Poggio è una frazione del comune di Otricoli (TR).
Poggio (Otricoli) frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 42°26′21.8″N 12°33′01.21″E |
Abitanti | 448 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 05030 |
Prefisso | 0744 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | tr |
Nome abitanti | poggiani |
Cartografia | |
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Si trova a 314 m s.l.m., sul fianco di monte San Pancrazio (1028 m), ed è abitato da 448 residenti .
Il territorio di Poggio costituisce un'isola amministrativa del comune di Otricoli, ed è occupato in totale da 448 abitanti. il territorio va dai 108 m della pianura sino ai 975 m delle cime montuose del monte San Pancrazio ed il monte Cosce dove scorre il confine amministrativo tra Lazio e Umbria.
Noto in passato come Castrum Podii Medii oppure Poggium Moggii, venne nominato per la prima volta in un documento del 1237, un atto di vendita del castello ivi esistente ai narnesi Tebalduccio Dorgani e Piergentile. Nel 1277 Narni accettò la sottomissione dei poggiani, cosa riconfermata in documenti del 1371.
Ancora nel XVI secolo era soggetto a Narni e al comune doveva pagare delle tasse in occasione della festività del patrono san Giovenale, nonché inviare i suoi uomini in occasione di attività militari.
Vi furono poi delle contese con il comune di Calvi, che cessarono nel 1764 con un atto di transazione ufficiale.
Infine, nel 1815, fu annesso ad Otricoli.
Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, vi si svolse un'importante battaglia.
Alla fine di luglio vi si svolgono le "Giornate Medievali", una rappresentazione storica che interessa l'intero borgo ed i suoi abitanti. Nel periodo di Ferragosto si svolge invece la "Festa della Santa Vergine".
Il Castello Alvelino (X-XV sec. circa) presso il ponte Arverino era il castello di Albininum, detto anche Alvinum o Albinianum[1]. Situato sul monte omonimo, nei pressi di Poggio, era anticamente una città fondata nel medioevo, un'ipotesi è quella che fu abbandonata nel '500 in seguito ad un'epidemia di peste che colpì la zona. Nella toponomastica, è rimasto il ponte Arverino, come anche il fosso citato nelle antiche mappe come di Arverino.
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