San Pietro Infine è un comune italiano di 855 abitanti della provincia di Caserta in Campania.
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San Pietro Infine comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Antonio Vacca (lista civica Rinascita) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 41°26′49″N 13°57′45″E |
Altitudine | 140 m s.l.m. |
Superficie | 13,72 km² |
Abitanti | 855[1] (31-3-2022) |
Densità | 62,32 ab./km² |
Frazioni | Colle Apone, San Cataldo |
Comuni confinanti | Mignano Monte Lungo, San Vittore del Lazio (FR), Venafro (IS) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 81049 |
Prefisso | 0823 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 061079 |
Cod. catastale | I113 |
Targa | CE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 324 GG[3] |
Nome abitanti | sanpietresi |
Patrono | Maria Santissima dell'Acqua |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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San Pietro Infine occupa l'angolo settentrionale della provincia di Caserta che si incunea tra Lazio e Molise. Condivide con Lacedonia, San Bartolomeo in Galdo e il confinante Mignano Monte Lungo la particolarità di essere uno dei quattro comuni campani il cui territorio confina con due regioni. L'antico borgo è arroccato su di uno sperone di roccia immerso in un territorio verdeggiante. I ritrovamenti di conchiglie fossilizzate nella pietra calcarea, che qui veniva estratta per le costruzioni, attestano forse che anticamente lo sperone era sommerso da un lago.
Indubbiamente legato al culto di San Pietro, il toponimo include in fine per riferirsi alla posizione di confine che occupava questo territorio quando faceva parte della Terra di San Benedetto. Secondo alcuni Infine deriva da ad flexum, "presso la curva".
Il territorio dal IV al III secolo a.C. era conteso tra Osci e Sanniti: ci sono pervenute infatti delle mura presso Sant'Eustachio e sul colle Marena-Falascosa. Nella terza guerra sannitica venne conquistato e colonizzato dai romani. Probabilmente a causa delle devastazioni barbariche subite durante l'Alto Medioevo, non ci sono pervenute testimonianze degli insediamenti romani.
Il borgo ha origine medioevale: rimangono ancora gli stretti vicoli a gradoni e alcune case di pietra calcarea con tetti lignei, ma questi sono solo pochi resti perché San Pietro Infine fu distrutto da quindici giorni di bombardamenti nel 1944. Per il territorio di San Pietro Infine di rilevante influenza furono i monasteri di San Vincenzo al Volturno e di Montecassino. San Pietro Infine fece parte della Terra di San Benedetto e ancor oggi appartiene alla diocesi cassinate. La posizione protetta ha tenuto lontano il centro dagli eventi tumultuosi della Provincia di Terra di Lavoro; al momento dell'Unità d'Italia, la stessa posizione ha favorito la diffusione dei briganti, tra i quali è rimasto famoso Domenico Fuoco.
La Seconda guerra mondiale decimò la popolazione. Durante i bombardamenti della battaglia del dicembre 1943 molti Sanpietresi si rifugiarono in quelle che vennero chiamate "grotte della valle", alcuni si rifugiarono sul monte Sambucaro. Le immagini di quei tetri momenti sono state ritratte nel documentario The Battle of San Pietro di John Huston. Sul tratto della Linea Gustav che comprendeva San Pietro Infine e Mignano Monte Lungo per la prima volta i soldati italiani combatterono al fianco degli alleati.
Nel 1950 iniziò un piano di ricostruzione che diede ai Sanpietresi superstiti un nuovo centro dove vivere, ma collocato più a valle. Nel 1959 Mario Monicelli vi girò alcune scene del film La grande guerra.
![]() | Medaglia d'oro al Merito Civile |
«Comune situato sulla linea Reinhard, occupato da truppe tedesche, durante l'ultimo conflitto mondiale, si trovò al centro di numerosi combattimenti, subendo violenti bombardamenti e feroci rappresaglie che procurarono numerose vittime civili e la totale distruzione dell'abitato. I cittadini, costretti a trovare rifugio in grotte improvvisate, resistettero con fierissimo contegno agli stenti e alle più dure sofferenze per intraprendere, poi, la difficile opera di ricostruzione. San Pietro Infine (CE), 1943» — 11 novembre 2003[4] |
La medaglia d'argento concessa con D.P.R. del 26 luglio 2000 è revocata dal presente conferimento.
Abitanti censiti[5]
La popolazione professa per la maggior parte la religione cattolica e afferisce alla Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, ma fino all'anno 2014 faceva parte della diocesi dell'Abbazia di Montecassino.
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