Alberi, nota anche come Alberi di Vigatto, è una frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Vigatto.
Alberi frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°44′30.4″N 10°19′54.2″E |
Altitudine | 88 m s.l.m. |
Abitanti | 1 110[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43124 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | sant'Ilario |
Giorno festivo | 13 gennaio |
Cartografia | |
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La località è situata 6,15 km a sud del centro della città.[1]
La frazione sorge in posizione pianeggiante sulla sponda sinistra del torrente Parma.[3]
La località, nota in epoca medievale come Albari,[4] deriva forse il suo nome dall'antica presenza di un bosco di acacie.[5]
La zona di Alberi risultava abitata già in epoca romana, come testimoniato dalla suddivisione del territorio che ricalca ancora l'antica centuriazione.[5]
Nel 962 Albari fu menzionata con altre località nell'atto, di dubbia autenticità, in cui l'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia riconobbe al vescovo di Parma Oberto l'autorità, oltre che sulla città, anche su 3 miglia di contado intorno a essa;[6] nel 989 il re d'Italia Ottone III di Sassonia confermò al vescovo Sigefredo II i diritti su Parma e su numerosi castelli e borghi del Parmense, tra cui Albari a meridie della città.[4]
Agli inizi del XV secolo il territorio apparteneva ai fratelli Pietro e Giacomo de' Rossi, che nel 1402 vi edificarono un torrione;[7] nei tre anni seguenti il borgo fu depredato in più riprese dai Terzi,[8] che nel 1405 incaricarono Pietro da Vianino di attaccare e distruggere i manieri rossiani di Mamiano, Alberi e Porporano.[9]
In seguito il fortilizio di Alberi fu riedificato e assegnato ai conti Bajardi;[10] durante la guerra dei Rossi, nel 1482 le truppe di Guido de' Rossi si impadronirono della torre degli Albari appartenente ad Andrea Bajardi, alleato di Ludovico il Moro.[11]
Per effetto di decreti napoleonici, nel 1806 la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Vigatto, che nel 1943 fu annesso a quello di Parma, ma fu nuovamente istituito nel 1951, per essere definitivamente soppresso nel 1962 e divenire in seguito quartiere autonomo.[12]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Lorenzo (Parma, Alberi). |
Menzionata per la prima volta nel 1146, la cappella originaria, elevata a sede parrocchiale nel 1564, fu abbandonata nel 1582 e sostituita con una nuova chiesa, costruita, secondo la tradizione, ampliando un piccolo oratorio medievale affiancato da una torre di avvistamento; ristrutturata in stile neoclassico nel 1738, fu restaurata nel 1965, riportando alla luce le forme originarie romaniche degli esterni e le bifore del IX secolo del campanile, e ancora tra il 1990 e il 1995; la chiesa in pietra, decorata internamente sulle volte a botte con affreschi, conserva la pala raffigurante il Martirio di san Lorenzo, dipinta nel 1853 da Francesco Pescatori.[13][5]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Torre degli Alberi. |
Edificata nel 1402 dai Rossi, la fortificazione fu rasa al suolo nel 1405 per volere di Ottobuono de' Terzi; ricostruita e assegnata ai conti Bajardi, fu riconquistata dai Rossi nel 1482 e parzialmente distrutta durante gli scontri; della struttura originaria si conserva soltanto una torre, che emerge tra gli edifici medievali adiacenti della Corte Bellentani.[7]
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