Stribugliano è situato sul versante occidentale del Monte Amiata, alle pendici del rilievo di Monte Buceto, sopra la valle delle Melacce. Si tratta della frazione situata più a ovest del territorio comunale. Il paese è strutturato su due vie con una piccola piazza centrale ed una vecchia parte risalente ai tempi dei feudatari.
Dista circa 18km dal capoluogo comunale e circa 45km da Grosseto.
Storia
Il toponimo è fatto risalire ad una presunta gens Strabilia, che parteciparono alle guerre tra Mario e Silla.
Viene menzionato per la prima volta nell'868, in un documento notarile redatto a Roselle, in cui il conte Winighisi lascia ai figli del deceduto Petrone di Chiusi alcune abitazioni del casale Stabuoloriliano.[2] Nel 1206, in un altro documento notarile, viene menzionato come Stribulliano, risultando proprietà delle monache del monastero di Sant'Ambrogio di Montecellesi.[2] Fu castello degli Aldobrandeschi, e anche alcuni signori di Montorgiali vi possedevano alcune terre intorno al 1250. Nel 1274 divenne possedimento degli Aldobrandeschi ramo di Santa Fiora.[2] Nel 1346 il conte Jacopo di Bonifazio cedette i territori di Stribugliano e Monticello alla Repubblica di Siena.[2]
Nel 1783 venne annesso ad Arcidosso. Intorno al borgo medievale si sono andate a formare dalla fine del XIX secolo nuove e moderne abitazioni.
Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa di San Giovanni Battista
Architetture religiose
Chiesa di San Giovanni Battista, situata nella piazza principale, risale al XIV secolo, anche se l'aspetto attuale risulta snaturato da alcune sostanziose ristrutturazioni avvenute nel 1972.[3]
Pieve di San Giovanni in Ballatoio, antica chiesa menzionata in una bolla papale di Clemente III del 1188, è identificabile oggi con il podere La Pieve, situato lungo la strada che da Stribugliano scende a Vallerona. Nel 2012 viene scoperta, dopo una campagna di scavi dell'Università di Firenze, la presenza in loco di un cimitero medievale.[4]
Architetture civili
Palazzo e fattoria La Greca, situati nella piazza principale, erano dei proprietà dei Marchesi La Greca. Sulla facciata sono posti gli stemmi della famiglia.[5]
Fattoria dell'Abbandonato, situata nella valle delle Trasubbie, è stata identificata come l'antico Trabbandonato, ospedale ricordato nel 1153.[2] Conserva la cappella di San Galgano del XVI secolo.[6]
Altro
Monumento ai caduti, piccolo monumento ai caduti delle due guerre, è posto fuori dal centro storico.
Castel Vaiolo, antico insediamento medievale in cui, grazie a recenti scavi, sono state recuperate le più antiche ceramiche del Monte Amiata.
Società
Evoluzione demografica
Quella che segue è l'evoluzione demografica della frazione di Stribugliano. Sono indicati gli abitanti dell'intera frazione e dove è possibile è inserita la cifra riferita al solo capoluogo di frazione. Dal 1991 sono contati da Istat solamente gli abitanti del centro abitato, non della frazione.
Stribugliano è una meta celebre tra gli amanti del parapendio, che attira interessati dalle province di Grosseto e di Siena, ma anche dal Lazio.
Note
Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron Editore, 1981, p.558.
Emanuele Repetti, «StribuglianoArchiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive.», Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, volume V, Firenze, Giovanni Mazzoni, 1843, p.481.
Carlo Morganti, Susanna Nanni, Itinerari a piedi nel comune di Arcidosso. Zaino in spalla alla scoperta del territorio, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2008, p. 62.
Ecco la necropoli medievale di Stribugliano. Ufficialità per la scoperta archeologica, La Nazione, 8 settembre 2012.
Agostino Morganti, La storia, il paese, la gente. Arcidosso ed il suo territorio nelle cartoline degli anni 1900/1960, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2006, p. 154.
Agostino Morganti, La storia, il paese, la gente: Arcidosso e il suo territorio nelle cartoline degli anni 1900/1960, Arcidosso, C&P Adver Effigi, 2006.
Carlo Morganti, Susanna Nanni, Itinerari a piedi nel comune di Arcidosso. Zaino in spalla alla scoperta del territorio, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2008.
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