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Pogerola è la frazione più popolosa di Amalfi, in provincia di Salerno, e conta circa 1.100 abitanti.

Pogerola
frazione
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Comune Amalfi
Territorio
Coordinate40°38′54″N 14°35′31″E
Altitudine252 m s.l.m.
Abitanti1 100[1] (GG-MM-AAAA)
Altre informazioni
Cod. postale84011
Prefisso089
Fuso orarioUTC+1
TargaSA
Patronosanta Marina, Madonna delle Grazie, sant'Anna
Giorno festivo17 luglio, 2 luglio, 26 luglio
Cartografia
Pogerola

Geografia fisica


Scorcio panoramico di Pogerola
Scorcio panoramico di Pogerola

Pogerola, insieme a Tovere, è la sola frazione di Amalfi a non svolgersi sulla Costa, bensì nell'interno, occupando le propaggini orientali dei Monti Scorca e Molignano. Tale localizzazione ne fa uno dei centri paesisticamente più interessanti della Costiera. Si articola secondo piccoli nuclei sparsi, di origine medievale, che conservano in buona misura il primitivo isolamento. Il suo fulcro è rappresentato dalla sommità della collina del Castello (m. 339 s.l.m.), la quale, sovrastando ad occidente Amalfi, ne costituiva uno dei cardini della difesa costiera.

Dalla suddetta cima, ruotando lo sguardo per 360 gradi, iniziando da sud-ovest, si vedono le ripidi pendici dell'altura sprofondare nella stretta e profonda incisione del Cieco. Al di là, si staglia il profilo del territorio di Pastena, dominato dal pianoro di Gaudio. Ad est, il suolo declina dolcemente per settanta metri ed è poi interessato da un salto verticale di oltre cento metri che la isola completamente da Amalfi. Anche il versante nord digrada rapidamente fino alla Valle dei Mulini (Museo della carta). Una breve striscia di terra, infine, congiunge la collina di Pogerola alle retrostanti balze del monte Molignano, sulle quali è arroccato parte dell'abitato.


Storia


Il casale di Pogerola compare nelle carte ufficiali soltanto nel X secolo: esso è indicato dal Castrum Pigellule, cioè da un castello che si ergeva sul dorso della collina occidentale di Amalfi, detta monte Falconcello. Il toponimo Pigellula deriva da pigella, che stava ad indicare un piatto tondo di terracotta, utilizzato per infornare il pane. L'acronimo Pogerola risulta dalla trasformazione linguistica di Pigellula mediante questa evoluzione: Pigellula - Pugellula - Pugerula - Pogerola: addirittura la "g" è divenuta "j" e poi "h" nel dialetto, per cui spesso, in forma dialettale, viene anche rinominata Puhella o Puherula. Il Castrum Pigellulae non corrispondeva al villaggio: esso era soltanto una fortificazione, mentre il caseggiato si sviluppava alle sue spalle. Questo castrum, che tra angioini e aragonesi sarà un castello provinciale di significativa importanza, retto da castellani soprattutto provenzali, viene documentato per la prima volta nel 1021. Della struttura difensiva originaria ora restano due torri, tratti di mura verso settentrione e una cisterna. Nel suo ambito fu edificato un monastero benedettino femminile dedicato a S. Sebastiano. La chiesa monastica attestata fin dal 993 si trova alla base della cosiddetta Torre di Pogerola, una sorta di torre di avvistamento di forma quadrata, attribuita al XV secolo: molto probabilmente fu semplicemente restaurata in quella data ma doveva esistere fin dal X secolo.

La Torre di Pogerola
La Torre di Pogerola

Il Castrum Pigellule fu più volte impegnato in combattimenti ardui per difendere la popolazione di Amalfi: nel 1388 sosteneva nella lotta per il trono di Napoli, Ladislao di Durazzo contro Ludovico d'Angiò appoggiato dal Castrum Scalelle, collocato sulla collina orientale di Amalfi. Altra antica chiesa di Pogerola è la parrocchiale dedicata alla santa orientale Marina: essa è documentata sin dal XII secolo. Nella località Gaudio si trova poi la chiesetta di S. Maria de Fonti: quel sito potrebbe derivare la sua denominazione dal cognome di una famiglia di origine longobarda presente a Pogerola sempre nel XII secolo, la de Gaudio o de Gavino.

