La frazione di Patrignone è situata nella valle del Serchio, sulla riva sinistra del fiume, nel punto in cui questi forma un'ansa a gomito. Il paese è lambito inoltre dal corso d'acqua del canale Ozzeri, e dista meno di 1km dal vicino borgo di Colognole, con il quale forma statisticamente un'unica frazione (Colognole-Patrignone), pur possedendo entrambi le caratteristiche di centri abitati distinti. Patrignone confina a nord con Ripafratta, a est con Molina di Quosa e Pugnano, a sud con Rigoli [1] , ed è inoltre delimitato ad est dal canale Demaniale.
Storia
Il borgo di Patrignone è nato in epoca alto-medievale, e già nel 780 è qui ricordata la presenza di una chiesa parrocchiale intitolata a San Giusto, che fu padronato dei tre fratelli pisani che fondarono l'originaria abbazia di San Savino.[1] La località è menzionata inoltre in un documento del 998 delle Memorie Lucchesi come facente parte delle proprietà della mensa vescovile di Lucca.[1] Patrignone nel 1551 contava 110 abitanti.[1] Sul finire del XVI secolo la parrocchia di San Giusto fu unita a quella dei Santi Ippolito e Cassiano di Colognole.[1]
Dopo la legge del 17 giugno 1776, in cui si riunivano comunelli e potesterie per una nuova opera di riorganizzazione dei territori amministrativi, Patrignone fu confermato comunello della potesteria di San Giuliano.[1]
Monumenti e luoghi d'interesse
Tabernacolo di Colognole, a Patrignone
Il cosiddetto "Tabernacolo di Colognole", progettato in stile neogotico da Alessandro Gherardesca e costruito nel 1831, a dispetto del nome si trova ubicato ai margini del centro abitato di Patrignone. Presenta una pianta esagonale e un coronamento a cuspide; il coronamento, già impiegato dall'architetto nell'edicola del giardino Veronesi Pesciolini di Pisa, risulta mutato dalle costruzioni medievali di Diotisalvi.[2] Il tabernacolo fu dipinto da Francesco Giuliani con un affresco raffigurante la Madonna col Bambino.[3]
Note
Emanuele Repetti, «PatrignoneArchiviato l'8 febbraio 2015 in Internet Archive.», Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, 1833-1846.
G. Morolli (a cura di), Alessandro Gherardesca architetto toscano del Romanticismo (Pisa, 1777-1852), Pisa 2002, p. 60.
S. Renzoni, Pittori e scultori attivi a Pisa nel XIX secolo, Pisa 1997, p. 134.
Bibliografia
Giuseppe Caciagli, Pisa e la sua provincia, vol.3, tomo II, Pisa, Colombo Cursi Editore, 1972, p.584.
G. Morolli (a cura di), Alessandro Gherardesca architetto toscano del Romanticismo (Pisa, 1777-1852), Pisa, 2002, p.60.
S. Renzoni, Pittori e scultori attivi a Pisa nel XIX secolo, Pisa, 1997, p.134.
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии