Sutera (Sutera in siciliano) è un comune italiano di 1 169 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Caltanissetta in Sicilia.
Sutera comune | |||
---|---|---|---|
| |||
Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Libero consorzio comunale | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Giuseppe Grizzanti (lista civica) dall'11-6-2013 (2º mandato dall'11-6-2018) | ||
Territorio | |||
Coordinate | 37°31′27.84″N 13°44′07″E | ||
Altitudine | 590 m s.l.m. | ||
Superficie | 35,58 km² | ||
Abitanti | 1 169[1] (31-5-2022) | ||
Densità | 32,86 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Casteltermini (AG), Milena, Mussomeli | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 93010 | ||
Prefisso | 0934 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 085020 | ||
Cod. catastale | L016 | ||
Targa | CL | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] | ||
Cl. climatica | zona D, 1 557 GG[3] | ||
Nome abitanti | suteresi | ||
Patrono | san Paolino | ||
Giorno festivo | primo martedì dopo Pasqua | ||
Motto | sutera ingens ac subtilissima civitas | ||
Cartografia | |||
![]() | |||
Sito istituzionale | |||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il centro urbano, di impianto medievale, è costituito dai tre quartieri Rabato, Rabatello e Giardinello e si snoda in maniera armonica e naturale attorno alla montagna di San Paolino (820 m).
Il toponimo potrebbe derivare dal greco bizantino Sotéra, accusativo di Sotér, "salvatore", appellativo forse dovuto all'imponenza del monte o alle fortificazioni di epoca bizantina; secondo un'altra ipotesi potrebbe invece derivare da Sotéira, "colei che salva", in riferimento alla dea greca Artemide, il cui culto si sarebbe sviluppato in prossimità dell'attuale paese intorno al VI secolo a.C. Il nome del quartiere del Rabato è invece di origine araba, derivando da Ràbad, "borgo fuori le mura".[4]
L'area è abitata sin dal VII secolo a.C., come dimostra il ritrovamento, a pochi chilometri dall'odierno centro urbano, di sepolture pre-elleniche attribuite a un villaggio sicano. Tra il IV e il VI secolo il luogo potrebbe essere stato inoltre frequentato da monaci basiliani di rito bizantino, come testimoniano le tracce di affreschi (chiamate localmente figureddi) visibili in un'antica tomba sicana successivamente adibita a cappella, in località San Marco.[4]
La fondazione del borgo risale alla dominazione islamica della Sicilia, periodo in cui sorse il quartiere del Rabato che tuttora mantiene il suo impianto urbanistico tipicamente arabo; di questo periodo, eccettuati i numerosi reperti archeologici, rimangono poche testimonianze documentali.[senza fonte] Con la conquista normanna e il successivo periodo Svevo, si ebbe un'espansione dell'abitato verso il quartiere Giardinello. Nel 1325 gli Aragonesi la infeudarono e passò prima nelle mani di Ruggero di Scandolfo (o di Scanne), poi ai baroni Chiaramonte, con Giovanni III conte di Caccamo e infine ai Moncada;[5] nel 1398 il borgo ritornò al demanio della corona di Sicilia. Nel 1535 l'imperatore Carlo V la vendette e per un breve periodo fu nuovamente un feudo nelle mani di Girolamo Bologna, conte di Capaci, da cui i suteresi si affrancarono autotassandosi e rendendo il paese definitivamente demaniale nel 1560.[4]
Nel 1905 fu colpito da una frana staccatasi dal monte san Paolino, che danneggiò gravemente l'abitato.[5] La frana, che causò un morto e venti feriti, durò dal 20 al 24 settembre, abbattendosi sul quartiere Giardinello, che fu completamente evacuato, e i suoi abitanti sfollati negli istituti religiosi di Campofranco e Milocca.[6]
Lo stemma comunale, riconosciuto con decreto del capo del governo del 18 novembre 1934, presenta la seguente blasonatura:
«di rosso a sei monti di verde, posti 3 accollati agli altri 3 e nascenti dalla punta, sormontati da una corona d'oro» |
Un cartiglio sotto lo scudo reca il motto sutera ingens ac subtilissima civitas 'Sutera città importante sebbene molto piccola'. Il gonfalone è un drappo bianco caricato dell'arma.
Data l'epoca in cui fu concesso, lo stemma era integrato dal capo del Littorio; avendo tale elemento un fondo rosso, e siccome l'araldica non disciplina le nuance delle tinture, la divisione tra "stemma effettivo" e capo venne a mancare. Nel secondo dopoguerra il capo venne abolito, ma dallo stemma ci si limitò a rimuovere il solo fascio littorio, lasciando invece il serto vuoto che lo conteneva, seppur non contemplato dalla blasonatura.
