д.HGЯO. Стоит на Средиземном море. В 2011 году открылись Алжирский метрополитен и Алжирский трамвай.



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