Santa Viola è un ex quartiere di Bologna, ora zona statistica facente parte del Quartiere Borgo Panigale-Reno.
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Santa Viola ex quartiere | |
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Quartiere Santa Viola | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Amministrazione | |
Data di istituzione | 1962 |
Data di soppressione | 1985 |
Territorio | |
Coordinate | 44°30′25.92″N 11°18′15.12″E |
Abitanti | 13 510[1] (2021) |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Circoscrizione | Quartiere Borgo Panigale-Reno |
Cartografia | |
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Elemento Wikidata assente · Manuale |
Con Santa Viola in passato si indicava un'area più ampia di quella descritta nella suddivisione amministrativa degli anni '60, arrivando a comprendere anche la zona Saffi fino a Porta San Felice e a sud l'area della parrocchia di San Paolo di Ravone, oggi nella zona Costa-Saragozza. Fino all'Ottocento era una zona di campagna, connotata dalle ville e dai giardini nobiliari come quelli dei Caprara, di cui rimane il nome nei Prati di Caprara. Gli insediamenti urbani si espansero solo agli inizi del '900 contestualmente al rapido sviluppo industriale, cui capostipite furono le Fonderie Parenti, qui stabilitesi nel 1908.[2][3][4]
Attorno all'asse di via Emilia Ponente infatti prese forma un distretto industriale che vide un grosso impulso con la Prima Guerra Mondiale e le committenze militari, per poi crescere ancora tra le due guerre. Nel 1920 infatti le Parenti si fusero con la Calzoni che col tempo si specializzarono in turbine e impianti idraulici, e successivamente si stabilirono qui industrie importanti come la G.D e la SABIEM. Lo sviluppo urbanistico residenziale fu così connotato dalla marcata presenza degli stabilimenti produttivi e dalle esigenze abitative degli operai.[4][2][5]
Nel 1941 venne eretta dall'arcivescovo Nasalli Rocca la parrocchia di Cristo Re a servizio del quartiere, mentre nel 1947 venne costruita la casa del popolo intitolata al partigiano Nerio Nannetti.[6][7] Nel 1985 con la riforma dei quartieri Santa Viola venne aggregata alla Barca, costituendo il nuovo Quartiere Reno.
Dopo il boom economico ci fu un processo di deindustrializzazione dell'area e una più generica trasformazione dell'ambiente urbano, che ha visto a partire dagli anni 2010 l'insediamento di importanti centri culturali come l'Opificio Golinelli o il MAST.[5][8]
Il toponimo Veula, Veola è documentato nella zona sin dal XII secolo e denominava una chiesa dedicata a Santa Maria, posizionata nei pressi del Pontelungo a sud della Via Emilia, poi distrutta da una piena del Reno. Viòla indicava originariamente una piccola via, e solo successivamente divenne Santa Viola per confusione con la chiesa (Sancta Maria de Viola) e passò a designare la zona a nord della via Emilia e ad est del Reno.[9]
abitanti censiti[10]
Il quartiere si estende su di un'area grossomodo quadrangolare e ben definita: ad ovest dal fiume Reno, a nord dalla ferrovia, ad est dall'Asse attrezzato (Viali Sabena-Pertini) e a sud da Viale Togliatti.
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