Pogerola vista da Pontone
Pogerola vista da Pontone
Pogerola vista dalla Valle delle Ferriere
Pogerola vista dalla Valle delle Ferriere

Nell'ambito della giurisdizione di Pogerola vi è pure l'agglomerato di abitazioni, circondato da terrazze coltivate a gradoni, denominato Riulo. Sin dal 1098 lì esistevano organismi edilizi tipici, detti "casali" che erano formati da vani abitati, cantine, stalle, depositi, ambienti per la vinificazione, cisterne e bagni. In uno di questi viveva, nella seconda parte del XII secolo, il nobile mercante Orso Castallomata, i cui antenati provenivano dal territorio stabiano, come quelli dei Pillizza, che si stabilirono al di sotto della via pubblica di Riulo e nella località Pustracto di Amalfi: le vestigia delle loro case medievali sono tuttora ben evidenti, insieme a quelli della famiglia Rizzolo, posti accanto alla lama omonima. Orso Castallomata fondò, tra il 1179 e il 1181, dotandola di ampie rendite, la chiesa di S. Michele Arcangelo ad Ortello, il cui impianto architettonico riflette chiari influssi armeni. La presenza di una lastra marmorea con iscrizione armena del XII secolo nella chiesa della Madonna delle Grazie (ora custodita nella chiesa parrocchiale di S. Marina) costituisce un'ulteriore prova a sostegno delle ipotesi di viaggi mercantili di Orso Castallomata verso quella lontana terra, dalla quale egli avrebbe portato a Pogerola maestranze esperte in architettura sacra. I cognomi più diffusi a Pogerola nel corso dei secoli sono stati: Amodio (originario di Cava dei Tirreni), Rispoli (si trasferì anche a Pontone ed era presente a Positano), Amendola (de Mendula, punta della lancia o mandorla), Paolillo (da Agerola, Pagurillo, piccolo paguro marino), Gambardella (bizantina, da camarda: stanza della casa), Amatruda (onomastico femminile longobardo).

Nel corso del XVII secolo la nobile stirpe dei Bonito di Scala e di Amalfi fondò a Pogerola la cappella di S. Anna, come aveva già fatto nel suo palazzo amalfitano.

Veduta aerea di Pogerola
Veduta aerea di Pogerola

Le vie di accesso a Pogerola nel Medioevo erano: la scalinata del Cieco, il cui toponimo Rececum o Recezo, risalente almeno al XII secolo, indicava una frattura nella roccia: la via attraverso il bosco di Mezzacapo, indicata già nel 1258 e chiusa dalla Porta Penta; la via pubblica di Riulo con una portula pubblica, che si collegava alla Via Stabiana, un'arteria classica che partiva da Nocera, saliva a Ravello, passava per Scala e attraverso Tavernata raggiungeva prima Agerola e poi il territorio stabiano. Questa via passava accanto al monastero benedettino maschile dei SS. Benedetto e Scolastica a Tavernata, che apparteneva alla giurisdizione scalese ed era il più antico cenobio del territorio amalfitano. In esso dovette formarsi il medico-monaco Beato Gerardo Sasso, che divenne il priore dell'ospedale amalfitano di Gerusalemme, ove fondò il primo ordine monastico-cavalleresco della storia, l'Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, ora di Malta.

Un'attività produttiva in funzione fin dal XIV secolo a Pogerola era quella delle centrelle e dei chiodi, impiegati nella confezione dei calzari, nelle cartiere, nella carpenteria e nella marineria.

Nel 1711 i mercanti di Pogerola insieme a quelli di Amalfi fondarono una congregazione dell'Arte della lana[2].

Nel 1763 viene fondata la Confraternita dell'Immacolata Concezione[3].


Monumenti e luoghi d'interesse


La chiesa di Santa Marina
La chiesa di Santa Marina

La parrocchia di S. Marina Vergine è documentata sin dal XII secolo ed è stata restaurata spesso, modificandone quindi l'aspetto originario. È costituita da una facciata con due arcate che sostengono un loggiato su cui poggia un timpano affrescato. L'interno è composto da due volte a crociera che fanno da ingresso ad un unico ambiente sormontato da una volta a botte unghiata. Alla sinistra della chiesa insiste il campanile, con due piani elevati rispetto al piano della stessa e che termina con un tamburo esagonale riccamente ornato con maioliche.

Nella località Gaudio è presente il santuario di S. Maria dei Fuonti risalente al XVIII secolo. La leggenda narra che alcuni operai originari di Agerola ritrovarono, presso la spiaggia in località Fuenti di Cetara, un bassorilievo raffigurante una Madonna con Bambino. Intenzionati a portarlo nella loro città d'origine, durante il viaggio furono costretti a desistere in quanto l'opera divenne estremamente pesante ed intrasportabile. L'incredibile circostanza fu interpretata, come spesso avveniva all'epoca, come una precisa scelta della Madonna di dimorare per sempre in quell'ameno luogo.