![]() ![]() ![]() |
Abitanti censiti[9]
Il Museo Etno-antropologico è nato dalla collaborazione tra studenti ed insegnanti della scuola media di Sutera, con l'apporto di moltissimi genitori, che hanno contribuito con le loro conoscenze e con gli strumenti tipici della civiltà agricola a ricomporre un quadro d'insieme molto dettagliato. In esso emergono le figure del contadino (borghese, mezzadro, bracciante), dell'artigiano (falegname, muratore, calzolaio, pastaio, fornaio etc..), di qualche professionista (medico, farmacista, avvocato, maestro, veterinario, ecc.) che disegnano la composizione sociale del piccolo comune dell'entroterra siciliano, in un territorio caratterizzato dal latifondo feudale e dalla coltivazione cerealicola estensiva. Il Museo, con la sua struttura ricavata nel piano terra dell'antico Convento dei Padri Carmelitani, espone gli arnesi delle attività menzionate, inserendoli in un itinerario cognitivo e didattico, di facile percorribilità. Ambienti accuratamente riprodotti di vita domestica, con le suppellettili tipiche di fine Ottocento, ne accrescono la suggestione e l'interesse culturale.
Il Museo conserva anche i manifesti e i dépliant dei concerti che ad inizio Novecento diresse don Paolino Pillitteri (il sacerdote compositore musicista del paese), nonché quelli che accompagnarono gli emigranti lungo il cammino verso le Americhe (primo Novecento) e verso il Nord Italia e l'Europa (anni sessanta). Di notevole numero e di elevato pregio artistico risulta essere la raccolta di immagini a stampa riproducenti soggetti religiosi. Si tratta di immagini votive (di grandi e medie dimensioni), che nei secoli passati le famiglie appendevano alle pareti delle stanze da pranzo, delle cucine o delle camere da letto per devozione. All'interno di un ambiente sono sistemate una "naca" (culla di stoffa sospesa sopra il letto matrimoniale) ed una culla in ferro battuto del 1880, con un guardaroba ad incastro praticamente senza chiodi. Altri locali espongono gli attrezzi per la produzione della pasta e del pane con torchi, sbrie, scanatori, maidde. Particolare risalto assumono gli ambienti dedicati alla scuola con una nutrita documentazione di epoca fascista (compresa una divisa da balilla).
Una vasta pubblicità cartacea e prodotti in uso durante tutto l'arco di tempo del Novecento, testimoniano l'avanzata del "progresso" in parallelo con il graduale innalzamento del tenore di vita. Una sala polivalente è riservata ad ospitare mostre a soggetto mutevole dentro un contorno espositivo duraturo di cartoline d'epoca, giornali a valenza storica, carte geografiche di rilievo locale. Il Museo, dal mese di ottobre del 2003, è stato oggetto di tutela da parte dell'Assessorato per i Beni Culturali ed Ambientali e per la Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, che ha ritenuto la raccolta etnografica, composta da oggetti di cultura materiale, documenti e strumenti di lavoro, nonché stampe popolari a carattere religioso, caratteristiche della cultura contadina e dei mestieri tradizionali, di interesse etno-antropologico particolarmente importante.
Nel 1987 il regista statunitense Michael Cimino girò a Sutera parte del suo film Il siciliano, che narra la storia del bandito Salvatore Giuliano (interpretato da Christopher Lambert). Teatro delle riprese furono in particolare Piazza Sant'Agata, il Municipio, via Roma e zone di campagna circostanti.
Agricoltura: produzione di mandorle, olive, grano.
Allevamento: ovini e bovini. Produzione di formaggi e miele.
Turismo: La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia ed è una delle tappe della Magna Via Francigena, antico itinerario che già nell'XI secolo collegava Palermo ad Agrigento.
Miniere: per lunghi anni sono state in funzione, in località Cimicia, alcune solfare (Tenuta, Zorra di Martino e Abate Figlia) di proprietà dei Padri Benedettini di Palermo. La Miniera di zolfo "San Paolino" è stata attiva dal 1902 al 1905; è stata chiusa a causa della frana del costone del Monte San Paolino nella notte tra il 19 e il 20 settembre del 1905.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
18 dicembre 1987 | 16 maggio 1990 | Onofrio Mario Difrancesco | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [10] |
16 maggio 1990 | 5 dicembre 1992 | Giuseppe Grizzanti | Democrazia Cristiana | Sindaco | [10] |
16 dicembre 1992 | 13 giugno 1994 | Onofrio Vittorio Carruba | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [10] |
13 giugno 1994 | 25 maggio 1998 | Marco Carruba | - | Sindaco | [10] |
25 maggio 1998 | 27 maggio 2003 | Marco Carruba | - | Sindaco | [10] |
27 maggio 2003 | 17 giugno 2008 | Calogero Difrancesco | lista civica | Sindaco | [10] |
17 giugno 2008 | 11 giugno 2013 | Calogero Difrancesco | lista civica | Sindaco | [10] |
11 giugno 2013 | 11 giugno 2018 | Giuseppe Grizzanti | lista civica | Sindaco | [10] |
11 giugno 2018 | in carica | Giuseppe Grizzanti | lista civica | Sindaco | [10] |
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126479894 · GND (DE) 4256781-6 |
---|
![]() |