Il santuario della Madonna delle Grazie, che occupa una posizione centrale nel contesto del casale, fu fondata dalle famiglie autoctone Amodio, Rispoli, Amendola, Paolillo e Gambardella nel 1539 quale suffragio per le vittime della terribile epidemia di peste del 1528. Un piccolo atrio coperto da volta a crociera introduce l'unica navata con due cappelle laterali. Pregevoli tavole cinquecentesche adornano l'ambiente mentre è da segnalare In sagrestia un'antica urna cineraria. Il campanile, a base quadrata e poggiante sulla roccia è composto da due piani chiusi con monofore e termina in una cuspide. Vi è conservata una statua lignea donata dalla nobile famiglia Bonito, raffigurante la Madonna delle Grazie, nella quale è incastonata una pietruzza, sulla quale, così come la tradizione narra, sia caduta una goccia di latte mentre Maria Santissima allattava Gesù, durante la fuga della Sacra Famiglia in Egitto.Intorno al 1540,in un caldo pomeriggio del 14 agosto, le campane iniziarono, senza che nessuno le manovrasse, a suonare a distesa. I pogerolesi accorsero in chiesa e notarono che una grande quantità di liquido bianco, fuoriusciva dalla reliquia incastonata nella statua di Maria Santissima. Accorse anche l'Arcivescovo dell'epoca che constatata la natura prodigiosa dell'evento, sigillò con ceralacca, la piccola teca contenente la pietruzza. Ogni anno , il 14 Agosto alle ore 14.00 i fedeli, si riuniscono in preghiera in attesa del miracolo del latte.Infatti la Madonna dell Grazie di Pogerola è conosciuta anche come la "Madonna del Latte".

La chiesa è stata elevata a Santuario nel 1954.

La chiesa di Sant'Anna, in zona castello, fu costruita nel Seicento come lazzaretto e nel 1668 il principe Giulio Bonito di Scala la trasformò in chiesa. Con un'unica aula rettangolare e volta a botte lunettata, conserva la statua della titolare e una pala d'altare del Cinquecento raffigurante la "Natività di Maria".

La chiesa dell'Immacolata è attigua al santuario della Madonna della Grazia. È anche sede di una congrega e risale al Seicento. Conserva un trittico della prima metà del Settecento raffigurante la "Madonna Immacolata tra i Santi Domenico e Filippo". la statua della Madonna della stessa epoca è stata spostata nella chiesa adiacente, mentre quella di San Rocco è rimasta nella chiesa dell'Immacolata.

La chiesa sconsacrata di San Michele fu fondata nel XII secolo da un ricco mercante amalfitano. Con una pianta a croce greca con influsso bizantino, è stata restaurata recentemente.

La cappella della Madonna del Pino, che si trova nel rione Riulo, conserva un quadro raffigurante la Madonna del Rosario tra San Domenico, Santa Caterina da Siena e altri 2 santi.


Economia


Scorcio aereo di Pogerola
Scorcio aereo di Pogerola

L'economia è basata sull'agricoltura, in particolare agrumi, cucurbitacee ed una vasta produzione di castagne dati gli ampi castagneti ivi presenti. Il turismo è in notevole ascesa, denotata dalla presenza di numerosi B&B, Case-Vacanze, Agriturismi e di uno degli alberghi più importanti della Costiera, il Grand Hotel Excelsior.


Sport


L'A.S.D. Castrum Pigellulae militante nel campionato di Serie D di calcio a cinque.
L'A.S.D. Castrum Pigellulae militante nel campionato di Serie D di calcio a cinque.

L'A.S.D. Castrum Pigellulae, nata nel 2012, è la realtà sportiva più importante del luogo. Associazione Sportiva Dilettantistica, legalmente riconosciuta ed affiliata alla FIGC ed al Coni, disputerà, nella stagione sportiva 2014-2015, il campionato di calcio a cinque – Serie D.


Note


  1. Pogerolesi
  2. 1196.84 - Congregazione dell'arte della Lana 1711, su patrimonio.archiviodistatonapoli.it.
  3. 1205.135 - Congregazione dell'Immacolata Concezione 1763, su patrimonio.archiviodistatonapoli.it.

Bibliografia



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